Tlc: Stati membri divisi sul pacchetto, perplessità su tempi di adozione

Continua il travagliato percorso del pacchetto di ristrutturazione del settore tlc proposto lo scorso settembre dalla Ue. Pur permanendo la condivisione degli obiettivi di fondo, restano molte perplessità sulle modalità per raggiungerli, e altrettanti dubbi sui tempi da seguire con chi chiede di spingere sull’acceleratore come Italia, Germania e Olanda, e chi invece vuole prendersi tutto il tempo necessario come Francia, Bulgaria e Slovacchia. Il pacchetto telecom proposto dalla commissaria Ue all’agenda digitale Neelie Kroes, già criticato da buona parte del settore, non fa l’unanimità nemmeno tra gli stati membri, che hanno espresso per la prima volta la loro posizione al Consiglio tlc.

Se c’è un consenso unanime sulla necessità di rilanciare il mercato unico delle tlc e gli investimenti, diversi sono i nodi sollevati. Tra questi, i provvedimenti per l’eliminazione del roaming, per molti paesi non adeguati allo scopo che si vuol raggiungere vista anche la confusione che si creerebbe con le regole già adottate ma non ancora entrate in vigore. Dubbi anche sull’autorizzazione unica per gli operatori tlc, che secondo alcuni potrebbe, anziché semplificare, aumentare i costi e l’incertezza giuridica.

Restii quasi tutti i paesi a concedere più poteri alla Commissione in materia di frequenze e spettro, mentre diversi stati hanno espresso perplessità anche sulla tutela dei consumatori ritenendo i propri standard più elevati di quelli proposti da Bruxelles. I paesi con i mercati tlc più piccoli o periferici, tra cui Croazia, Malta, Repubblica ceca, Irlanda, Ungheria, Cipro e Portogallo, hanno poi messo in guardia dal “rischio di predominio di oligopoli” a svantaggio della concorrenza tra operatori. “Rifletteremo alla proposta e decideremo come farla avanzare“, ha concluso la presidenza lituana dell’Ue. Ed è qui che si giocherà la partita tra chi vuole chiudere, come la Commissione, entro la fine del mandato dell’Europarlamento, sotto la presidenza greca dell’Ue, e chi invece vuol far slittare il pacchetto a più tardi. Berlino ha dato il suo “incoraggiamento alla presidenza greca ad adottare il pacchetto perché si possa procedere”, e anche l’Italia ha auspicato che il lavoro “cominci subito, con un approccio costruttivo”, sotto la presidenza lituana “in modo da mettere in condizioni la presidenza greca di concludere il dossier”. Contraria su tutta la linea Parigi, secondo cui la proposta della Kroes va “rivista in modo radicale” dedicandole “tutto il tempo necessario”. Atene, intanto, ha dato la sua disponibilità a chiudere il dossier come tutti gli altri che saranno ancora aperti sotto la sua presidenza.

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