Internet of Everything: quali sono le principali minacce alla sicurezza?

Secondo il rapporto dell’Osservatorio sull’Internet of Things (IoT), nel 2013 in Italia si contano sei milioni di oggetti interconnessi tramite rete mobile, con un aumento su base annua del 20%, ed aumenta la consapevolezza di dover garantire la sicurezza di questi oggetti.

IOTCon il termine Internet of Things ci si riferisce ad un’ampia gamma di oggetti di uso quotidiano che dispongono di  capacità computazionale, dispositivi che si rendono riconoscibili attraverso la rete e che sono in grado di scambiare dati sul proprio stato ed acquisire informazioni fornite da altre entità in rete. E quando da questo contesto si passa a quello dell’Internet of Everything, nel quale si aggregano alle cose processi, persone, dati, lo scenario non può che diventare ancora più complesso.

La rapida diffusione dell’Internet of Things ha ovviamente attirato l’interesse del crimine organizzato e della comunità di hacking mondiale: per questo motivo gli esperti di sicurezza prevedono un sensibile aumento del numero di attacchi informatici dai quali, per sviluppare un ecosistema Ioe realmente sostenibile, sarà necessario imparare a difendersi. È cruciale, infatti, valutare attentamente le principali minacce informatiche e il livello di esposizione delle informazioni gestite dai dispositivi connessi..

I principali fattori di minaccia? Sono:

  • Botnet e attacchi basati su malware – I codici malevoli sono tra le principali minacce all’Internet of Things, essi possono essere utilizzati per compromettere una qualsiasi componente delle architetture IoT. Un malware può essere utilizzato per infettare un computer per il controllo dei dispositivi intelligenti, o peggio potrebbe compromettere il software di ciascuno dei dispositivi per alterarne il comportamento. Di recente gli esperti della Symantec hanno individuato un nuovo Linux worm concepito per infettare specificamente i dispositivi dell’Internet of Things e utilizzarli per l’invio di email di spam, per inviare messaggi SMS a numeri a pagamento oppure per utilizzarli in attacchi DDoS.
  • Denial of service – Attacchi di tipo DoS possono colpire ciascuna delle component del IoT causando un interruzione temporanea di un servizio oppure la sua paralisi totale.
  • Ampliamento superficie di attacco – Non sempre chi sviluppa device da inserire in un contesto IoT/IoE lo fa con la dovuta attenzione per la sicurezza. Quei dispositivi per i quali sono stati ignorati i principi del “security by design”, ovvero dell’implementazione di requisiti di sicurezza in fase di progetto, rappresentano l’anello debole della catena di sicurezza. Compromettendo il termostato di un forno oppure un contatore intelligente, un hacker potrebbe avere accesso alla nostra rete di casa e causare anche seri danni. Contestualizzando il discorso a un qualunque ambito industriale ci si rende conto dell’importanza della sicurezza per ciascun dispositivo, e dell’impatto che la mancata osservanza dei principi di sicurezza potrebbero avere sull’interno processo produttivo.
  • Violazioni di dati – Aziende e privati devono essere consapevoli della possibilità che un attaccante possa avere accesso alle informazioni gestite da reti di dispositivi intelligenti.
  • Esposizione accidentale delle informazioni – Le informazioni gestite dalle componenti di un sistema IoT potrebbero essere accidentalmente perdute oppure esposte. Symantec in un interessante articolo sul tema fornì l’esempio dell’auto del proprio amministratore delegato che diffondeva informazioni sulla sua posizione, ma molte sono le informazioni sensibili che potrebbero essere rivelate da una rete di dispositivi intelligenti.
  • Hacking dei dispositivi – Hackers potrebbero trovare il modo di compromettere un dispositivo affinché possa eseguire compiti differenti da quelli per cui è stato progettato.

Gli esperti non hanno dubbi, il numero di attacchi contro i dispositivi “smart” è in rapido aumento e gli hacker affineranno nuove tecniche per compromettere queste architetture che in pochi anni saranno in ogni dove. La sicurezza è un aspetto fondamentale per lo sviluppo dell’IoE, l’utilizzo di dispositivi intelligenti offre un ventaglio di opportunità infinito alla nostra società. Ma l’IoE potrebbe nascondere anche numerose insidie, se non venisse sviluppato con la dovuta attenzione alle problematiche inerenti la sicurezza.

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Pierluigi Paganini è Chief Information Security Officer presso Bit4Id, un’azienda leader nella fornitura di soluzioni per l’Identity Management basate su infrastrutture PKI. Ricopre anche il ruolo di capo editore per la nota rivista statunitense Cyber Defense Magazine e vanta una esperienza di oltre venti anni nel settore della cyber security. La passione per la scrittura e la forte convinzione che la sicurezza sia una materia che la conoscenza sulla Cyber Security vada condivisa lo ha spinto a fondare il blog Security Affairs, recentemente insignito del titolo di “Top National Security Resource for US.” E' membro dei gruppi di lavoro del portale “The Hacker News" e dell’ ICTTF International Cyber Threat Task Force, è inoltre autore di numerosi articoli pubblicati sulle principali testare in materia sicurezza quali Cyber War Zone, ICTTF, Infosec Island, Infosec Institute, The Hacker News Magazine e molte altre riviste. E' membro del gruppo Threat Landscape Stakeholder Group dell'agenzia ENISA (European Union Agency for Network and Information Security). Ha pubblicato due libri "The Deep Dark Web" e “Digital Virtual Currency and Bitcoin” rispettivamente sulla tematiche inerenti Deep Web ed i sistemi di moneta virtuali.

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