Fatturazione elettronica, imprese e Pa: l’intervista a Liliana Fratini Passi di CBI

Liliana Fratini Pass
Liliana Fratini Passi è Direttore generale di Consorzio CBI – Customer to Business Interaction.

A poco più di un mese dall’effettiva entrata a regime della fatturazione elettronica per la Pa, è ancora presto per fare un bilancio di quella che è una vera e propria rivoluzione per la pubblica amministrazione e per chi con essa lavora. Ne abbiamo parlato con Liliana Fratini Passi Direttore Generale di Consorzio CBI – Customer to Business Interaction, che vanta una rete di associati di 600 Istituti Finanziari e circa 950.000 aziende. Innovazione, Agenda digitale, imprese e Pa: un confronto a tutto tondo per capire cosa sta accadendo e cosa ci aspetta per il futuro.

Iniziamo con i numeri: lei dirige il Consorzio CBI (Customer to Business Interaction) che attraverso la sua rete interconnette 600 Istituti Finanziari e circa 950.000 aziende, numeri impressionanti, soprattutto se poi la vostra mission è offrire servizi ad alto valore aggiunto come la Fatturazione Elettronica facendo da intermediario tra lo stato e le aziende. Ovviamente CBI gioca un ruolo importante anche nella gestione dei pagamenti/incassi SEPA, infatti siete il canale più utilizzato dalle imprese per i pagamenti telematici in Italia.
La vostra è una continua crescita, come si fa conciliare qualità ed efficienza in un Italia che invece ancora soffre?

Il mercato finanziario ha compreso da molti anni che la valorizzazione delle attività collaborative poteva rappresentare la chiave di volta per il miglioramento dell’offerta competitiva dei singoli Intermediari nei confronti della propria clientela (corporate e retail) attraverso la condivisione di infrastrutture/standard e linee strategiche. Nello scenario di incertezza dei mercati, che viviamo già da tempo, in cui l’attenzione all’investimento risulta primaria, il valore generato da investimenti cooperativi è pertanto in logica sinergica, e complementare, rispetto all’investimento del singolo.

L’importanza delle infrastrutture condivise è dimostrata in Italia dalla stessa infrastruttura del Consorzio CBI, che permette lo scambio di flussi finanziari e informativi tra gli istituti bancari, le imprese e la PA in grado di rendere più efficienti, dal punto di vista economico e organizzativo, le procedure di incasso, pagamento, riconciliazione e gestione documentale tra i soggetti stessi.

Il Consorzio CBI è da sempre pronto ad investigare e monitorare il mercato dei servizi finanziari con l’obiettivo di ridurre per i consorziati il costo del layer cooperativo, (architettura/rete) e dell’offerta dei servizi alle imprese con la definizione di standard, protocolli e livelli di servizio a supporto dell’interoperabilità finanziaria. E ciò si ripercuote positivamente anche sugli utenti finali, che beneficiano di partner di sistema.

Un ruolo centrale nell’Italia che si sforza di realizzare la sua trasformazione digitale. Questo è un periodo molto vivace per l’Italia Digitale, con la recente nomina del nuovo DG dell’ AgID e  l’evento Digital Venice, dove lo stesso Presidente del Consiglio M. Renzi e la VP UE Neelie Kroes hanno disegnato la nuova Europa Digitale con la cosiddetta Venice Declaration. Come vede questo momento?

Fondamentale in questo momento è Fare Sistema e mettere a fattor comune le proprie esperienze. Sono convinta che l’industria privata e la pubblica amministrazione possono compiere insieme in modo vincente questo passo fondamentale per restare competitivi a livello internazionale. Molto si potrà e si dovrà fare insieme. In questo momento siamo tutti consapevoli di essere passati alla fase del “fare”.

Il Semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea è sicuramente l’occasione per l’Italia di rispondere con forza alla grande scommessa di rilancio economico, sociale e culturale e recuperare il ruolo di co-protagonista nel contesto competitivo internazionale.

Ogni soggetto, pubblico e privato, sta compiendo ingenti sforzi con questo obiettivo comune in mente, attraverso la valorizzazione delle proprie best practice.

L’Industria Finanziaria Italiana, attraverso il Consorzio CBI, sta contribuendo al processo di digitalizzazione del Paese, ponendo al centro la soddisfazione delle esigenze di imprese, cittadini e Pubblica Amministrazione.

