Joint Open Labs: quando l’impresa supporta la formazione e i talenti

Enrico Polese
Enrico Polese è Senior Project Manager di Open Innovation Research di Telecom Italia.

Università e imprese italiane sempre più vicine per fare e promuovere innovazione, guardando al business, ai giovani e al mondo del lavoro. Se è vero che la competitività dell’intero sistema Paese sarà sempre più legata alle competenze digitali e innovative dei lavoratori del futuro, questo legame è destinato a saldarsi sempre di più: le università avranno sempre più bisogno dello slancio e delle opportunità professionali offerte dalle imprese, e queste non potranno fare a meno dei talenti che trovano nelle università il luogo privilegiato in cui esprimersi.

In questo contesto si inserisce Joint Open Labs, iniziativa Telecom Italia che, da due anni, mira a costruire un innovativo modello di ricerca, didattica e trasferimento industriale, grazie alla partnership con alcuni dei principali Atenei italiani. L’obiettivo è semplice: condividere esperienze e idee in laboratori congiunti per favorire l’aggregazione di competenze altamente trasversali, dove la ricerca e la conoscenza accademica multidisciplinare si uniscono al know how e all’esperienza industriale. Il tutto direttamente dentro i Campus Universitari. “Si tratta di un approccio innovativo utile a tutti gli attori coinvolti: alle Università che beneficiano dell’esperienza che proviene del mondo impresa, assicurata dalla presenza di professionisti Telecom in loco, e all’azienda stessa, con l’innovazione sperimentata nei Labs rimessa a fattor comune anche nell’ottica di nuovi servizi” spiega Enrico Polese, Senior Project Manager  di Open Innovation Research.

Il ruolo del territorio

Una sfida innovativa che ha dato i suoi frutti. Le università partner del progetto sono al momento 5 all’interno delle quali sono stati aperti 8 JOL in ambiti tecnologici e applicativi ben definiti.

A Torino sono attivi:

  • CRAB, Connected Robotics Applications laB: per studiare la robotica di servizio e la possibilità di sfruttare la connettività e il cloud per realizzare nuovi concept di servizi;
  • SWARM: dove si sviluppano tecnologie e prototipi di applicazioni distribuite su una pluralità di dispositivi dell’Internet Of Things, basate sul paradigma degli ‘sciami intelligenti’.
  • VISIBLE: dove si lavora sulla ricerca visuale, con cui si identificano gli oggetti presenti all’interno di un’immagine, e sulla realtà aumentata, grazie alla quale vengono mostrate in tempo reale informazioni aggiuntive relative agli oggetti riconosciuti.
  • Infine MobiLAB, Mobile Social Applications Lab: si occupa del design e della prototipazione di applicazioni social per piattaforme mobili, con particolare interesse verso i social media, la content curation e la social democracy.

 A Milano, invece, spazio a S-Cube, Social Smart Spaces Lab: a partire dal modello Milano in occasione dell’Expo2015, si studieranno nuove modalità di interazione e comunicazione tra le persone, gli oggetti e gli spazi fisici, indirizzando “smart space” reali e virtuali.

 A Trento troviamo SKIL, il “Semantics & Knowledge Innovation Lab inserito nel polo italiano ICT dell’Istituto Europeo di Tecnologia (EIT). Talenti provenienti da tutto il mondo lavorano a stretto contatto con università e centri di ricerca per dar vita a tecnologie che analizzino automaticamente e diano un significato semantico all’enorme flusso dati, il Big Data, che attraversa le nostre reti ogni giorno.

 A Pisa il JOL attivo è WHITE (E-Health and Wellbeing): Al Wellbeing and Health Innovative Technologies Lab le ricerche, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna, spaziano dalla prevenzione al recupero della salute, con l’aiuto di tecnologie ICT e bio-robotiche. Il laboratorio raccoglie competenze sia tecnologiche che gestionali, consentendo una valutazione tecno-economica delle innovazioni.

Infine Catania con WAVE: il Wireless Applications in multi-deVice Ecosystems Lab per il design e prototipazione di nuovi servizi e applicazioni focalizzati sulle prossime generazione di terminali mobili evoluti.

Ogni Ateneo, e di conseguenza ogni Lab, ha una sua specificità fortemente legata anche al territorio di appartenenza. Selezionate sulla base di criteri di eccellenza tecnologica, gestionale ed applicativa, in alcuni casi anche il legame delle Università con il territorio in cui sono inserite ha giocato un ruolo nella identificazione dei temi per i JOL. Pensiamo a Pisa: “La Toscana è una regione che ha forte attenzione ai temi della sanità digitale e la Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa realizza tale vocazione. Di qui il JOL dedicato all’e-health su prevenzione, recupero della salute con l’aiuto di tecnologie ICT e bio-robotiche” spiega Polese.

Essere presente sul territorio per Telecom diventa, quindi, un obiettivo primario quando si parla di formazione e di impresa: “L’azienda vuole accreditarsi sempre più come un facilitatore, come elemento aggregatore di realtà più piccole: facilitare la creazione di reti locali tra diversi attori, università, imprese ma anche progetti nazionali e internazionali, per innovare le tradizionali filiere.”  

JOL e non solo

I JOL, oggi, non solo contano circa 90 ricercatori Telecom Italia, numerosi ricercatori e professori universitari, 45 Dottorandi (PHD) e svariate decine di studenti, tesisti e stagisti; accolgono dieci neoassunti selezionati tra i giovani talenti, in un percorso di crescita e formazione in un ambiente stimolante e creativo. Insieme, Università e Telecom Italia fanno leva anche su progetti finanziati europei, come il programma Horizon 2020, dove il finanziamento su progetti congiunti ammonta a oltre 6 milioni di euro per il periodo 2014/2015.  L’orizzonte di collaborazione non è solo nazionale e si estende anche all’estero, con i JOL di Trento e Milano che fanno parte dell’European Institute of Technology ICT Labs, e con progetti di ricerca “open” con importanti centri fra cui il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston.

E non solo: quest’anno Telecom Italia continua il suo impegno finanziando 24 borse di dottorato di durata triennale: “Bisogna creare cultura di impresa sin dall’inizio. E servono sempre più figure innovative capaci di farsi promotrici essi stessi di innovazione” spiega Polese. Ma promuove anche challanges e hackathon per attirare giovani talenti e dare loro l’opportunità di produrre nuove idee, trasformando il percorso formativo in un percorso di creazione di nuovo valore. “Dal 21 al 23 novembre, ad esempio, avremo lo Smart Home Hackathon, dedicato al tema della casa connessa: Energy@home, associazione diretta da Telecom Italia, e I3P, Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, promuoveranno questa competizione fra start up e giovani innovatori sul tema della casa connessa, intesa come un eco-sistema di dispositivi connessi e di servizi integrati per il cliente finale.”

Il futuro

I JOL, continua Polese hanno fasi di sviluppo triennali e la prima fase del progetto si concluderà a dicembre 2015. I buoni risultati raggiunti con tali iniziative rappresentano un patrimonio per le Università e già danno frutti anche lato impresa: “Sui big data nei JOL di Trento, ad esempio, il laboratorio SKIL sta già dando origine a iniziative all’interno di Telecom Italia e ciò dimostra che questi progetti possono agevolmente essere modellizzati e inseriti in offerte concrete sul mercato.”

Insieme alle iniziative di Telecom Italia legate al lavoro e il mondo degli acceleratori e delle startup, i JOL completano e integrano la strategia aziendale chiudendo idealmente un cerchio che dal supporto alla formazione, passa per l’incoraggiamento al business e alla realizzazione di startup orientate all’impresa.

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