IoT e smart home: la casa intelligente piace alle persone e alle tech company

Case intelligenti capaci di creare ambienti accoglienti e senzienti, puntando all’efficienza energetica e la sicurezza grazie alle tecnologie e alle reti. Da tempo la domotica, ovvero quel settore di studio che si focalizza su come le tecnologie, appunto, possano migliorare la qualità della vita nelle case, promette di innovare la vita nelle mura domestiche. Ma è con il concreto avvento dell’Internet of Everything che da immagini futuristiche ci si sta velocemente avvicinando alla realtà di case capaci non solo di svolgere funzioni parzialmente autonome o programmate dall’utente, ma sempre più “senzienti” e autonome.

smart homeNon è un caso che negli ultimi mesi anche la aziende meno tradizionalmente legate al mondo della sensoristica e delle reti, come le grandi compagnie tech mondiali, si siano fortemente interessate ad un comparto che, con i 50 miliardi di device connessi entro il 202o secondo previsioni Cisco, rischia di esplodere da un momento all’altro. E d’altra parte l’attenzione da parte degli utenti non manca: da un sondaggio internazionale condotto da D-Link sulle aspettative del mercato in termini di applicazioni, prodotti e canali distributivi, i consumatori appaiono informati e interessati al tema della connected home. In Italia l’attenzione è tutta sulla sicurezza domestica (oltre il 60%), seguita dal controllo dei consumi energetici. Tra i prodotti da acquistare prevalgono le videocamere IP e i sensori di movimento e quelli applicati alle porte, e tra gli strumenti per gestire la “casa connessa” vince lo smartphone (50,1%).

Google, Samsung, Apple e Microsoft, solo per restringere il campo ai principali attori degli ultimi mesi, si stanno muovendo a loro volta a grandi passi vero la smart home.

L’ultima in ordine di tempo ad essere entrata nel mondo della domotica è Samsung, con l’acquisizione di SmartThings, startup del settore tecnologico che ha condotto una campagna di successo su Kickstarter dove ha raccolto 1,2 milioni di dollari di finanziamento. La campagna ha poi portato alla creazione del SmartThings Hub che permette di controllare diversi tipi di dispositivi di automazione domestica dalla sua piattaforma SmartApps. Samsung, in questo modo, rafforza il suo impegno nel settore che agli inizi di luglio si era già concretizzato nella fondazione, con Intel e Dell, dell’Open Interconnect Consortium: un nuovo consorzio con cui le grandi vogliono definire requisiti di connettività per i miliardi di device, anche quelli utilizzati in ambito domestico, che stanno dando vita all’Internet of Everything. Secondo il Financial Times la mossa del colosso coreano potrebbe essersi resa necessaria anche in risposta alla concorrenza delle competitor cinesi nel mercato smartphone, competizione che ha portato Samsung a perdere il primato delle vendite in Cina con un forte  impatto sugli utili del gruppo. L’internet delle cose potrebbe riaccendere le performance della divisione elettrodomestici di Samsung, a lungo vista come un business a basso margine di crescita.

Mesi fa l’acquisizione di Nest, azienda americana che produce termostati e rilevatori di fumo intelligenti da parte di Google per 3,2 miliardi di dollari, ha aperto ufficialmente la corsa alla creazione di sistemi per le case interconnesse cui si sono succeduti importanti accordi nei mesi successivi. Google e Nest hanno poi acquistato Dropcam, azienda impegnata nella produzione di webcam e sistemi di sicurezza, per un costo di 555 milioni di dollari, e il colosso di Mountain View ha Google anche deciso di aprire le porte a sviluppatori e compagnie esterne al fine di realizzare applicazioni e servizi capaci di comunicare con i propri dispositivi. Termostati e dispositivi di sicurezza a breve potranno così dialogare con smartphone e smartwatch.

homekitAttenzione anche agli strumenti per gestire concretamente la casa interconnessa del futuro arriva da Apple che, in occasione della passata conferenza dedicata agli sviluppatori, ha annunciato HomeKit, un framework di sviluppo che permetterà ai produttori di elettrodomestici intelligenti di scrivere software con cui far interagire i loro sistemi con iPhone, iPad e iPod Touch. La casa di Cupertio ha specificato di aver collaborato con un grande numero di importanti marchi del mondo degli elettrodomestici e della domotica, come ad esempio Cree e Haier, per creare il sistema. Utilizzando i device supportati si potrà gestire la chiusura e l’apertura di porte e finestre, gestire le luci (timer, spegnimento, accensione, intensità, colore, ecc), le prese, gli interruttori, i termostati, il climatizzatore, gli impianti audio, gli antifurti, ecc.

Recentemente Microsoft si è impegnata sul fronte domotica  puntando su  un nuovo acceleratore, iniziativa con la quale start-up potranno trovare le risorse necessarie a tramutare le proprie idee in prodotti e soluzioni: saranno dieci le startup che parteciperanno al programma che si svolgerà da settembre a dicembre di quest’anno. “L‘obiettivo di questo Acceleratore è semplice: aiutare una nuova generazione di aziende a creare case più intelligenti e più sicure“, ha dichiarato Steven Guggenheimer, chief evangelist di Microsoft Developer Experience. Siamo convinti che nel tempo la domotica cambierà radicalmente il modo in cui interagiamo e gestiamo le nostre case – rendendole più efficienti, comunicative e, infine, più sicure.”

E gli utenti non stanno a guardare. Ciò che fa ben sperare nel futuro del settore è anche la grande attenzione che le persone stanno riservando alla domotica. Se è vero che sino ad ora l’attenzione verso la connected home era riservata a piccoli  segmenti di consumatori, recentemente le cose stanno cambiano. Lo dimostra la crescita del mercato della casa intelligente fai-da-te (DIY) segmento alimentato da un’ondata di nuovi prodotti che i consumatori acquistano, installano e gestiscono da soli. NextMarket prevede che la casa intelligente fai da te raggiungerà i 7,8 miliardi dollari negli Stati Uniti entro il 2019. “Le prime generazioni di prodotti per le case intelligenti erano costose e spesso richiedevano un installatore professionista“, dice Michael Wolf, analista della NextMarket Insights. “Ma negli ultimi anni le nuove tecnologie hanno reso la casa intelligente più conveniente e accessibile per il consumatore medio.”

Ultra tecnologiche, intelligenti e autonome nelle azioni: saranno davvero così le case del futuro?

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