WSD – Aria

Per qualche minuto, prima di iniziare a scrivere, sono stata indecisa se intitolare queste righe “Respiro”.
L’ho messo da parte. Mi sembrava riduttivo e penosamente new age.
Al suo posto ho scelto “Aria”, una cosa che ha a che vedere con il Fuori.  Ciò che è fuori è sempre interessante.
Ecco, fuori, fuori da noi, c’è (rullo di tamburi, arriva La banalità, signori, la banalità devastante!)… l’aria.
L’aria che respiriamo e che teniamo così poco in considerazione.
Negli uffici, spesso, manca l’aria, non solo in senso figurato.
In inverno, tendiamo a riscaldare i nostri ambienti come se dovessimo favorire la schiusa delle uova.
In estate, affidiamo al condizionatore il ruolo di rinfrescarci le idee.
Siamo chiusi dentro luoghi che VOGLIAMO privi di ossigeno. Chi è più masochista dell’Uomo che Produce?

RespirareL’aria, ovvero il contatto con lo spazio aperto, fa bene. Tutti gli uffici dovrebbero avere un luogo che consenta di respirare aria mentre si lavora. E questo luogo NON è il balcone sul quale si va a fumare. È un luogo di lavoro. E quindi è bello, ordinato, pulito, verde, curato. Vivo. Perché noi siamo vivi e meritiamo di ricordarcelo. 

Ma ci priviamo dell’aria, talvolta, a prescindere. Lavoriamo senza prendere aria con i polmoni anche quando siamo seduti alle nostre scrivanie.
Fateci caso, la prossima volta. Scrivete mail senza respirare, presenziate a riunioni tenendovi compresso il diaframma, lavorate sui social network della vostra azienda in una vera e propria apnea. Prendere aria è una questione di esercizio. Provate a concentrarvi, per esempio, su quella particolare forma di apnea provocata da Twitter.

Twitter è, tra tutti i social, quello che maggiormente vi rende cianotici. La sua velocità, la sua compulsività, mal si accordano al ritmo del respiro. L’aria, nei vostri polmoni, non entra. E talvolta non entra per ore. Se iniziate la mattina scrollando la timeline mentre bevete il caffè, prestate attenzione al fatto che state ingurgitando roba bollente senza respirare (e spesso leggendo cretinate, ma questa è un’altra storia). E sono solo le 8 del mattino.

Un corpo che non respira, che non si concede aria, è un corpo che non vive. O, quantomeno, è un corpo che vive male.
Se vivete male, lavorate male.
Aprite le finestre, rivendicate una stanza all’aria aperta e mettetevi una mano sullo sterno. Ci siete, eh. Vivissimi.

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