Soro: protezione dei dati è “primo nuovo diritto nella società digitale”

Se Google esercita una responsabile scelta delle informazioni, decidendo se indicizzare una pagina o un’altra, allora va assoggettata all’Autorità esattamente come un editore”. A dirlo, il Garante per la Protezione dei dati personali, Antonello Soro, affrontando il tema del diritto all’oblio nel corso del convegno “Governance di Internet ed efficienza delle regole: verso il nuovo regolamento sulla privacy”, organizzato dall’Accademia Italiana del Codice Internet. “Proprio ieri – dice Soro – l’Autorità ha cominciato a valutare le richieste inviate a Google e non eseguite, esattamente come da tempo facciamo con gli editori”

Parlando più nello specifico dei dati personali, alla vigilia dell’approvazione del Regolamento generale per la protezione dei dati personali prevista nel prossimo Consiglio europeo del 4-5 dicembre, spiega: “La protezione dei dati personali oggi è il primo nuovo diritto nella società digitale. Significa proteggere la nostra vita. Il pacchetto ha come obbiettivo la creazione di un quadro armonizzato di principi; offrire ai 500 milioni di potenziali utenti un maggiore controllo sui propri dati; e adeguare la normativa all’evoluzione tecnologica della società digitale. Un quadro normativo, però – avverte – non può prevedere regole eccessivamente rigide che non si adattino al panorama attuale, danneggiando ancora prima le possibilità di sviluppo e bussiness”.

D’altro canto, prosegue, “la minaccia costante è quella della profilazione e della sorveglianza globale. Google ce lo ha proprio scritto: la finalità della nostra azienda è la profilazione. Bisognerebbe dunque rafforzare la tutela prevedendo vincoli alla profilazione, trasparenza dei processi e un più efficace controllo dei dati da parte degli utenti. Occorre – aggiunge – un pensiero innovativo nell’ambito della ricca economia digitale, governata da manipolatori sempre più in grado di orientare la vita dei cittadini. È una situazione che deve interrogare la coscienza di tutti i democratici”. 

Nel corso dell’evento spazio anche ai big data: “la Commissione Europea si è impegnata a investire 2 miliardi e mezzo di euro per partenariati pubblico-privati e 500 milioni sono già previsti nei fondi del programma Horizon 2020, per cinque anni” spiega Soro. Il pacchetto della nuova direttiva, ricorda il Garante, “ha come obbiettivo la creazione di un quadro armonizzato di principi; offrire ai 500 milioni di potenziali utenti un maggiore controllo sui propri dati; e adeguare la normativa all’evoluzione tecnologica della società digitale. La minaccia costante – dice – è quella della profilazione e della sorveglianza globale”.

Non solo, avverte il Presidente della Commissione Internet alla Camera, Stefano Rodotà. “Dopo 87 bill of rights – dice – oggi siamo entrati in una dimensione costituzionale, ma dobbiamo considerare la tenuta delle norme”. Sul tavolo, c’è anche la questione della “territorialità e il modo in cui i dati vengono trasportati fuori dalla Comunità Europea – prosegue – E poi la neutralità della rete e la sorveglianza di massa. La tenuta del Regolamento sarà difficile perché è in atto una digitalizzazione dell’intera vita quotidiana”.

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