Uber e il mito di Messi (ma non è il calciatore)

Voi adesso penserete: ma cosa c’entrano Uber e i recenti scontri di piazza dei taxisti milanesi con Messi?
Niente, ovviamente.
MessiNon è di Messi calciatore del Barcellona che vi voglio parlare, quanto piuttosto dei Messi notificatori. E loro sì, che c’entrano coi taxisti milanesi.
Niente di personale, ovviamente, contro questa categoria di lavoratori: si guadagnano il pane onestamente, facendo un lavoro nemmeno troppo simpatico.
Ma il problema è: a cosa serve, un messo notificatore nell’Anno Domini 2014 (dopo Cristo)? Soprattutto: ma come lavora, un messo notificatore? Bussa a porte, infila avvisi nelle buche delle lettere. Multe, atti giudiziari, avvisi di accertamento, qualsiasi cosa debba essere consegnata attraverso una “relata di notifica”.
Stando a sentire loro (i messi notificatori), un buon 25% della carta che si portano a tracolla non trova un destinatario: indirizzi sbagliati, omonimi, irreperibili.
Manco a dirlo: le spese delle notifiche sono a carico del destinatario. A Roma (salvo errori) la notifica di una contravvenzione costa 13,88 Euro. Anche se la multa è di 30 Euro. 30 + 13,88 = 43,88.
Fantastico! Paga il cittadino, quindi non è un problema per la PA.
Chissà se il cittadino è contento, però. Chissà se un sottoinsieme di cittadini (non dico tutti, per carità) fosse pronto a ricevere le multe e le altre notifiche via posta elettronica (certificata), cosa potrebbe succedere.
Che è un po’ come dire: cosa potrebbe succedere se uno chiunque di noi fosse libero di scegliere tra un taxi e un servizio efficiente come Uber.
Eppure, persiste il mito. Googolando, potrete trovare decine di concorsi per l’assunzione di decine di messi notificatori, dozzine di corsi di formazione per messi notificatori. Troverete persino le community online dei messi notificatori. Ventenni che inizieranno a fare i messi notificatori, e quindi dovremo immaginarli ancora in strada con la tracolla nel 2054. Quando probabilmente a Singapore o in Canada (ma forse anche in Ghana) le multe verranno notificate su display indossati come orologi o direttamente sulle lenti degli occhiali.
Ma noi no. Noi avremo ancora prestanti ed eroici messi notificatori. I quali, molto probabilmente, zigzagheranno per le strade cittadine imprecando contro prestanti ed eroici taxisti rigorosamente sempre senza POS (“c’ho la batteria scarica, dottò…), con gli ammortizzatori rigorosamente scarichi (soprattutto sui sampietrini romani, perché “ma lei, dottò, lo sa quanto mi costano gli ammortizzatori?”) e – soprattutto – alla guida di meravigliose Mercedes immatricolate nel 1990 (“dottò, queste sono macchine che possono fare anche tre milioni di chilometri”).
Uber? Ma quando mai! Cosa vogliono, questi abusivi?

MessoMa torniamo ai nostri Messi.
Volete sapere quanto guadagnano? Tra i 1.000 e i 1.500 Euro al mese, stando a quanto si dice sulle community online “di settore”.
Scooter, freddo, caldo, traffico, le inevitabili maledizioni (e anche qualche rappresaglia, sempre stando a quanto si dice sui loro forum), tutto compreso. Guadagnano sicuramente molto di più gli organizzatori dei mitici corsi per l’ottenimento dell’attestato di qualifica, ovviamente. Mi direte: “ma sono punti di PIL anche questi!”
Certo che sì.
Solo che sarebbero punti di PIL anche quelli che deriverebbero dagli stipendi di addetti alle notifiche online, di tecnici addetti alla gestione dei mail server, di formatori incaricati di insegnare un mestiere forse un pochino più interessante. O sbaglio?
Esattamente come potrebbe succedere se qualche taxista più illuminato riuscisse a capire che il futuro del trasporto urbano non può essere coniugato su una Lancia Dedra scassata del ’99, coi sedili marci e col POS rigorosamente assente o con le batterie “sfortunatamente” a terra.
L’ho già detto altrove, nei giorni scorsi: l’avvento delle ferrovie negli USA di metà ‘800 provocò un terremoto sul mercato del trasporto a cavalli. Nessuno si fece male: i cavalli tornarono a galoppare con meno stress, le stazioni di posta divennero antesignane dei bed & breakfast, i cavalieri divennero ferrovieri. Le grandi compagnie di Pony Express si trasformarono: chi comprò azioni di compagnie ferroviarie, chi aprì banche, chi inventò la carta di credito.
Persino i produttori di candele, dopo l’avvento dell’energia elettrica, seppero farsene una ragione.
Pare che persino i fabbricanti di pergamene, all’inizio del XIII secolo, siano riusciti a capire in tempo cosa stava succedendo tra Ravensburg e Fabriano e a riconvertire il loro business. E’ vero: qualcuno si mise di traverso anche allora (guarda caso, qualche burocrate padovano che nel 1236 emanò una norma che dichiarava privi di valore legale gli atti scritti su carta), ma la cosa durò fortunatamente pochissimo.
La regola è semplice, ed è semplice da secoli: esiste sempre qualcuno che si inventa qualcosa di migliore, e quello che non lo capisce per tempo paga.
Proviamo a rottamare i corsi e i concorsi per messi notificatori, creando opportunità di crescita professionale per i messi attuali. Oppure, se proprio vogliamo insistere a mantenere lo status quo, qualcuno abbia il coraggio di fare come il padovano del 1236 e metta fuori legge la posta elettronica.
Potremmo fare cassa vendendo licenze da messo notificatore, così avremo capannelli di messi in rivolta davanti ai provider di PEC.
E, mi raccomando: così come succede per i taxi, facciamo in modo che anche i messi abbiano i POS con la batteria sempre scarica.

 

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