Firefox pronto a bloccare i “cookie”

Il creatore del popolare browser Firefox sta portando avanti un piano per bloccare i cookie, la forma più comune di internet tracking, attravreso i quali le compagnie pubblicitarie inviano messaggi mirati agli utenti. Gli sviluppatori di Firefox hanno preso la decisione nonostante l’intensa resistenza da parte dei gruppi pubblicitari, che hanno sostenuto che il monitoraggio è essenziale per fornire annunci più mirati e diretti agli utenti.

Il rilascio della nuova tecnologia di blocco rimane però ancora lontana; si parla infatti di mesi. Ma i funzionari di Mozilla, il gruppo no-profit che distribuisce Firefox, al Washington Post ha parlato con fiducia rispetto alla crescente sofisticazione degli strumenti che stanno producendo volti a limitare la presenza di cookies nel browser degli utenti.

Questi bit di codice, spesso predisposti da società di raccolta dati (di cui gli utenti non hanno sentito parlare), consentono alle aziende di capire quali siti web i naviganti visitino nel corso di mesi e addirittura anni. Firefox, però, darebbe ancora accesso ai cookies se l’utente acconsentisse di sua spontanea volontà a riceverli. “Stiamo cercando di cambiare la dinamica in modo che i trackers si comportino meglio“, ha riferito Brendan Eich, CTO di Mozilla.

La tecnologia di blocco che Mozilla sta sviluppando prende molto in prestito dal browser Safari di Apple, che blocca tutti i cookies di “terze parti“, ovvero codici di monitoraggio di siti che gli utenti non visitano intenzionalmente.

Mozilla prevede, inoltre, di aggiungere dei limiti anche ai cookie collocati da siti che gli utenti visitano intenzionalmente, come Facebook, per evitare il monitoraggio quando gli utenti passano da un sito all’altro. Mozilla prevede di testare e perfezionare ulteriormente la sua tecnologia di blocco nei prossimi mesi prima di renderlo disponibile a tutti gli utenti. Per il momento nessuna data di uscita è stata fissata.

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1 COMMENT

  1. Le società di marketing su internet hanno raggiunto un livello di invadenza nel privato esasperante.
    Sbandierano con un grande sorriso la loro semplicità nel rispettare la tua privacy ma non è vero. Unendo mail, foto, video, posizione geografica, navigazione e dati precisi come nome, cognome e indirizzo, riescono a sapere tutto, non su gruppi di persone, ma sul singolo individuo.
    Il maggior colpevole è ovviamente l’utente stesso.

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