L’ #IoE nella prevenzione delle catastrofi naturali: quali scenari?

La rivoluzione portata avanti dall’Internet of Everything impatta ed impatterà ancora di più tutti gli ambiti della vita di persone, città, organizzazioni. Tra gli scenari reali di sviluppo dell’IoE si fa notare, ultimamente, l’impatto sulla prevenzione ed individuazione di catastrofi naturali o prodotte dall’uomo: terremoti, incendi, valanghe, alluvioni e quanto altro può essere rilevato e misurato grazie all’uso combinato di sensori, big data e rete.
Come avvenuto lo scorso agosto in California, quando grazie a ShakeAlert, un sistema di allarme rapido che monitora e rileva l’attività sismica, i cittadini sono stati allertati con 10 secondi di anticipo di un imminente terremoto di magnitudo 6.0. Quali sono quindi alcuni possibili utilizzi dell’IoE nella prevenzione delle catastrofi? Ne fa alcuni esempi Anne Field, giornalista, tra gli altri, del New York Times.

Prevenzione incendi
A causa dei cambiamenti climatici e attività dolose, l’aumento degli incendi boschivi rende necessaria un’attività di rilevamento e monitoraggio più intensa in alcuni periodi dell’anno, specialmente durante l’estate. In questo ambito opera il Remote Sensing Applications Center di Salt Lake City, che fornisce un servizio di monitoraggio degli incendi di circa 180 foreste nazionali, per un territorio complessivo di oltre 193 milioni di ettari.
Attraverso un programma di mappatura degli incendi, il Centro svolge quella che viene definito “rilevamento tattico e strategico”: un utilizzo di sensori satellitari per determinare la posizione e la dimensione degli incendi in Stati Uniti e Canada.

Grazie ai dati raccolti da numerosi sensori posizionati in alcune stazioni a terra, congiuntamente a quelli satellitari, un computer elabora le informazioni in tempo reale producendo mappe dettagliate che identificano altitudine, longitudine e intensità degli incendi. A questi si aggiungono 4 sensori per l’osservazione termica, ciascuno con un diverso livello di risoluzione spaziale.
Le attività del Centro sono il frutto di più di 10 anni di esperienza e si spinge oggi verso soluzioni IoE, sperimentando sensori più evoluti in grado di rilevare dati a 30 metri anziché 1 km.
L’uso di aerei e mappature a infrarossi si combina inoltre con sistemi di invio dati in tempo reale grazie alla rete, interpretati poi dal personale di terra per l’elaborazione di mappe dettagliate e l’invio di informazioni ai soccorsi locali.

Terremoti
shakealert-uiCostituiscono una delle sfide più interessanti per l’IoE nella prevenzione delle catastrofi naturali, a causa della loro difficile previsione e della rapidità con cui si manifestano.

Il sistema ShakeAlert, creato due anni fa e utilizzato ancora in versione beta, rileva le cosiddette onde P che precedono le onde S, quelle che poi effettivamente scuotono il terreno e generano danni.
Grazie a una collaborazione tra Berkeley, Caltech, l’Università di Washington e la US Geological Survey con i suoi 300 sensori posizionati in tutta la California, ShakeAlert raccoglie i dati e, attraverso vari algoritmi, è in grado di capire se è in arrivo un terremoto e avvisare in tempo reale sulla posizione e l’incidenza dell’imminente sisma, permettendo ai coordinatori dell’emergenza di recuperare secondi preziosi nella messa in atto dei protocolli necessari.
Certo, 10 secondi di preavviso non sono sufficienti per un’evacuazione totale, ma spiega  Jennifer Strauss, responsabile delle relazioni esterne per il Laboratorio sismologico di Berkeley, “il nostro obiettivo principale è essere in grado di allertare i soccorritori meglio posizionati sul territorio, al fine di mitigare i rischi e i danni derivanti dall’imminente scossa“.
Limitare alcuni incidenti derivanti da un terremoto, dando alle persone il tempo di nascondersi in un punto stabile della casa o montando sugli ascensori sensori che impediscano la chiusura delle porte, significa ridurre il numero di persone di cui vigili del fuoco e paramedici devono occuparsi dopo il sisma, permettendo di concentrarsi sui grandi problemi.
Il Dipartimento di Gestione delle Emergenze di San Francisco sta sperimentando ShakeAlert e conta di passare al più presto dalla fase di prototipo ad un sistema di allarme pubblico su vasta scala.

Scenari importanti per l’Internet of Everything grazie al quale la connessione tra dati, persone, processi e cose potrà contribuire in modo concreto alla prevenzione strutturata delle catastrofi, con grandi benefici non solo in termini di vite umane ma anche di riduzione di danni e, di conseguenza, di spese.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here