Fotovoltaico, il futuro è nella casa intelligente

La crescita dell’industria del fotovoltaico ha seguito il percorso tipico delle montagne russe: una ripida e rapida salita, seguita da una conturbante discesa con risalite continue e colpi di scena dettati dai decreti legge. Ora forse è finalmente giunto il momento di andare serenamente verso un nuovo tipo di percorso, portando con se quanto di più o meno buono è stato assimilato dalle esperienze di questi anni, entusiasmanti sì, ma anche un po’ troppo altalenanti.

Sia chiaro che, nel complesso, l’industria è cresciuta molto e, anzi, ha superato le aspettative di produzione e di longevità mosse dai più. Resta però il dubbio che ogni settore vive quando si espande troppo in fretta… ridimensionare o differenziare. Ecco che in molti sono andati all’estero verso un nuovo mercato, altri stanno seguendo la strada della integrazione con più sistemi ed è di questo che parleremo.

Vittuone - Pannelli.Attualmente lo sviluppo maggiore le aziende fotovoltaiche lo prevedono nel mercato domestico. Gli stessi produttori cinesi che fin’ora hanno puntato alla espansione fuori i propri confini, sono rientrati in patria a diffondere il verbo del pannello sul tetto. Il cliente quindi è il residenziale ed il target da colpire gli installatori di caldaie e/o pannelli. Per rendere appetibile tale investimento al privato, si stanno producendo dei veri e propri kit che permettono un upgrade quasi indolore in una qualunque abitazione così da trasformarla in poche mosse nella “casa intelligente”.

Difatti, con sistemi più o meno complessi, al pannello viene associato un sistema di storage domestico (poco più di una valigetta in grado di accumulare 5/6/12 ore di autonomia energetica) ed un software che lo gestisce. Il software può arrivare a riconoscere la fonte più conveniente a cui la casa deve attingere e switchare il consumo dell’elettrodomestico verso il pannello fotovoltaico o lo stesso storage. Ecco perché molte aziende stanno associando il pannello anche alla vendita di elettrodomestici di grande consumo-come le pompe di calore (sembra un controsenso considerato come le pompe di calore siano strumenti dotati di grande efficienza).

Da sommare a questa gestione viene immediato pensare altri sviluppi industriali come: il monitoraggio e la quantificazione dei consumi nell’abitazione (diverse ricerche hanno dimostrato che l’utente finale se ha visone di quanto e come consuma si autolimita, risparmiando e, perché no, facendo anche un po’ di efficienza), attraverso un unico “telecomando” che potrebbe essere gestibile proprio dalla televisione, o con una APP da cellulare.

Questi sistemi ci sono già, ma non sono ancora tutti intergrati tra loro. Certo in una casa intelligente sarà intelligente anche parlare una sola lingua, o quanto meno sapersi capire tutti. Se la sfida la vinceranno i sistemi aperti piuttosto che un owner unico non possiamo prevederlo, al momento in casi simili il mercato ha optato per una oligarchia misurata. Quello che è certo è che in questa sfida avranno un ruolo anche le telco. Sono quindi diversi i soggetti in campo tra cui trovare un accordo, un linguaggio ed un obiettivo comune.

Il prossimo gradino a cui non si può non pensare è: perché non usare le informazioni dei consumi domestici anche per parlare con le rispettive utility? Privacy, regole e standard permettendo.

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