Veniamo ora alla Fatturazione Elettronica. Abbiamo già “festeggiato” il suo primo mese di “vita” ma prima di parlare del presente e del futuro, parliamo del passato. Che ruolo avete avuto nella realizzazione e nel raggiungimento di questo obiettivo?

Il 2014 verrà appunto ricordato come l’anno di avvio reale della Fattura Elettronica nel nostro Paese, dopo 6 anni dalla Legge Finanziario 2008, dopo circa 10 anni di impegno da parte dell’industria finanziaria nella creazione di standard e servizi a supporto della dematerializzazione e dell’ottimizzazione della financial value chian.

In relazione all’obbligo di fatturazione elettronica per le imprese fornitrici della P.A., il Consorzio CBI ha implementato la funzione CBI “Fattura PA”, che permette ai Consorziati l’invio di fatture elettroniche per conto delle proprie aziende creditrici e la ricezione per conto delle P.A. debitrici. L’obiettivo è quello di facilitare la dematerializzazione e l’integrazione dei processi sia nella relazione B2B che in quella B2G.

La collaborazione con le Istituzioni sul tema fattura, nata grazie alla riconosciuta expertise del Consorzio CBI che sin dal 2004 ha partecipato ai consessi internazionali e nazionali di standardizzazione sulla Fattura Elettronica, è stata attivata già in relazione alla stesura del primo decreto sulla Fatturazione Elettronica (nel 2008), ed ha permesso al Consorzio CBI di contribuire attivamente ai successivi lavori di fine tuning dello stesso decreto. Il Consorzio CBI è peraltro riconosciuto quale soggetto super partes nel rapporto PA–Industria finanziaria per abilitare lo scambio di Fatturazione Elettronica B2G.

Non bisogna infatti dimenticare che nella tratta B2B già nel 2007 avevamo affiancato alle tradizionali funzioni di incasso, pagamento ed informativi del Servizio CBI ulteriori funzioni di gestione documentale, ovvero di fattura elettronica, garantendo la piena interoperabilità tra i formati adottati dalle diverse comunità finanziarie internazionali.

Personalmente sono stata selezionata dalla Commissione Europea nel 2006 per prendere parte prima all’Informal task force on e-Invoicing, poi all’Expert Group on e-Invoicing (Gruppo di 31 esperti internazionali sul tema fattura elettronica), i cui lavori sono confluiti nel Final Report sulla fatturazione elettronica, primo framework comune di regole, modelli e standard per garantire l’interoperabilità delle soluzioni di fattura elettronica a livello europeo da cui sono partiti tutti i successivi approfondimenti in ambito Europeo e Italiano.

I vostri consorziati avranno sicuramente usufruito dei servizi che mettete a loro disposizione per l’emissione e l’invio della Fattura Elettronica. In attesa di leggere qualche numero su cosa sta succedendo a livello centrale, ci può già dare qualche dato dal punto di vista di CBI?

Sappiamo che le Pubbliche Amministrazioni stanno reagendo molto bene all’obbligo di legge. Le aziende si stanno attrezzando, ma molto si deve fare a livello informativo. Il percorso di dissemination della cultura della dematerializzazione è appena iniziato. E tutti gli attori del sistema devono darsi da fare per supportare questo importante cambiamento economico, sociale e culturale che non riguarda solo la fattura elettronica ma che riveste il tema del cambiamento verso il digitale nel suo complesso.

L’introduzione della FE è stata una grande conquista ed i vantaggi che porterà saranno enormi sia per la stessa PA, ma anche per chi invece deve fare uno sforzo per adeguarsi per emetterla. Ma ho avuto modo di raccogliere qualche lamentela dai “piccoli” in quanto non riescono a fare lo sforzo tecnologico necessario.
Lei pensa che si sarebbe potuto fare di più in questo senso, se si, chi e come avrebbe dovuto farlo?

Gli Istituti Finanziari sono in questo momento dei partner a 360 gradi per l’azienda, e considerando la molteplicità di postazioni di Corporate Banking Interbancario attivate per la gestione della tesoreria aziendale (sono ormai oltre 950.000 gli utenti della rete CBI in Italia), ciascuna impresa può contattare il proprio Istituto Finanziario di riferimento e richiedere supporto, in qualità di intermediario abilitato, attivando il servizio di “Fattura PA”. A tale funzione l’impresa, di concerto con l’intermediario, potrà associare servizi di pagamento, anticipo e rendicontazione, ma anche servizi più peculiari, e gestiti nella tratta competitiva, di conservazione a norma, di gestione dello scadenzario e delle dispute, che abilitano la riconciliazione automatica e la più completa digitalizzazione dei processi interni.

