Fossati: riformare la governance di Telecom Italia, soggetto indipendente alla Presidenza

Marco Fossati, azionista di Telecom al 5% tramite Findim, torna a scrivere al Cda sul tema della governance in vista delle proposte da portare in assemblea, che già a dicembre aveva chiesto la revoca, non concessa, del Board di Telecom Italia. Constato che non ci sono oggi le condizioni per trasformare Telecom, come avrebbe voluto in prima istanza, in una public company,  rivolge “raccomandazioni minime” come “la maggioranza del Cda composta da indipendenti e che il Cda sia presieduto da un soggetto indipendente meglio se selezionato nella lista di minoranza”.

Findim “è profondamente convinta che Telecom debba aspirare a diventare la prima vera public company italiana e che questo sia il presupposto perché possa avviarsi su un percorso di crescita di valore da troppi anni sacrificato a interessi particolari” ribadisce Fossati in una lettera arrivata ieri sul tavolo dell’a.d del gruppo, Marco Patuano. “A questi fini appare chiaro che la governance debba essere profondamente riformata” almeno introducendo il voto con proporzionalità pura, la nomina alla presidenza del capolista della seconda lista più votata, in caso di cessazione di un amministratore la nomina automatica del primo dei non eletti, il rafforzamento dei requisiti di indipendenza, il diritto di chiedere la convocazione del cda da parte di due amministratori e l’autorizzazione assembleare per operazioni straordinarie. “Prendiamo atto che in questo momento appare difficile che si creino un consenso tale da ricomprendere i 2/3 del capitale in assemblea come richiesto per l’adozione di modifiche statutarie” puntualizza Fossati ma “già oggi l’adozione di alcune modifiche di governance e la definizione di un nucleo minimo di presidi per il rafforzamento di una reale indipendenza e l’allineamento con le best practice internazionali appare indispensabile e non ulteriormente differibile“.

La lettera di Findim arriva in giornate turbolente per Telecom Italia. Oggi Tim Participacoes,  sua holding brasiliana, nega l’esistenza di trattative di fusione con la controllata brasiliana di Vivendi Gvt. La società in particolare in una nota diffusa nella notte chiarisce che Telecom non ha discussioni che riguardino un’operazione tra Tim e Gvt. Ricostruzioni di stampa rilanciano invece l’ipotesi di una fusione tra Tim Brasil e Gvt precisando che l’idea non piace al numero uno di Telefonica Cesar Alierta.  

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