Big data e privacy: Obama avvia consultazione per conoscere l’opinione dei cittadini

Barack Obama lancia una campagna di ascolto per tastare il polso dell’opinione degli americani su questo tema al centro di tante polemiche. L’iniziativa si chiama: “Big Data e privacy: cosa significano per te”. Basta cliccare sul sito della Casa Bianca, per partecipare a una sorta di consultazione di massa, in cui raccontare online, in modo anonimo, la propria idea di tecnologia, come ha cambiato la nostra vita e come dovrebbe tutelare sicurezza ma anche difendere la nostra vita privata.

A spiegare il senso della campagna, in un video John Podesta, ex capo di staff di Bill Clinton e oggi consulente di Barack Obama e presidente proprio del gruppo di lavoro su big data e privacy della Casa Bianca: “Il 17 gennaio scorso – esordisce Podesta – il presidente Obama ha parlato al Dipartimento di Giustizia in merito alla riforma dell’uso della tecnologia e della rete nel settore della sicurezza nazionale, e come queste tecnologie possono tutelare la privacy di tutti. Per questo è stato deciso di dare vita a una inchiesta lunga 90 giorni circa le nostre politiche in merito al rapporto tra i big data e la privacy, per capire meglio come la raccolta di informazioni influenza il nostro modo di vivere, e il nostro modo di lavorare, e come questi dati sono stati utilizzati dalle università, dal settore privato e dal governo. Si tratta – conclude Podesta – di una questione complessa che colpisce ogni americano. Per questo vogliamo sentire i vostri commenti e condividere le vostre opinioni”.  

La consultazione arriva dopo l’ondata di scandali che hanno colpito l’amministrazione americana con le rivelazioni di Edward Snowden sulle capillari attività di sorveglianza portate avanti dalla National Security Agency. Non solo i cittadini ma anche i big della rete, sebbene per motivi diversi, si sono uniti al coro di protesta levatosi contro tali azioni: Mark Zuckerberg ha personalmente telefonato a Obama per lamentarsi della mancanza di provvedimenti efficaci a tutela della privacy, e sulla stessa lunghezza d’onda si è posto Larry Page di Google.

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