Parimenti l’Istituto Finanziario può operare da intermediario di “secondo livello” (alla stregua dei pagamenti F24), e pertanto l’impresa può affidarsi a commercialisti ed altri intermediari abilitati che potranno o meno avvalersi del servizio “Fattura PA” per la veicolazione della fatturazione elettronica.

Sono inoltre attivi altri strumenti a disposizione delle PMI, ad esempio il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione, che consente di generare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche relative alle transazioni concluse sul MePA, ma anche riguardanti altre operazioni.

Facciamo un passo nel futuro, la FE è oramai un fatto. Ma cosa vede come necessario per l’IItalia e per il salto che serve a rilanciare la cosiddetta Agenda Digitale? 

La volontà di creare un mercato efficiente e privo di vischiosità emerge a livello europeo in primis, partendo dall’Agenda Digitale Europea, il cui obiettivo principale è sviluppare un Mercato Unico Digitale per condurre l’Europa verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: la dematerializzazione diventa quindi una top priority. È necessario agire sulla cultura e sulla formazione verso ciascun attore del processo.

Lato imprese è necessario superare la resistenza a cambiare la gestione dei processi, spesso accompagnato dalla necessità di attendere il cosiddetto “ricambio generazionale”.
Lato Pubblica Amministrazione fino ad oggi, data la complessità del quadro sulla governance italiana, e il basso commitment dello stato centrale, si è assistito ad una frammentazione delle iniziative, anche esemplari, a livello locale, che a volte sono frenate da ritardi burocratico-procedurali. In questo quadro è necessario replicare le best practice e ottimizzare il patrimonio informativo nazionale progettando sistemi interoperabili.
Ancora diverso il rapporto con i cittadini: la cultura e il modo di pensare devono orientarsi verso il digitale attraverso una maggiore consapevolezza, un processo di maturazione e formazione sulle opportunità ed anche sui rischi.

La Banca d’Italia, proprietaria del SIOPE (Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici) auspica che prima o poi si crei un ponte tra i dati della FE ed i dati dello stesso SIOPE, con immaginabili effetti anticorruzione e di controllo. Pura utopia, o immagina che sia praticabile, qual è la sua idea?

In tema di strumenti anti-corruzione lo stesso programma del Semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea cita più volte misure di lotta e prevenzione alla corruzione.
Ritengo che la fattura elettronica possa costituire uno degli strumenti che alimentano il circolo virtuoso tra ottimizzazione dei processi aziendali, fluidità nelle relazioni commerciali tra aziende, maggiore trasparenza nelle relazioni tra aziende e intermediari finanziari, semplificazione delle operazioni di accesso al credito, finanche controllo anticorruzione.
Sul tema il Consorzio CBI ha peraltro contribuito alla costruzione di strumenti per prevenire e contrastare l’infiltrazione di capitali illeciti all’interno delle procedure di affidamento e realizzazione degli interventi pubblici d’interesse nazionale attivando, insieme al Ministero dell’Interno il servizio di “Monitoraggio Finanziario” di tutti i flussi connessi alle grandi opere, diventato obbligatorio con la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge numero 90, e che ha già permesso di monitorare i conti di 175 aziende appaltatrici e subappaltatrici impegnate nella realizzazione d’infrastrutture strategiche. Per un totale di oltre 6.500 operazioni e circa 1,2 milioni di euro.
Pertanto non solo sul tema della Fattura Elettronica, l’esperienza e il vantaggio competitivo acquisito in questo ambito costituisce un prezioso asset che l’industria bancaria mette a disposizione dell’azione del Governo, sia da un punto di vista tecnico – per il supporto all’individuazione di standard di e-invoicing interoperabili a livello europeo che conducano all’ottimizzazione del rapporto costi/benefici, sia per le imprese private e che per l’amministrazione pubblica – sia  da quello della regolamentazione – per la costruzione di un supporto normativo che garantisca il pieno sviluppo delle iniziative e la valorizzazione di quelle in essere, mantenendo tutti i requisiti per un effettiva competitività dei sistema Paese.

 

 

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here