Agostino Ragosa si è dimesso dall’Agenzia per l’Italia digitale. Lo fa sapere, in una nota, il ministero della Funzione pubblica. “A seguito di un amichevole colloquio con il Ministro Maria Anna Madia che gli ha rappresentato le esigenze connesse alla politica governativa di rinnovamento e discontinuità nell’amministrazione pubblica, e condividendo le finalità di questa politica – si legge nella nota – l’ing. Agostino Ragosa, ha rassegnato oggi le dimissioni. Ragosa ha manifestato la propria disponibilità a rimanere in carica fino all’insediamento del suo successore. Ciò consentirà di assicurare continuità all’attività dell’Agenzia e di definire le attività in corso, al fine di supportare il Governo in questa fase transitoria e di avvio di alcuni importanti progetti pubblici (relativi tra l’altro alla fatturazione elettronica, al sistema pubblico di identità digitale, all’anagrafe della popolazione residente), che l’Agenzia sta svolgendo con la Sogei e con i Ministeri interessati“.
Il Ministro Madia, anche a nome del Presidente del Consiglio, ha ringraziato Ragosa per il suo operato, “apprezzandone la sensibilità istituzionale dimostrata e il supporto che egli continuerà a fornire al Governo”.
L’annuncio arriva dopo giorni di indiscrezioni che avevano anticipato l’addio di Ragosa e dopo che si erano palesate incomprensioni tra il Ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, fresca di nomina quale responsabile dell’agenda digitale italiana. Secondo quanto riportato dalla stampa, la visione della ministra su come portare avanti la riforma digitale dell’Italia, era divergente da quella di Ragosa, senza contare il peso che, nell’intera vicenda, avrebbe avuto anche l’assenza di un bilancio approvato e diciassette mesi di lavoro che, nel complesso, non avevano prodotto poi molti risultati. L’incontro di oggi avrebbe dovuto provare se tali differenze di vedute potessero essere ricomposte o meno. Secondo altri rumor, sarebbe dovuta essere Elisa Grande, dirigente della Presidenza del Consiglio, la persona incaricata della sostituzione sino a nuova nomina.
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