Tecnologia e moda si incontrano: l’accordo tra Google e Luxottica

I dispositivi tecnologici non sono più solo per “geeks“, ma con l’avvento delle wearable technologies, l’importanza dell’aspetto e della comodità dei prodotti tecnologici è diventata quantomeno pari a quella delle loro funzionalità.

Google_LuxotticaNe è conferma il recente accordo tra Google e Luxottica che porterà entro il 2015 al lancio sul mercato di  Ray-Ban e Oakley in versione Google Glass in modo da far apparire alla moda chi li indossa e rendere questo prodotto qualcosa che gli utenti vogliano indossare ogni giorno e ovunque il che fino ad oggi sembrava essere uno dei suoi principali problemi. L’annuncio di questo accordo ha portato ad un aumento del 4% del valore delle azioni Luxottica in un solo giorno, ma ha anche sollevato interessanti questioni di carattere legale però.

Fino ad oggi le tech companies erano solo interessate a registrare i loro prodotti come brevetti industriali al fine di assicurarsi un’esclusiva sulle loro funzionalità e un recente esempio è stata la domanda di registrazione di Google del gesto del “cuore” per significare il “like” di fronte ad una telecamera come quella montata sui Google Glass.

Ma anche la protezione del design dei prodotti tecnologici sta acquistano un ruolo decisivo. Questa è registrabile a condizione che il disegno sia nuovo e abbia carattere individuale e quindi non identico a precedenti prodotti e suscettibile di generare un’impressione nel pubblico diversa da altri prodotti. E il breve termine di durata dei diritti di esclusiva sul design di 5 anni estendibile fino a 25 anni che per altri settori è uno dei principali problemi, non sembra rilevante per il settore della tecnologia dove il ciclo di vita dei prodotti sta diventando sempre più breve.

Ma se la moda esorterà gli utenti a portare il proprio device sempre con loro, questo suscita anche degli interrogativi in relazione alla tipologia di dati e informazioni che possono e potranno sempre più essere raccolti e facilmente condivisi anche attraverso social media tramite questi dispositivi solleva questioni rilevanti in materia non solo di privacy, ma anche tutela della riservatezza delle informazioni accessibili.

In questo contesto il quesito è relativo a quali obblighi siano a carico degli utenti e produttori di tali apparecchi. Chi indossa i propri Google Glass all’ultima moda dovrà fornire un’informativa privacy e chiedere il consenso al trattamento dei dati personali di tutte le persone che incontra e le cui immagini potrebbero essere registrate? O basterà che i terzi siano informati che il dispositivo sta registrando delle immagini tramite una luce pulsante come quella di recente apposta sui Google Glass?

Allo stesso modo, sarà proibito indossare questi dispositivi ad esempio nei luoghi di lavoro? Un documento riservato potrebbe essere infatti fotografato e condiviso con migliaia di persone in pochi secondi con le wearable technologies. E i datori di lavoro potrebbero utilizzare queste tecnologie per monitorare i loro dipendenti e contestargli eventuali violazioni.

Foto-Luxottica-Google-GlassCome la maggior parte delle società ha già adottato un regolamento interno sull’utilizzo dell’email, social media ed Internet in conformità con le indicazioni del Garante per il trattamento dei dati personali, una simile policy è probabile che sarà adottata in merito all’utilizzo delle tecnologie indossabili al fine di evitare abusi da parte dei lavoratori e consentire ai datori di lavoro di contestare attività illecite compiute dai propri dipendenti tramite informazioni e dati il cui utilizzo altrimenti sarebbe illecito.

E l’illiceità del trattamento dei dati personali diventerà un problema tanto più rilevante con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento comunitario in materia di privacy che prevedrà sanzioni pari al 2% del fatturato annuo mondiale di una società.

Quanto detto in precedenza è tanto più interessante se si considera che l’incontro tra tecnologia e moda renderà questi dispositivi sempre più invisibili, nascosti in indumenti alla moda e quindi non facilmente identificabili. Ciò renderà ancora più importante la necessità di conformarsi alla normativa in materia di trattamento dei dati personali che con l’entrata del nuovo regolamento comunitario sopra richiamato sarà vincolante anche per i soggetti non stabiliti nell’Unione europea, ma che offrono i propri prodotti ad utenti europei.

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