Agcom abbassa le tariffe di accesso a rete in rame, critica Telecom

Un calo delle tariffe che gli operatori pagano a Telecom per i servizi sul rame, con l’obiettivo di stimolare la concorrenza, e dà appuntamento a settembre per la definizione delle condizioni tecniche ed economiche dei servizi di accesso in fibra. L’Autorità per le comunicazioni ha messo a punto una manovra tariffaria tra gli operatori, adottando una riduzione inferiore da loro richiesta, ma con una scelta che per la prima volta da alcuni anni, riduce i guadagni di Telecom Italia.

L’Agcom ha motivato la scelta, attraverso un’analisi anche tecnica. “Tutti i principali canoni mensili dei servizi wholesale risultano in discesa rispetto a quelli in vigore” ha sottolineato in una nota. Così il bitstream passa da 19,50 euro a 15,14 euro; il canone ULL da 9,28 a 8,68 euro (-6,47%) mentre per il servizio WLR, il canone passa da 11,70 a 11,14 euro nel 2013 (-4,79%). “Ora – viene spiegato – la proposta di decisione viene inviata a Bruxelles per il consueto parere. Successivamente, comunque ben prima della fine dell’anno, l’Autorità assumerà la decisione finale”. A settembre, poi, ci sarà la definizione delle condizioni tecniche ed economiche dei servizi in fibra. La stessa autorità evidenzia che il percorso regolamentare, avviato otto mesi fa, “si interseca con due eventi di grande rilievo: sul versante nazionale, la proposta di separazione societaria della rete di accesso di Telecom Italia, al fine di realizzare l’Equivalence of Input (EoI); sul piano europeo, la prossima emanazione della Raccomandazione in materia di non discriminazione e contabilità dei costi“. Ma assicura “l’Autorità terrà conto di entrambi questi eventi nella definizione della disciplina per la rete di accesso per il triennio 2014-2016″.

E la reazione degli operatori non si è fatta attendere. Wind apprezza la decisione di Agcom ma con riserva:  “Il costo dell’ULL, per la prima volta in Italia, scende anziché salire. E questa è sicuramente una novità. La direzione è quella giusta – precisa l’azienda – ma non siamo soddisfatti in quanto il taglio poteva essere più netto e incisivo. Si tratta di un’occasione mancata – sottolinea la nota – visto che c’erano tutte le condizioni per poterlo fare. Wind attende, comunque, il testo definitivo della decisione per esprimere una valutazione più completa ed approfondita“. Positiva la reazione di Fastweb:  “La decisione di oggi della nuova Agcom è il primo passo nella direzione giusta, a testimonianza di una grande responsabilità della Autorità” ha dichiarato l’amministratore delegato Alberto Calcagno “Oggi si inverte finalmente il trend di ingiustificati aumenti nei prezzi all’ingrosso del rame dal 2007 al 2012. Questa decisione costituisce un primo, parziale recupero delle condizioni competitive del mercato – dichiara Calcagno -. Siamo certi che la deliberazione odierna ispirerà anche la analisi di mercato 2014-16 poiché è la via giusta per aumentare la competizione nel fisso, stimolare gli investimenti e contribuire allo sviluppo del paese”. Quanto a Vodafone: “È una decisione che rappresenta un primo vero segnale di attenzione verso la concorrenza e il mercato e che potrà dare impulso agli investimenti nel settore della rete fissa” e aggiunge che “seppure ancora lontani da valori allineati ai riferimenti internazionali, riconosciamo l’impegno dell’Autorità nella ricerca un punto di equilibrio tra regole e dinamiche di mercato“.

Ben diversa la reazione di Telecom che, in una nota diffusa dopo l’annuncio, parla di una decisione che comporterà un impatto economico-finanziario per Telecom Italia di circa 110 milioni di euro in termini di ricavi su base annua rispetto al 2012.

Inoltre, questi provvedimenti se fossero confermati comporteranno “un impatto materiale sui conti di Telecom Italia che dovrà essere valutato dal Cda sia per quanto riguarda l’impatto sui programmi di investimento sia per quanto riguarda il percorso di societarizzazione della rete di accesso; un progetto del quale si conferma la validità, anche alla luce degli orientamenti comunitari, ma che la decisione di Agcom mette fortemente a rischio“. La proposta, che per Telecom “presenta evidenti profili di contrasto rispetto al quadro europeo“, “dovrà passare al vaglio della Commissione europea alla quale l’azienda si riserva di far avere le proprie osservazioni e, qualora la decisione fosse confermata, Telecom Italia ricorrerà presso le competenti sedi giurisdizionali“. “In questa fase – conclude la compagnia telefonica -, l’Italia ha bisogno di un impegno da parte di tutto il settore e di politiche regolamentari che, salvaguardando gli assetti concorrenziali e occupazionali, promuovano quella accelerazione degli investimenti nelle nuove reti in fibra, necessaria per consentire al Paese di raggiungere gli obiettivi di sviluppo ultrabroadband 2020 dell’Agenda Digitale che rappresentano, nell’attuale congiuntura, uno dei principali fattori di crescita dell’economia e di creazione di nuovi posti di lavoro”. 

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