BIP Mobile: cronaca di una morte annunciata

Era il 20 settembre 2012 quando venne lanciato il nuovo operatore mobile BIP Mobile, operatore low cost e no frills.

Accattivanti i valori di cui doveva essere portatore il testimonial Wilie E. Coyote e  riassunti nella trilogia: Be Smart, Be Fast, Be Simple. Ambiziosi gli obiettivi, dettati dalla necessità di garantire un rapido ritorno degli investimenti, con un milione di clienti al primo anno e cinque milioni in quattro anni. Prezzi aggressivi, costruiti anche in funzione della riduzione prevista nei costi di terminazione (regolamentati). Infine, struttura aziendale snella (un centinaio di persone), sapiente utilizzo dell’outsourcing e investimenti promozionali rilevanti (si parlava di 100 milioni di euro).

bip-mobile-defaultIl modello di business virtuale. Può stupire chi non frequenta le telecomunicazioni, ma in questo settore gli attori si differenziano, tra le altre cose, in funzione del loro livello di infrastrutturazione. In particolare, nei servizi di rete mobile, accanto agli operatori maggiori, verticalmente integrati, con proprie frequenze, antenne e tutte le funzioni produttive e commerciali interne, si sono sviluppati negli ultimi anni operatori “virtuali”, che accedono alle diverse risorse produttive attraverso accordi di tipo commerciale. E’ un po’ come se la FIAT rifornisse di motori e pianali i propri concorrenti. Le telecomunicazioni devono però scontare il peccato originale del monopolio da cui provengono e quindi va bene così.

Il valore della virtualità. In sintesi, nelle more di un mercato perfettamente concorrenziale, ben vengano operatori alternativi ai soliti noti, a patto che siano in grado di garantire minori livelli di prezzo e/o superiori livelli di innovazione di prodotto/servizio.

La situazione. Come riportano le cronache, a dicembre 2013 il servizio offerto da BIP Mobile agli oltre 200.000 clienti attivi è stato interrotto per effetto del contenzioso in atto tra la società e il suo principale fornitore (Telogic), che a sua volta si riforniva presso uno dei principali operatori (H3G). Negli scambi di comunicati stampa al vetriolo vengono descritte le motivazioni, con accuse reciproche  su responsabilità, inadempienze e comportamenti scorretti. Sullo sfondo, accuse di disparità di trattamento che avrebbero costretto BIP Mobile ad operare sottocosto, innescando la crisi finanziaria. Senza dimenticare l’istruttoria aperta (su denuncia BIP Mobile) in sede Antitrust per comportamento anticoncorrenziale da parte degli altri operatori in materia di distribuzione commerciale. Da adesso in poi si arricchiranno gli avvocati, ma l’epilogo appare chiaro.

Di prezzo si può perire. La leadership di prezzo è una strategia concorrenziale da manuale, ma richiede un ferreo controllo di tutti i fattori produttivi e l’ottimizzazione del processo di approvvigionamento, a maggior ragione quando le risorse utilizzate sono sostanzialmente tutte di provenienza esterna. Inoltre, aspetto non meno rilevante, tutto funziona fino a quando nel mercato non si accentua il confronto competitivo da parte degli operatori infrastrutturali (che controllano direttamente tutti i fattori produttivi) proprio sul fattore prezzo. E’ proprio quanto è accaduto nel 2013 nel settore delle telecomunicazioni mobili.

Chi di prezzo ferisce, di prezzo può perire.

 

 

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