India stringe su fatturazione on-line: ricadute anche su e-commerce mondiale?

In India nuove restrizioni sul fronte della fatturazione elettronica potrebbero avere importanti conseguenze a livello internazionale nel settore dell’ecommerce: l’impatto potrebbe incidere soprattutto sui big del commercio online, come Google Play, Amazon India e Uber. A sottolineare il rischio è TechCrunch che riporta come la Reserve Bank of India (RBI) abbia affermato che le transazioni on-line tramite carte di credito per l’acquisto di articoli e servizi in India devono essere fatte attraverso una banca all’interno del paese e svolgersi in rupie. L’obiettivo è quello di evitare il deflusso di valuta straniera.

Come spiega l’Indian Express, questa iniziativa può incidere sulle aziende online di livello globale, che organizzano le proprie transazioni con carta di credito attraverso un percorso di pagamento internazionale, bypassando la verifica dei passaggi richiesti dalla RBI. La RBI ha aggiunto che, anche se le sue nuove restrizioni entreranno in vigore immediatamente, le imprese avranno tempo fino al 31 ottobre 2014 per rispettare le nuove regole.

Il sito indiano di news Medianama, osserva che non è ancora chiaro se le restrizioni imposte dalla RBI riguardino acquisti effettuati solo in India o se avranno un impatto su tutti gli acquisti effettuati utilizzando carte indiane all’interno dei confini indiani. Anche se le restrizioni avranno un impatto negativo sugli affari online delle imprese estere in India, Medianama osserva che l’iniziativa della Reserve Bank si tradurrà in un aumento del business per i portali di pagamento indiani e le banche, visto che tutti i commercianti effettueranno transazioni attraverso gateway di pagamento indiani.

E che si tratti di un mercato dalle enormi potenzialità lo dimostra il business che imprese e app stanno portando in India: di recente è diventato il più grande mercato per la app Uber al di fuori degli Stati Uniti. Il servizio infatti è ora disponibile in 10 città indiane, lo stesso numero di quelle coperte dalla app rivale Olacabs, ma probabilmente sconterà il prezzo di queste nuove limitazioni a vantaggio dei competitors locali: Olacabs, infatti, che ha sede a Mumbai potrà avere vita più facile proprio grazie alle restrizioni imposte dalla RBI alle aziende ubicate all’estero.

Amazon, intanto, continua gli investimenti in India, ormai considerato come uno dei suoi più importanti mercati in costante crescita. La compagnia ha annunciato di recente che in futuro prevede di investire 2 miliardi di dollari nel mercato indiano, in concomitanza con la dichiarazione della rivale Flipkart, che ha sede a Bangalore, di aver ricevuto 1 miliardo di dollari in nuovi finanziamenti da parte di Tiger Global Management e Naspers.

Al momento Uber e Google non hanno ancora rilasciato commenti, mentre Amazon India afferma che rispetterà tutte le normative imposte dalla RBI.

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