Datagate: nuove rivelazioni di Snowden, Nsa usa cookie e “spia” app smartphone

Nuove rivelazioni da Edward Snowden: gli 007 americani e britannici userebbero i cookie di Google e le altre big della rete per spiare i movimenti  degli utenti sulla rete. Poichè sotto l’ascolto della NSA sarebbero finite anche le app caricate sugli smartphone, localizzare eventuali sospetti ovunque si trovino nel mondo. È l’ultimo capitolo della saga del Datagate, portato alla luce dal Washington Post sulla base di nuovi e scottanti documenti sottratti da Edward Snowden che, al New York Time, ha rilasciato anche una breve intervista, nella quale ribadisce cosa lo spinge a spifferare tutti i segreti della potentissima National Security Agency (Nsa): “Spero che tutto questo serva a una maggiore trasparenza. Ciò che più mi preoccupa – afferma – è che l’azione di sorveglianza della Nsa è una cosa che non può teoricamente succedere, ma che viene di fatto realizzata giorno dopo giorno senza che la maggioranza della popolazione nei sia al corrente e sia consapevole di quanto sia vulnerabile”. 

Le ultime rivelazioni mettono in luce come l’attività di spionaggio della Nsa vada ben oltre il controllo e la raccolta di dati su telefonate, e-mail, sms, chat e persino videogiochi. Gli 007 americani, insieme ai colleghi britannici della Gchq, si servono di quegli strumenti che i giganti del web utilizzano per tracciare i consumatori, per memorizzare i loro siti web preferiti e scoprire così i loro gusti, al fine di realizzare degli annunci pubblicitari mirati e dunque più efficaci. Sono i cosiddetti web cookie, e la Nsa li cavalca per scopi ben diversi da quelli degli inserzionisti. Grazie a questa intrusione gli 007 sono in grado di ‘seguirè i movimenti in rete degli internauti, con l’obiettivo di individuare persone, computer e siti sospetti, da attaccare anche con operazioni di hackeraggio. Non è tutto. La Nsa starebbe anche spiando le app caricate da milioni di persone sugli smartphone – dagli iPhone della Apple ai modelli Android di Google – grazie alle quali sono in grado di localizzare le persone.

Insomma, ce n’è abbastanza per rinfocolare l’annosa polemica sulla privacy. Con le associazioni a difesa dei diritti dei cittadini e de consumatori che hanno sempre avuto nel mirino l’uso dei ‘cookiè. L’industria pubblicitaria ha sempre sostenuto che il ricorso a tali strumenti informatici è del tutto innocuo. Anzi, i benefici per i consumatori sarebbero superiori alle eventuali criticità. Ma la consapevolezza di essere spiati mentre si naviga su internet potrebbe riaccendere il dibattito.

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