Droni: spie o maggiordomi?

Violazioni della nostra privacy e possibili incidenti potrebbero aumentare quale conseguenza dell’utilizzo dei cosiddetti droni, gli strani oggetti volanti che ora sono presenti perfino alle partite di calcio e che rappresentano una risorsa preziosa in numerosi settori, ma danno anche vita a “nuovi” inaspettati rischi legali.

I droni inizialmente erano utilizzati unicamente nel settore militare. Tuttavia, la possibilità di fare affidamento sui di essi, ad esempio, per la consegna di medicinali in aree che non possono essere raggiunte da normali veicoli, per monitorare le coltivazioni o anche per la consegna di prodotti acquistati online, potrebbe renderli nuovi attori della quotidianità nelle nostre smart city.

I droni sono parte dell’Internet of Things il cui valore è stato di recente aumentato da Cisco a $19 trilioni entro il 2020. Ma come nel caso delle altre tecnologie dell’IoT, i droni portano con sé dei possibili rischi legali.

I droni sono una minaccia per la privacy?
droneLa problematica principale che viene comunemente contestata ai droni deriva dalla quantità di immagini che possono essere raccolte dagli stessi durante il volo, alla totale insaputa degli individui ritratti. Non sono a conoscenza di decisioni da parte delle autorità privacy relative ai droni, ma il parallelo che mi viene più ovvio è tra i droni e la raccolta delle immagini tramite le c.d. Google Street View car. Tale raccolta ha creato notevoli problemi per Google che ha dovuto pagare delle sanzioni di 900 mila euro in Spagna, di 150 mila in Francia e di addirittura 1 milione di euro in Italia!

La sfida più dura per i droni consiste nel garantire una totale trasparenza e informazione con riferimento agli individui le cui immagini sono raccolte. Ed infatti questo è l’approccio seguito di recente dal Garante per il trattamento dei dati personali italiano quando ha dettato le regole relative al servizio di Google Special Collection. Il Garante in questo caso ha richiesto a Google di notificare in anticipo il giorno e il luogo in cui avverranno le registrazioni tramite il proprio sito e tramite il sito di quelle delle società che gestiscono la location dove le registrazioni verranno effettuate e di conformarsi con precauzioni volte a garantire che il numero minimo di immagini di individui siano mostrate nelle registrazioni.

Se questi obblighi di trasparenza e precauzioni possono essere adeguatamente implementati con riferimento a registrazioni che non si verificano di frequente, lo stesso principio è di più difficile adozione però con riferimento ai droni che voleranno sulle nostre teste molte volte al giorno. Di conseguenza diversi principi dovranno essere adottati con riferimento agli obblighi di informazione relativa alle avvenute registrazioni e alla conservazione di tali immagini tramite i droni.

A mio giudizio, i droni non rappresenteranno una minaccia per la nostra privacy a condizione che misure adeguate volte a proteggere la privacy degli individui siano adottate. Ma le attuali discussioni negli Stati Unitiin Gran Bretagna sulle limitazioni di carattere legale all’utilizzo dei droni per finalità anche di sorveglianza mostrano come le autorità regolatorie non abbiano fiducia in queste tecnologie.

Quali rischi per gli individui e le nostre città?

droneUn problema ulteriore è dato dai rischi di collisione tra i droni e gli individui o oggetti/edifici/veicoli. Per tale motivo la possibilità di introdurre norme più “liberali” sull’utilizzo dei droni è oggetto di notevoli dibattiti. E apparentemente mentre la normativa francese, tedesca e canadese non prevede dei limiti stringenti all’utilizzo dei droni, lo stesso non vale negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l’Italia, una normativa sull’utilizzo dei droni è stata adottata nel 2013 e richiede che il proprietario del drone sottoscriva un’autocertificazione in cui dichiara che il proprio velivolo è conforme ai requisiti di legge applicabile e che lui è titolare della certificazione richiesta per i piloti. Tuttavia tale normativa trova applicazione unicamente per i droni utilizzati per finalità di intrattenimento e sport e, per esempio, uno dei requisiti richiesti è che il pilota non perda mai il contatto visivo con il drone, il che sarebbe impossibile da gestire nella fornitura di un servizio commerciale. Ma, purtroppo, non ci sono norme specifiche che regolano l’utilizzo di droni per scopi commerciali.

Qualora i governi decideranno di emettere una normativa sull’utilizzo dei droni per finalità commerciali non dovranno a mio giudizio essere eccessivamente restrittivi in quanto questo potrebbe prevenire la crescita del mercato e i vantaggi derivanti dal loro utilizzo. Tuttavia, il problema consiste nel tipo di certificazione che dovrà essere richiesta e con riferimento alle garanzie che dovranno essere prestate per l’utilizzo dei droni per finalità commerciali. E infatti un possibile problema è ad esempio se una polizza assicurativa obbligatoria sarà richiesta in caso di loro utilizzo per coprire i danni a terzi.

Tali problematiche sono ulteriormente aumentate dai rischi di reati informatici che con riferimento alle tecnologie dell’Internet of Things possono comportare la perdita del controllo dei droni con una possibile appropriazione di immagini e danni a terzi.

Questi sono tutti problemi interessanti e il regolatore dovrà dettare al più presto un quadro normativo della questione al fine di consentire lo sviluppo di un mercato che ha notevoli potenzialità. Nel frattempo noi avvocati ci dovremo districare tra norme dettate per altri contesti cercando di prevedere la posizione del regolatore.

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