#VEMFWD2015: imprese, tecnologie e business, la parola chiave è investire

Una giornata all’insegna dell’innovazione e delle imprese che, innovando, realizzano il futuro. E’ VEMFWD2015 che si è svolto lo scorso venerdì nella cornice del MAST a Bologna. Il doppio significato, quello letterale di albero maestro e quello simbolico di must come dovere, fanno della Fondazione bolognese, un luogo dove le nuove tecnologie interattive e fotografia industriale convivono per creare un’esperienza innovativa e ispirante per giovani e imprenditori, la cornice ideale del convegno di VEM Sistemi che fa della necessità dell’innovazione un must, appunto, per il futuro dell’imprenditorialità italiana.

3-Innovation-GrowthLa giornata è stata l’occasione per fare non solo il punto dell’esperienza di VEM Sistemi ma soprattutto per mettere a fattor comune un modello di innovazione di impresa che si fonda su alcuni concetti chiave dominato da quello sulla necessaria spinta al cambiamento dei modelli di business. Il tutto con uno sguardo posto costantemente al futuro, all’IoE come opportunità globale, ma anche al cloud computing come evoluzione necessaria delle infrastrutture di impresa. Approccio che ha portato i suoi risultati: “800 mila euro è il valore degli investimenti  complessivi fatti come gruppo VEM aggiornati a settembre 2014” spiega l’Amministratore Delegato Stefano  Bossi che ha aperto i lavori “Ciò dimostra che è solo con investimenti nelle competenze e nei modelli organizzativi che si riesce ad anticipare e intercettare il cambiamento.” E’ questo il futuro delle imprese italiane ed “è questo che permette a VEM di  essere oggi un insieme di cose hybrid, delivery company, service company, consulting company, sofware company.

Ma il futuro è fatto anche di presente, con nuove logiche che abilitino il cambiamento e che facciano la differenza come il cloud computing: “il cloud non è solo un’infrastruttura tecnologica né solo storage ma anche una istituzione economica, luogo di governance, trasparenza e responsabilità. Il cloud è per tutti una sfida organizzativa di cui andare fieri” ha spiegato il Prof. Carlo Alberto Carnevale Maffè del Dipartimento di Management dell’Università Bocconi, in un intervento che ha puntato a raccontare il cloud quale elemento vivo e non astratto, concretamente disruptive. L’elemento da cui non si può prescindere è quello di osservare e capire quello che sta accadendo oggi: “Stiamo passando da un modello basato da volumi per prezzi, cioè quanto vendo a che prezzo, a uno di membership per subscription, cioè quanto si paga per appartenere a un sistema. Facciamo partire ogni progetto e startup sul cloud come se fosse una sala parto dello spirito imprenditoriale perché l’imprenditorialità oggi non è più sintesi additiva ma sottrattiva: si parte dal tutto e si toglie quello che non serve.” Una riflessione che porta direttamente all’intervento di Guido De Simoni Research Director di Gartner il quale ha aggiunto che: “bisogna collaborare con i partner e con i vendor che permettono di agire rapidamente, per andare verso nuovi modelli e modi di lavorare.“

Non mancano i casi di eccellenza, aziende che hanno già guardato avanti e hanno deciso di investire in soluzioni tecnologiche di alto livello per ridefinire il business, ha spiegato Gabriella Attanasio, Direttore Tecnico di VEM sistemi introducendo la seconda parte della mattinata dedicata ad alcune esperienze concrete di successo. Dal caso di Azimut Holding, passando per Co.ind Group per arrivare al brand del lusso La Perla, l’innovazione passa per sfide, soluzioni e per lo sfruttamento delle opportunità che il cloud porta con sé quando diventa elemento fondante e ri-fondante.

La sintesi della giornata la traccia l’Ad Bossi secondo il quale alla base del futuro delle imprese di domani vi è “l’investimento in capitale umano ed environment, ambiente di lavoro.” E’ su questi due elementi che si combatte la vera guerra dei talenti. Talenti che vanno cercati e costantemente messi nella condizione di dare il loro apporto alla strategia complessiva: “VEM ha investito in formazione quasi mille euro pro-capite per dipendente – spiega Bossi – un impegno fortissimo. Basta riflettere che, a titolo di esempio, in aziende che hanno bilanci netti di 1 milione, uno sforzo simile al nostro rappresenterebbe una voce del 10%”. Per molte imprese questo investimento nelle risorse viene percepito come rischioso, dal momento che esse potrebbero lasciare l’impresa in qualunque momento per spostarsi in altri contesti e portando con sè il bagaglio di conoscenze costruito in azienda. Ma è qui che interviene l’ambiente: “creare spazi che permettano alle persone di lavorare in un ambiente è fondamentale e stimolante. VEM lo sta facendo da anni senza trascurare nessuna delle sue sedi.” Infine serve quel “pizzico di follia e di visionarietà“, che è la chiave per saltare sul treno del futuro. 

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