Catricalà: “Tim Brasil è strategica per Telecom Italia”

Il tema della vendita della controllata Tim Brasil resta al centro dell’attenzione italiana ed estera alla vigilia del Cda del 16 gennaio. Dopo le ipotesi, smentite da Telefonica, su una cordata con l’operatore locale Oi e con Carlo Slim, e il successivo rilancio di voci di mosse autonome del magnate messicano, i consiglieri attendono qualche aggiornamento sul fronte brasiliano dall’a.d di Telecom, Marco Patuano, che ha più volte ribadito come la controllata sia strategica per il gruppo, anche se ha aperto ad eventuali offerte irrinunciabili. In ogni caso possibili proposte dovranno passare sotto la lente dei consiglieri indipendenti, che proporranno di istituire un comitato ad hoc per giudicare eventuali offerte, da qualsiasi parte provengano, per una maggior tutela contro i conflitti di interesse. Il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, in un’intervista all’Huffington Post segnala di augurarsi che il gruppo italiano non ceda le attività brasiliane. “Spero – afferma – che questo non accada. Credo che Tim Brasil sia strategica per Telecom, certamente non lo è per lo Stato Italiano, ma per Telecom sì. C’è preoccupazione, anche perché se vendesse anche Tim Brasil avrebbe ancora meno spinta a liberarsi della rete”.

Durante il Cda sul caso Tim Brasil i consiglieri avranno sul tavolo la lettera e lo studio del numero uno di Findim che valuta la controllata fino a 30 miliardi contro una capitalizzazione di mercato inferiore ai 10 miliardi e un valore di tutta Telecom di 15 miliardi. Fossati nella sua lettera puntualizza che “ben difficilmente potranno ravvisarsi le condizioni” perchè Tim Brasil venga dismessa e, quasi provocatoriamente, aggiunge che “solo un prezzo di molto superiore al valore di mercato può compensare la perdita di chance insita in una partecipazione strategica”. 

 Sul fronte della governance, altro tema caldo, Patuano risulta aver sondato studi legali per capire quali interventi siano possibili alla luce delle posizioni emerse all’ultima assemblea, in particolare sulle richieste di un superamento del sistema che assegna alla lista di maggioranza la nomina dei quattro quinti del Cda. Già giovedì potrebbe partire una riflessione sull’argomento mentre non risultano essere state ancora incrociate le agende per convocare un’eventuale riunione del board a febbraio dedicata alla governance. Di certo risulta superato il tema della nomina di un nuovo presidente, essendo l’attuale Cda in scadenza all’assemblea di aprile e vista la bocciatura da parte dei soci, il 20 dicembre, di tutte le candidature di nuovi amministratori.

 

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