Assintel: aziende IT verso “punto di non ritorno.” Urge svolta digitale

Un mercato sostanzialmente fermo in cui le aziende dell’Information Technology, se non adegueranno velocemente ai nuovi paradigmi digitali, riformulando sia la propria offerta sia i propri processi interni, sono destinate a restarne ai margini, perdendo l’opportunità di agganciarsi alla crescita. E’ quanto emerge dal nuovo Assintel Report 2014, ricerca annuale sul mercato del Software e Servizi IT in Italia effettuata da Nextvalue per conto di Assintel, l’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio – Imprese per l’Italia. Lo studio è stato reso possibile anche grazie al contributo di InfoCamere, Ingenico, Kaspersky Lab, MCube.

Una scelta non più procastinabile: Il divario digitale in senso ampio è oggi la nuova forma di disuguaglianza ed interessa trasversalmente la società civile e quella imprenditoriale. Alle aziende tecnologiche spetta un ruolo poliedrico: raccogliere la sfida interna di innovarsi per non soccombere alla crisi, diventare “portatrici sane di innovazione” verso i propri clienti, e infine fare massa critica per sollecitare il sistema politico a creare le condizioni necessarie allo sviluppo“, commenta Giorgio Rapari, Presidente di Assintel e della Commissione Innovazione e Servizi di Confcommercio. “Noi imprenditori ce la stiamo mettendo tutta, ma il contesto legislativo, fiscale, infrastrutturale da troppo tempo ci rema contro. Servono cambiamenti concreti e rapidi, perché comunicare l’ottimismo senza fargli seguire i fatti rischia di essere controproducente: nel medio periodo si perde la fiducia di chi ci aveva creduto”.

I dati nel dettaglio fotografano un mercato IT che nel 2014 vale 24.300 milioni di euro, con una lievissima crescita del +0,7% rispetto allo scorso anno, dovuta in gran parte alle buone performance dei segmenti legati alla trasformazione digitale. L’hardware continua a contrarsi (-1,6%) trascinato dal declino dei PC, attorno al -20%, e solo in parte controbilanciato dalla crescita di smartphone (+9,3%) e tablet (+5%). Il software tiene banco (+1,1%), rallentato dal segno meno dei software di sistema (-4,4%) e dei vecchi gestionali (-8,3%), mentre i segnali postivi arrivano da Digital Marketing (+29,1%), Internet of Things (+13,6%), Business Intelligence, Analytics e Big Data (+6,2%), connessi con la trasformazione del consumatore digitale.

I servizi IT continuano a decrescere (-1,7%), trascinati dal ribasso delle tariffe professionali. Le note positive sono legate alla consulenza manageriale (+2,1%) e ai servizi di datacenter (+3,3%), quelle negative riguardano i servizi di system integration e sviluppo software (-3,2%), di infrastruttura (-6,3%) e la formazione (-5,2%). Inarrestabile, invece, la crescita dell’universo del cloud computing (+22%), sia nella componente classica (+33%) sia in quella di Business Process as a Service (+13%).

Continuano a calare tutti i segmenti di mercato legati alla spesa pubblica in IT, che nel contempo innesca forti dinamiche di downpricing a svantaggio delle aziende dell’Offerta: PA Centrale -4,1%, Enti locali -3,9%, Sanità -3,1%. Anche il Commercio resta negativo (-1,6%), l’Industria è ferma (-0,2%), mentre tornano a crescere i big spender: Banche (+3,2%), Assicurazioni (+3,1), TLC (+3,3%) e Utility (+4,4%). Sono in lieve ripresa gli investimenti in IT delle Grandi Aziende (+0,8%) mentre restano negativi quelli di Piccole (-3,4%) e Micro imprese (-2,3%).

E per il futuro? Il panel intervistato in occasione della ricerca conferma la recrudescenza della crisi: salgono al 72% le imprese che destinano meno del 2% del loro fatturato in IT, soglia minima per poter sostenere una politica di crescita. Il 34% delle aziende ha un budget IT in lieve crescita, il 31% in diminuzione e il 35% invariato.
E’ in corso un trend di progressiva esternalizzazione: il 56% del budget IT è dedicato all’acquisto di prodotti e servizi esterni, in crescita per il 29% dei rispondenti. Fortunatamente resta al 20%, come lo scorso anno, la percentuale dedicata ai nuovi progetti.
Nell’elenco di quelli già messi in porfolio o in via di inserimento per il 2015 spiccano ai primi 3 posti i progetti legati alla Business Intelligence/Analytics/Big Data (48% dei rispondenti), l’area del Content Management (44%) e quella degli ERP (36%).
Gli investimenti con intenzione e priorità maggiori sono quelli in Business Analytics e Big Data, a seguire quelli in CRM e in Datacenter-on-premises.

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