Trend Micro: nel 2013 crescono le minacce globali, nel mirino app e dati personali

Trend Micro ha presentato il report 2013  “Guadagnare sulle informazioni digitali” che mostra come le falle nella sicurezza e gli attacchi cyber criminali hanno praticamente reso impossibile mantenere al sicuro le informazioni private e finanziarie, durante l’ultimo anno. Il report spiega nel dettaglio i grandi attacchi che hanno coinvolto l’online banking, i dispositivi mobile e le infrastrutture in generale.

Considerato che, notano da Trend Micro, le informazioni sono la nuova valuta corrente, che il 2013 abbia visto una crescita dei furti digitali non lascia stupiti. I criminali informatici esperti in tecniche sofisticate per impadronirsi di numeri di carta di credito, conti bancari e persino informazioni di identificazione personale in pochi minuti, hanno preso il posto dei ladri tradizionali.

Nel corso del 2013 si è assistito a un “perfezionamento” delle vecchie minacce. Il numero di infezioni legate a minacce informatiche di banking online, ad esempio, è aumentato per tutto il corso dell’anno, anche nei paesi che in precedenza non venivano presi di mira dimostrando quanto già previsto ovvero che i criminali informatici avrebbero migliorato gli strumenti esistenti anziché crearne di nuovi.

Sul fronte della sicurezza mobile, si è assistito, già all’inizio di settembre 2013, al superamento del milione di unità da parte delle minacce informatiche mobili e delle app ad alto rischio. Il volume attuale ha addirittura raggiunto quota quasi 1,4 milioni, con 1 milione di nuove app dannose e ad alto rischio scoperte solo nel 2013.

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La copertura mediatica degli attacchi mirati si è leggermente contratta nel 2013, ma abbiamo continuato a rilevare campagne di attacchi mirati in tutto il mondo. È emerso che gli attacchi hanno preso di mira vari paesi, tra cui Brasile, Francia e Germania.

Nel complesso, anche se gli attacchi ai dati personali si verificano già da tempo, essi non hanno mai segnato la consapevolezza del pubblico tanto quanto è avvenuto nel 2013. La ricerca di informazioni personali è stato un tema di grande richiamo lo scorso anno, messo in evidenza dal dibattito sulle rivelazioni fatte trapelare da Edward Snowden  e allo scandalo successivo noto come Datagate, sul monitoraggio dei cittadini da parte dello stato. È anzi possibile che il 2013 abbia spinto le persone a rivolgersi una delle domande più importanti dell’attuale “era digitale”: come possiamo tutelare le nostre informazioni personali? Per lo più, la risposta può essere duplice: divulgare di meno o individuare soluzioni in grado di proteggerci.

“L’anno scorso abbiamo visto crescere le falle nei sistemi di sicurezza, il numero di malware e le minacce ai dispositivi mobile. Tutto questo ha inciso sulla vita di tutte le persone, in tutto il mondo” – ha dichiarato Raimund Genes, CTO Trend Micro – “Oggi più che mai, i consumatori in generale ma anche le aziende, devono essere bravi nel capire le loro vulnerabilità e quali misure di sicurezza adottare per essere protetti al meglio contro i furti di dati e la compromissione della privacy. Il nostro report evidenzia i grandi problemi del 2013, ma fornisce anche indicazioni sulle evoluzioni delle minacce e le contromisure da prendere”.

Dando uno sguardo più da vicino alla situazione italiana, dal report di Trend Micro emerge che l’Italia nel primo trimestre 2013 occupava il quinto posto nella classifica dei paesi con il maggior numero di reti botnet, rete di computer che vengono “manovrate” a distanza all’insaputa degli utenti. L’Italia nel ultimo trimestre del 2013 è entrata nella sfortunata top ten dei paesi maggiormente colpiti da malware diretti al settore finanziario e dell’online banking. Si è posizionata all’ottavo posto, affiancandosi a Canada e Australia e precedendo di poco Francia e Germania mentre il BelPaese è la terza nazione al mondo per spam inviato, la quinta  più a rischio privacy a causa dell’utilizzo delle applicazioni  (al primo posto troviamo l’Uganda) ed è quarta al mondo per numero di app maligne Android.

 

 

 

 

 

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