Twitter presenta documentazione per sbarco a Wall Street

Con uno dei suoi messaggi da centoquaranta caratteri, Twitter ha annunciato la sua imminente Ipo: è ormai pronto, infatti, il debutto in borsa della società di Menlo Park  che in questi giorni ultimerà le procedure per la sua effettiva trasformazione in “public company”.

130912171449-twitter-ipo-620xaTwitter Inc., che conta più di duecento milioni di utenti nel mondo, è l’ultima in ordine di tempo tra i più noti colossi del web 2.0 a quotarsi in borsa. Per questa ragione non mancano gli entusiasmi e le preoccupazioni: il più grande timore ad oggi degli investitori è che con Twitter possa ripetersi quanto già accaduto con Facebook, Zynga e Groupon. Basti ricordare che dopo l’Ipo, il valore delle azioni di Facebook si dimezzò in meno di sei mesi anche se si sta assistendo a una graduale ripresa del titolo; mentre società come Groupon, a causa di un difficile assetto sul fronte dei ricavi, perse valore di mercato entrando in un lungo periodo di crisi. Secondo gli analisti internazionali però, il valore dell’Ipo di Twitter sarà paragonabile in proporzione a quello di Facebook, e già lo scorso mese la GSV Capital ha rivisto al rialto il valore di mercato della piattaforma di microblogging. Secondo la GSV Capital, infatti, la quale è anche uno degli investitori di Twitter, la società secondo le stime di luglio varrebbe circa 10,5 miliardi di dollari: il 5% in più rispetto alle stime rilasciate a Maggio.

Inoltre, stando a numerose fonti, è anche confermato che a curare la regia dello sbarco in borsa di Twitter sarà la banca d’affari americana Goldman Sachs che in questo modo si assicurerebbe il primato nella cura delle quotazioni borsistiche delle principali web ed ICT company.
Le incertezze restano legate al fatto che Twitter, salvo pochi giorni prima dell’Ipo, non è tenuta a fornire alcun dato pubblico alla Security and Exchange Commission (SEC), l’equivalente dell’italiana Consob. Infatti, in base al “J.o.b.s. Act”, ovvero il “Jumpstart Our Business Startups Act”, Twitter non è obbligata a presentare alcun prospetto pubblico (S-1) all’organo di garanzia fino al momento dell’Ipo. Proprio per evitare questo tipo di preoccupazioni, però, la società ha tranquillizzato gli investitori garantendo di aver già depositato in forma riservata un prospetto alla SEC, affinché l’organo di vigilanza sulla borsa Usa potesse già predisporre una prima verifica riservata.

La piattaforma Twitter, lanciata nel 2006, dovrebbe contare soprattutto sull’advertising digitale per garantire un rientro ai propri investitori e, stando alle stime elaborate da EMarketer, l’investimento potrebbe risultate più che profittevole. Secondo EMarketer, infatti, gli introiti derivanti dall’advertising di Twitter ammonterebbero quest’anno a 582,8 milioni di dollari e nei prossimi anni salirebbero del 63%, raggiungendo nel 2014 la cifra di 950 milioni di dollari. Un dato confortato dal fatto che Twitter è effettivamente in ascesa da anni, se si considera che nel 2011 raggiungeva soltanto i 139, 5 milioni di dollari.

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