BYOD e sicurezza: cosa ne pensano i dipendenti?

Il fenomeno del BYOD (Bring Your Own Device), ovvero la tendenza delle aziende a consentire ai dipendenti l’uso di device personali nel lavoro in risposta alla crescente abitudine degli stessi di integrarli nel contesto lavorativo, avrà un un impatto sempre più rilevante soprattutto nell’ottica della crescita di connessioni tra device e persone che l’Internet of Everything renderà sempre più realtà.

Il processo non è libero da rischi, tanto che una recente ricerca di Oracle evidenzia che quasi la metà (44%) delle aziende europee è ancora contraria al modello BYOD o lo consente solo in circostanze eccezionali e un ulteriore 29% ne restringe l’utilizzo ai soli dipendenti senior; il 22%, invece, vieta completamente la possibilità che i dati o le informazioni aziendali risiedano su dispositivi BYOD. La preoccupazione maggiore è la sicurezza delle informazioni: il 45% degli intervistati teme per la sicurezza dei dispositivi, il 53% per quella delle applicazioni e il 63% per quella dei dati.  Sempre più spesso, infatti, i dipendenti utilizzano password, dati e applicazioni fornite dalla propria azienda per lavorare in mobilità o in luoghi diversi e in caso di smarrimento del device queste informazioni non possono essere recuperate, causando una rilevante falla nella sicurezza dell’impresa.

Preoccupazioni che, stando ad una ricerca di  Centrify, non sono così lontane dalla realtà se pensiamo che il 15% dei lavoratori non crede di avere alcuna responsabilità nella protezione dei dati archiviati sui propri dispositivi personali. A fronte di questa situazione, diventa centrale incoraggiare i dipendenti a prendere sul serio le politiche aziendali sul BYOD. “È chiaro che le organizzazioni devono continuare a educare i dipendenti sui pericoli e i rischi della sicurezza ma, allo stesso tempo, devono anche guardare a soluzioni che tutelino i dispositivi e le applicazioni  a cui i dipendenti hanno accesso” afferma Michael Osterman, Principal Analyst di Osterman Research.

Centrify ha intervistato più di 500 dipendenti di medie e grandi aziende e ha trovato una distanza sorprendente tra la percezione del rischio BYOD e la realtà. Quasi la metà degli intervistati, dice Centrify, ha più di sei applicazioni di terze parti sui loro prodotti BYOD e più del 15% ha avuto il proprio account personale o la password compromessa. Il 43% ha accesso ai dati aziendali sensibili mentre naviga da una rete pubblica non protetta. Allo stesso modo molti dipendenti non comunicano all’azienda lo smarrimento o il furto del proprio device, lasciando così i dati aziendali esposti.

La domanda a cui la ricerca tenta di rispondere riguarda le azioni che le aziende dovrebbero mettere in pratica per evitare questi incidenti e sensibilizzare i propri dipendenti al riguardo.

La formazione dei dipendenti sui rischi BYOD è di solito una risposta convincente ma spesso questo approccio non risulta molto efficace. La maggior parte di loro, secondo la ricerca, non completa la lettura del documento relativo alla policy sulla sicurezza e il più delle volte firma senza pensare. Sulla scia di questi dati, le aziende si fanno sempre più diffidenti e stanno iniziando ad allegare un documento relativo dalla conformità alla policy per la sicurezza per i device BYOD alle prestazioni dei dipendenti fino ad arrivare alle richieste di risarcimenti per i danni alla sicurezza e, in casi estremi, al licenziamento.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here