WSD – Silenzio

Il silenzio è la condizione meno nota del nostro tempo, quella nella quale ci troviamo così raramente da aver perso le coordinate del comportamento.
Non solo fatichiamo a mantenere il silenzio lì dove ci viene chiesto dall’educazione (il cinema, una chiesa) ma siamo completamente alla deriva quando non c’è una regola che ce lo imponga. Urliamo sui mezzi pubblici, siamo rumorosi nei bar e per strada, infestiamo i nostri luoghi lavorativi di una presenza che passa prima di tutto dalla voce.
Quanti di noi si alzano quando ricevono una telefonata, sia anche lavorativa, sul cellulare? Quanti non fanno caso al rumore della propria tastiera aggredita con violenza? Quanti non sanno stare zitti a un corso di formazione?

silenzio-oroAbbiamo perso l’Idea di Silenzio, quella profonda. E il percorso per recuperarla passa anche dai luoghi lavorativi, che sono lo spazio che abitiamo per la maggior parte del tempo. Bisognerebbe iniziare dal suo opposto, il Rumore. Se ne è parlato qui, tempo fa.
Saperlo riconoscere non è facile.
Da una parte siamo abituati a “tollerare” che attorno a noi ci sia il rumore degli esseri umani, lo stesso rumore al quale diamo il nostro -per nulla fondamentale- contributo, dall’altra non definiamo “rumore” le mail che riempiono la casella di posta e alle quali pensiamo di dover rispondere compulsivamente, i messaggi che richiamano il dovere della nostra reperibilità verso il contesto sociale, tantomeno riconosciamo il frastuono delle riunioni improvvisate, delle emergenze che non sono mai tali e spesso sono l’ansia di altri.
Incapaci di allontanarci dal rumore di fondo, abbiamo abbandonato il gusto per il nostro silenzio. Abbiamo smesso di difenderlo, e il silenzio se ne è andato.

E no che non è facile, allontanare il Rumore, lasciarlo lì. Ché è meglio rispondere alle mail a blocchi, si capisce l’andamento della giornata; è meglio chiudere WhatsApp e dimostrarsi meno presenti all’istante, perché non è vero che ci siamo davvero; è meglio lasciare che tra l’emergenza e la risposta all’emergenza passi il pensiero… è meglio, semplicemente. Fa bene. Perimetra il nostro spazio che non è vuoto, perché ci siamo noi stessi. E con se stessi, si parla solo quando è importante.
Il resto è ascolto, del silenzio bellissimo, pulito, che abbiamo dentro.

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