Ue stringe sull’evasione: nel mirino anche Google e soci

La Commissione Ue ha proposto di rivedere la direttiva sulle sussidiarie: lo scopo è impedire che il trasferimento di profitti tra aziende e loro filiali in altri Paesi venga utilizzato per evadere il fisco in più Paesi. La nuova legislazione, spiega il commissario alla fiscalità Algirdas Semeta, “non è dedicata” alle grandi compagnie come Google, Facebook, Apple, di recente accusate di aver evaso le tasse in diversi Paesi, “ma affronta un problema che esiste non solo tra i grandi nomi ma anche tra molte altre aziende che usano questi schemi per evadere le tasse”. Si tratta, spiega Semeta, di un problema che ogni anno non fa arrivare nelle casse degli Stati parecchi miliardi. La direttiva sulle sussidiarie è stata originariamente concepita per prevenire società dello stesso gruppo, con base in diversi Stati, dall’essere tassate due volte. Ma alcune società hanno sfruttato le regole europee e le differenze nella tassazione tra gli Stati per evitare di pagare le tasse tout court.

La Commissione chiede quindi ai 28 Stati membri di adottare le stesse regole contro l’abuso fiscale da parte delle società. E modifica la direttiva in modo che non vi siano più eccezioni che diano il pretesto alle aziende per evadere. Al momento la direttiva obbliga gli Stati a dare alle aziende una esenzione fiscale sui dividendi che ricevono dalle loro filiali in altri Stati. Ma in alcuni casi gli Stati dove risiedono le filiali classificano questi dividendi come pagamenti deducibili. Con il risultato che queste somme non vengono tassate in nessuno Stato. Ed è questa un’altra cosa che cambierà con la revisione della direttiva che Bruxelles chiede agli Stati di approvare entro dicembre.

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