Education, #IoE e social innovation all’Academy Day di Cisco

Un circolo virtuoso in cui i due elementi costitutivi si supportano e allo stesso tempo si alimentano. E’ l’Internet of everything applicato al vasto mondo dell’education, dove se da una parte l’IoE guiderà i necessari cambiamenti per i sistemi educativi del futuro, a sua volta, l’educazione avrà il compito di “preparare” la prossima generazione di lavoratori ed esperti capaci di creare il massimo valore dalla IoE economy.
Ciò vuol dire che da una parte le tecnologie e il digitale diventano strumenti sempre più presenti per migliorare l’esperienza della didattica sia lato discenti che lato docenti, dall’altra diventeranno anche oggetti da conoscere come portatori e abilitatori di innovazione. Nella scuola, nelle università e nel mondo del lavoro.

La sfida dell’IoE nell’education

Se è vero che l’education non può sottrarsi ai cambiamenti che da anni il digitale sta introducendo nella didattica, cosa potrebbe accadere usando dispositivi connessi e le logiche dell’IoE negli spazi dedicati alla formazione? “Le tecnologie spesso sono solo un nuovo strumento in aula ma i dispositivi collegati alla rete hanno il potenziale di guidare nuovi modi di insegnare e di trasformare l’esperienza sia per gli studenti e gli educatori” spiega Max Meyers, Deloitte Consulting LLP.

Device connessi, ad esempio, possono rendere più agevole l’esperienza scolastica degli studenti che hanno particolari necessità. Ad esempio uno studente con difficoltà alla vista potrebbe usare una card speciale che, quando registrata da un computer, automaticamente allarghi i font di scrittura. Con enormi vantaggi nell’autonomia e nella produttività del discente.

Device connessi e intelligenza distribuita permettono anche di agevolare il lavoro dei docenti e non solo offrendo strumenti di studio collaborativo. Come sostiene Meyers software e modelli di analisi dei dati di tipo IoT permetterebbero di “leggere” anche l’ambiente attorno agli studenti in classe: il docente potrebbe mappare le cadute di attenzione dei ragazzi anche in base ai dati che riceve da wearable intelligenti che trasmettono, ad esempio, frequenza cardiaca e informazioni sulla temperatura ambientale. “Molti docenti affinano naturalmente queste capacità di lettura della classe dopo tanti anni di insegnamento, ma con tali tecnologie anche quelli alle prime armi avrebbero l’opportunità di calibrare e modulare le lezioni per catturare l’attenzione dei ragazzi.”

Le scuole in genere hanno poi risorse limitate, il che significa che più si semplificano le operazioni quotidiane, più i soldi risparmiati possono essere spesi per gli studenti e per l’insegnamento. Il tempo che si impiega in attività come il segnare manualmente le presenze dei presenti e portarle da ufficio a ufficio, potrebbe essere facilmente eliminato con i dispositivi collegati che inviano i dati in tempo reale ad un nodo centrale. Oppure, spiega Meyer, la presenza degli studenti in classe potrebbe essere persino registrata in modo automatico, ad esempio, “attraverso i tanti device indossabili potrebbero certificarne l’identità.”

Senza dimenticare quanto l’IoT può contribuire a ridurre i costi, anche quelli energetici. Come già accade al New Richmond Exempted Village School in Ohio, Usa, dove l’IoT farà risparmiare 128 mila dollari all’anno alla scuola grazie ad un programma di risparmio energetico basato sulla building automation. E ancora, i congelatori del laboratorio di biologia presso il College Holy Cross in Inghilterra avvertono studenti e docenti via email quando la loro temperatura registra anomalie, con benefici in termini di prevenzione di incidenti e costi di riparazione.

Pochi esempi, per uno scenario enormemente complesso, che danno conto di alcuni degli infiniti scenari con cui la connessione di dati, persone, processi e cose, potrebbe rivoluzionare il mondo dell’education.

