Smart device e fitness: intervista a Davide Viganò

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Davide Viganò è CEO di Heapsylon.

Il vasto mondo dei wearable device si sta configurando come uno degli ambiti più promettenti, in termini di possibilità di business, nell’ottica dell’Internet of Things: una recente ricerca di ABI Research stima, ad esempio, che il mercato dei device intelligenti indossabili toccherà 90 milioni di spedizioni nel solo 2014. Cifre che danno conto di un fenomeno in espansione che oggi riesce a coniugare tecnologia e fitness, in un circolo virtuoso che piace ai clienti e che trova nella salute e nella medicina la sua naturale evoluzione.

Ne abbiamo parlato con Davide Viganò, CEO di Heapsylon, azienda americana di passaporto ma italiana nel cuore e nelle competenze, che mira a “progettare, sviluppare e produrre dispositivi indossabili per la rilevazione biometrica che migliorino la vita delle persone“. I suoi prodotti Sensoria Fitness sono stati recentemente premiati in occasione dell’Italian Innovation Day 2014 svoltosi Museo della Storia del Computer a Mountain View, nel cuore della Silicon Valley.

Ci parli della linea di prodotti Sensoria

I prodotti Sensoria sono essenzialmente indumenti, come calzini, reggiseni sportivi e maglie, che incorporano sistemi di sensori fatti al 100% da tessuto. Prendiamo ad esempio i calzini sportivi Sensoria: particolari sensori che rilevano pressione e forza integrati nel tessuto, riescono a rilevare l’attività, la cadenza e la forza di impatto dell’utente. Questi calzini sportivi Sensoria viaggiano con un piccolo dispositivo da collocare alla caviglia, che comunica i dati raccolti in tempo reale direttamente all’applicazione mobile Sensoria, consentendo all’utente di monitorare la propria attività e rilevare la tecnica di impatto del piede in tempo reale tramite comunicazioni audio.

Come vi è venuta l’ispirazione per questi prodotti?

I cofondatori di Heapsylon, compreso me, sono tutti italiani e hanno un background nel mondo delle tecnologie avendo lavorato precedentemente per Microsoft. Verso la fine del 2010 abbiamo iniziato a capire che c’era la grande opportunità per gli indumenti sportivi, e in generale per il settore della moda, di reinventarsi tramite la tecnologia e quindi abbiamo deciso di creare degli indumenti che incorporassero un “computer” ma comunque fornissero una sensazione naturale ed avessero un aspetto elegante e alla moda.

Uno degli episodi decisivi nella nostra attività di sviluppo si è verificato durante una visita di Mario Esposito, il nostro Chief Technology Officer, ad uno Starbucks nella sua zona. La moglie di Mario si è versata accidentalmente del caffè sulla scarpa e ha ovviamente sentito un senso di bruciore sul piede. Questa esperienza ci ha fatto pensare che, piuttosto che avere una tecnologia da applicare sugli indumenti, dovesse il tessuto stesso essere una sorta di “computer”. Quindi abbiamo incominciato a svolgere ricerche e test a seguito dei quali sono “nati” i calzini sportivi Sensoria.

Sapevamo che c’erano materiali sul mercato che avevano cercato di svolgere la stessa funzione ma questi tessuti perdevano efficacia una volta lavati, il che ovviamente non è ideale per un indumento con cui bisogna allenarsi! Quindi dovevamo creare una nostra tecnologia di tessuti intelligenti che fossero lavabili ma allo stesso tempo molto sottili e comodi.

Molte società coinvolte nel settore delle tecnologie indossabili stanno coinvolgendo esperti di moda nella definizione del design dei propri prodotti come ad esempio nel caso del recente accordo tra Google e Luxottica relativo a Google Glass. Quanto importante è l’estetica per Heapsylon, o le funzionalità del prodotto sono tutto?

Vogliamo creare qualcosa che le persone vogliano indossare. La nostra vision è di creare una forma di tecnologia che sia “trasparente” per l’utente e che alla fine quasi scompaia all’occhio umano. Al momento il dispositivo da apporre sulla caviglia è un elemento chiave per i calzini sportivi Sensoria, ma anche con rifermento a tale dispositivo abbiamo ridotto le sue dimensioni di ben tre volte negli ultimi sei mesi. L’accordo tra Luxottica e Google è indicativo di quanto il design del prodotto sia divenuto importante per gli sviluppatori di tecnologie indossabili.

Heapsylon è una società di tecnologia, una società di moda o qualcosa di diverso?

