Maker Faire Roma: il futuro tra stampanti 3D e “internet delle cose”

Si è conclusa ieri sera al Palazzo dei Congressi all’Eur, la prima edizione del Maker Faire Rome: la prima fiera europea dell’innovazione e della manifattura digitale, ovvero quattro giorni dedicati all’inventiva, alla creatività e all’intraprendenza, per famiglie e amanti del “fai da te” ma anche la celebrazione del movimento dei Makers. Dal 3 al 6 Ottobre, l’evento ha registrato più di 30mila visitatori, non soltanto italiani ma anche persone provenienti da  molti paesi europei.

Il Maker Faire Rome è un evento che coniuga il mondo delle culture e dell’inventiva artigianale con la tecnologia e la digitalizzazione. Ovviamente, a farla da padrone in questo scenario è l’Arduino-pensiero: tutto quell’universo di “maker” che sviluppano prototipi basandosi sull’hardware estremamente accessibile e duttile di “Arduino” coniugato con il suo stesso software open source.

Una filosofia che ha dato i suoi frutti nel mondo, a partire dagli Stati Uniti, dove il movimento dei “makers” è nato molti anni fa; e che in questi giorni è approdato a Roma in un universo di 250 espositori raccolti attraverso la “Call of Makers”. “Sono emozionato, questa è la più bella edizione di una Maker Faire fuori dagli Usa – ha commentato sorpreso lo stesso Dale Dougherty, il padre e guru del movimento Maker, il quale ha aggiunto – il movimento dei Maker parla decisamente italiano e saremo molto lieti di proseguire questa collaborazione con gli organizzatori”. Gli ha fatto eco l’emozione di Massimo Banzi, padre del progetto Arduino e promotore della manifestazione, il quale ha aggiunto: “è davvero incredibile questo successo, se pensiamo che alla prima edizione newyorkese c’erano 35mila persone”.

Ma quali sono gli scenari e l’offerta che scaturisce dal Maker Faire Rome? Sicuramente l’esposizione di così tante idee risulta favolosa e vincente. Ma l’elemento decisivo è legato al risalto offerto a quei progetti tecnologici che spesso rimangono materia per gli addetti ai lavori, o che spesso restano privi di un adeguato legame con il mondo dell’imprenditoria. Esempi lampanti sono alcune forme di e-commerce abbinate al mondo del design e dell’artigianato, come “Vectorialism” (vincitore del premio nazionale per l’innovazione 2013); oppure lo sviluppo di progetti ecosostenibili, come la prima casa al mondo autonoma da reti energetiche presentata durante l’evento. Realtà spesso legate al mondo della manifattura digitale che hanno trovato la via dell’imprenditorialità, ora messe in risalto attraverso l’incontro del Techgarage tenutosi al Maker Faire nei giorni scorsi, denominato appunto “The business of making”.

Sicuramente il maggior successo l’hanno riscosso le stampanti 3D (tra le quali vi era anche la prima stampante pieghevole), che hanno ottenuto numerosissimi ordini d’acquisto tra i più di duecento modelli esposti. Segno che l’abbattimento dei costi, e il costante miglioramento della fattura finale, le sta rapidamente portando ad essere uno strumento d’impiego innanzitutto professionale ed industriale.

Accanto alle stampanti 3D, però, la grande novità sul fronte business è rappresentata dalla scheda “Galileo” della Intel. Come ha spiegato lo stesso CEO di Intel Brian Krzanich, la scheda “Galileo” è il fulcro di una partnership con il mondo di Arduino, in quanto progettata appositamente per essere integrata al suo hardware e software open source. La scheda poggia su tecnologia Intel Quark SoC a basso consumo energetico, ed è dunque pensata per il miglior impiego nel settore del cosiddetto internet delle cose”. Un progetto che, nel lungo periodo, potrebbe rendere Intel protagonista dell’innovazione in questo nuovo segmento di mercato, abbattendo inoltre i costi di ricerca e sviluppo.

Che il Maker Faire si avvii a diventare un appuntamento decisivo nello sviluppo e nella diffusione non soltanto dei prodotti dell’innovazione, ma anche un brillante esempio di diffusione della cultura tecnologica in Italia?

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