Alimentare le competenze digitali

IOTMa se questo è ciò che si potrebbe fare, sul fronte delle skill innovative oggi sono molte le ricerche che nel mondo sottolineano come ci sia una cronica carenza di ruoli e professionalità dell’area STEM, ovvero scienze, tecnologia, ingegneria e matematica.  Un gap pericoloso lì dove le opportunità di impiego per queste categorie di lavoratori ci sarebbero, e anche molte, ma non possono essere soddisfatte: le aziende spesso lamentano tali carenze di “tech jobs”, carenze che diventano sempre più rischiose proprio con L’Internet of Everything. Se è vero che il ruolo del futuro nelle aziende sarà sempre più quello dei Chief digital officer, figure trasversali che, oltre al business aziendale, conoscono le opportunità offerte dalle tecnologie, questo gap professionale finirà per rappresentare un elemento di “freno” l’innovazione complessiva delle imprese. E del sistema paese.

Ma se una delle soluzioni al divario di competenze tecnologiche fosse la tecnologia stessa? La “provocazione”, fatta propria da molti colossi, parte da una serie di evidenze: una nuova ondata di start-up, come Code Academy, Udemy, Udacity, Coursera, Grovo, ma anche nuove realtà come Lynda.com, Microsoft IT Academy e la Cisco Networking Academy, offrono applicazioni di e-learning web e mobili per aiutare i dipendenti IT e leader di domani.

Queste aziende tecnologiche usano le tecnologie per insegnare tecnologia, riconoscendo intrinsecamente all’IoE un ruolo fondamentale la cui guida va affidata sempre più a risorse capaci di coglierne i introdurne i benefici. A tutti i livelli.

Academy Day Cisco

Ed è proprio questo l’obiettivo del Cisco Academy Day che andrà in scena il 26 gennaio a Milano nella cornice del Cisco Live: usare tecnologie per parlare di tecnologie con una classe di discenti motivata e interessata alle opportunità, anche professionali, dell’IoE.

icub1Daremo vita alla più grande classe di formazione al mondo, con un’aula da 1500 posti in presenza con studenti di scuola superiore, medie e professionisti. Un evento che replica la prima mondiale andata in scena, sempre con l’Academy Day a Milano nel 2014, il cui modello di successo è stato replicato anche altre parti del mondo come San Francisco e San Diego.” ci spiega il responsabile di Cisco Networking Academy in Italia, Luca Lepore “E molti altri studenti potranno seguirci in streaming in tempo reale: l’anno scorso avevamo 700 alunni in aula e 7.000 erano connessi in rete: l’obiettivo è di mostrare agli studenti ciò che di più nuovo c’è nel mondo delle tecnologie dell’IoE, usando le tecnologie stesse che rendono possibile una giornata di Academy day di queste dimensioni.”

L’evento darà conto dell’IoE con un sguardo attento all’impatto alla dimensione anche sociale dell’IoE, con interventi di speaker nazionali e internazionali. “Avremo quest’anno con noi anche l’iCub Robot perché l’IoE non è solo networking. Per questo abbiamo ritenuto importante allargare la portata della nostra riflessione sul futuro con il noto prototipo” spiega Lepore. “E’ per dire ai ragazzi: ecco, l’IoE è anche questo e ancora di più. Siateci anche voi. E li sproniamo anche con l’hackathon, la vera novità di questa edizione: 32 persone, divise in squadre, si sfideranno in una 48 ore di ide e progetti innovativi che possano avere anche un positivo impatto sociale.”

Didattica, studenti, docenti, professionisti, lavoro: l’IoE applicato all’education rappresenta una sfida per molti mondi, una sfida che non può essere persa.

 

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3 COMMENTS

  1. I agree with you, but I believe we are shifting the parameters here. The argument is that while people can get inexpensive internet at night, they may not be able to afford the same volumes during the day. As a result, people must pick sleep over online. So, if I need to update my operating system, I’ll sleep a bit less and get it done. It does not imply that it will become my way of life.

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