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Vediamo noi stessi come il Gore-Tex® delle tecnologie indossabili, come una società che consente di svolgere delle attività. La nostra tecnologia può essere aggiunta come un “ingrediente” di un prodotto al fine di renderlo un indumento intelligente. Per esempio l’abbigliamento che vendiamo è prodotto da una società di moda italiana che conosce molto meglio di noi il settore manifatturiero. La nostra competenza principale è di immettere intelligenza nei prodotti. Ci sarà un tempo in cui i consumatori dovranno decidere se indossaare un indumento “stupido” o un indumento “intelligente“.

Sembra che il marchio e il design siano la chiave del successo dei nuovi prodotti indossabili. Quanto importante è la protezione di questi elementi per Heapsylon?

Molto importante. La proprietà intellettuale nei nostri prodotti esiste sia nei sensori tessili stessi che nell’approccio sistematico che utilizziamo nell’analisi dei dati raccolti tramite i sensori attraverso i nostri software. Heapsylon è coinvolta sia nella vendita dei nostri prodotti che nella concessione in licenza della nostra tecnologia a terzi tramite un kit di sviluppo Sensoria che consente di creare nuovi prodotti e applicazioni senza la necessità di reinventare quanto abbiamo già sviluppato. L’acquisto del kit di sviluppo Sensoria richiede la firma di un accordo di riservatezza e l’accordo di sviluppo con Heapsylon.

Abbiamo anche ricevuto conferma della nostra prima registrazione come design in Europa del dispositivo da apporre alla caviglia che si collega agli indumenti intelligenti.

I prodotti Heapsylon raccolgono molti dati dai loro utenti. Quali problematiche relative al trattamento dei dati personali raccolti avete dovuto affrontare?

I dati che i nostri dispositivi raccolgono sono da noi trattati e conservati in un sistema cloud protetto secondo modalità volte a tutelare la privacy dei dati. L’immediato accesso da parte dell’utente a questi dati è un aspetto importante dell’utilizzo dei nostri prodotti. Per esempio un corridore che vuole lavorare sull’impatto del tallone durante la corsa, desidera comprendere in tempo reale se deve cambiare il proprio stile di corsa. Attendere la fine della corsa e guardare un grafico quando ginocchio o sua schiena fanno male, non sarebbe molto di aiuto!

Usiamo i dati raccolti anche per migliorare i nostri prodotti ma secondo modalità che non consentono l’identificazione degli utenti. In ogni caso non condividiamo o vendiamo i dati. Quando l’utente desidera condividere i risultati della sua corsa con ad esempio il suo istruttore, il suo dottore o social media lo fa a propria discrezione.

Tuttavia le problematiche relative alla tutela dei dati personali divengono più complesse ora che ci stiamo muovendo nel settore dell’healthcare. A tal fine abbiamo avuto accesso a soluzioni cloud conformi con gli standard richiesti dal Dipartimento per la Salute americano che stiamo al momento valutando.

Facendo riferimento al settore dell’healthcare è un’area di crescita eccitante per Heapsylon. Quali opportunità ci sono per voi?

Ci siamo focalizzati inizialmente sul settore dell’abbigliamento sportivo. Tuttavia riteniamo che il futuro più interessante per Sensoria sia nel settore dell’healthcare per esempio assistendo pazienti con problemi relativi alla prevenzione di cadute e monitoraggio dell’equilibrio corporeo e del peso.   

L’assistenza ai diabetici, inoltre, è un settore per cui i calzini sportivi Sensoria potrebbero fornire un ruolo molto interessante. Sulla base di una ricerca svolta dal centro americano per il controllo delle malattie, ci sono 350 milioni di pazienti che soffrono di diabete nel mondo con un possibile aumento di questi numeri fino a mezzo miliardo entro il 2030 il che renderà tale malattia un problema di proporzioni molto elevate. I diabetici spesso hanno deficienze nei piedi dovute all’impossibilità di sentire il dolore in questa regione. Di conseguenza i danni ai piedi, che altrimenti sarebbero facilmente trattabili, degenerano con serie complicazioni e con il risultato che il 15-20% dei diabetici soffre di problemi molto gravi dovuti ad ulcerazioni che in alcuni casi comporta perfino l’amputazione. Le opportunità in tal caso sono chiare: se sviluppiamo una versione dei calzini sportivi Sensoria per diabetici possiamo sostituire la sensazione di dolore in modo da comunicarlo agli utenti (per esempio come quando le scarpe sono troppo strette) e prevenire complicazioni mediche.

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