Avanade: ecco come cambia il ruolo dell’IT in azienda

Secondo una recente ricerca commissionata da Avanade, società internazionale fornitrice di soluzioni tecnologiche e servizi, sui cambiamenti che coinvolgono il ruolo dell’IT in azienda, i budget dedicati alla tecnologia e ai processi decisionali sono sempre meno di competenza dei reparti IT, impegnati in questo periodo a ricoprire nuovi ruoli all’interno delle aziende.

Dai dati principali dell’indagine, condotta da Wakefield Research, emerge che Il 37% dei budget destinati alla tecnologia nel 2014 vengono controllati da reparti aziendali diversi dall’IT. Ciò significa che più di un terzo degli acquisti tecnologici complessivi di una società sono effettuati da persone che non riportano al CIO. La maggioranza dei responsabili aziendali – il 79% dei dirigenti C-Level – crede di poter prendere decisioni in ambito tecnologico migliori e più veloci per i loro reparti, quando l’IT non viene coinvolto.

La ricerca, che ha coinvolto 1.003 aziende e altrettanti responsabili IT, evidenzia una diffusa ridistribuzione dei budget e mostra come stia prendendo sempre più piede un nuovo modello di “services broker” per l’IT. Questo modello prevede che lo staff IT si consulti con le diverse aree aziendali per comprendere meglio le loro necessità e obiettivi, così da identificare quei servizi IT interni, esterni o disponibili attraverso i partner, in grado di rispondere a queste esigenze. Oltre un terzo dei reparti IT aziendali (il 35%) oggi opera con questa modalità. La ricerca evidenzia che, nelle aziende con reparti IT strutturati, il 58% degli uffici manifesta l’intenzione di estendere il ruolo dell’IT come services broker nei prossimi 12 mesi, il 74% in Italia. Inoltre, il 68% (74% in Italia) delle aziende afferma che il proprio reparto IT contribuisce in misura maggiore al raggiungimento degli obiettivi di business rispetto a tre anni fa.

L’IT ormai svolge un ruolo sempre più vicino alla consulenza nei confronti degli stakeholder interni e dei partner esterni. Infatti, l’83% degli intervistati ha affermato di essere d’accordo nel far interfacciare direttamente il personale IT con importanti clienti e partner in qualità di consulenti e l’Italia è in linea con questo dato con una percentuale pari all’86%, mentre il 66% (70% in Italia) delle aziende dichiara di avere intenzione di impiegare il personale IT come consulente aziendale entro i prossimi dodici mesi.

I dirigenti, per incoraggiare il cambiamento, si muovono affinché l’IT sviluppi competenze in aree chiave affinché possano trovare tecnologie innovative in grado di risolvere i problemi aziendali di dipendenti, clienti e partner, in un mondo sempre più digitale. Se i dirigenti C-Level a livello globale segnalano la necessità di maggiori competenze in ambito cloud (44%) e nei servizi di system integration (43%), in Italia al primo posto si attesta la system integration (44%), seguita da servizi di compliance, security e privacy (40%), user experience design (38%) e al quarto posto il cloud (36%).

Nonostante questi cambiamenti, il tempo dedicato alla gestione dei vecchi sistemi di legacy continua a occupare l’agenda del personale IT – il 36% del tempo del personale IT viene speso per la gestione e la manutenzione di sistemi legacy. Questo porta a una situazione cosiddetta “IT a due velocità”, in cui il personale IT deve occuparsi dell’assistenza ai sistemi legacy e al contempo garantire un’innovazione costante per far fronte alla concorrenza.

Il ribaltamento del controllo sulle decisioni in materia di tecnologia e budget ha creato una vera e propria tensione tra l’area IT e i decisori aziendali, pertanto è necessario che l’IT ripensi al proprio approccio, acquisendo nuove abilità per accrescere la propria influenza“, sostiene Anna Di Silverio, Amministratore Delegato di Avanade Italy. “Le aziende lungimiranti stanno posizionando il personale IT in un ruolo più consulenziale e, rispetto al passato, ne riscontrano un maggiore contributo nella realizzazione degli obiettivi e nel miglioramento dei risultati di business”.

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