BYOD in Italia e all’estero: i nuovi dati Intel

Intel Security ha rilasciato oggi i risultati dello studio “Consumerization of the Workforce” che prende in esame le opinioni e gli atteggiamenti di oltre 2500 professionisti a livello globale, di cui 200 in Italia, in merito all’impatto della tecnologia sulle attività lavorative e sul luogo di lavoro. Lo studio ribadisce un trend ormai consolidato: la stragrande maggioranza degli intervistati non solo compie qualche forma di lavoro sui propri dispositivi personali, ma che allo stesso modo fa un utilizzo personale del computer e dei dispositivi mobili aziendali per leggere e inviare email, visitare i social media, fare shopping online, ecc.

I dati globali dell’indagine, condotta da MSI Research per conto di Intel Security dicono che oltre i tre quarti degli intervistati (78%) utilizzano i propri dispositivi personali per attività lavorative, e il 79% svolge attività personali online sui dispositivi aziendali. Il 40% dei dipendenti lavora da casa o “ovunque” si trovi e il 65% ritiene che il dipartimento IT sia responsabile della protezione dei dati personali sul dispositivo aziendale. Infine il  77% si sente molto fiducioso e convinto che il proprio datore di lavoro stia prendendo le misure necessarie per proteggere tutti i dati importanti. Altro dato interessante è che il 61% di attività effettuate sul posto di lavoro sono personali, confidenziali o private.

Dal punto di vista della sicurezza, questo significa che qualsiasi comportamento rischioso i dipendenti tengano quando sono online, lo stesso può avere ripercussioni negative anche per i datori di lavoro. Inoltre, utilizzando i propri dispositivi personali per lavorare, i dipendenti espongono al rischio i dati aziendali, nel caso in cui si tratti di strumenti non adeguatamente protetti.

L’Italia

Anche in Italia è confermato il trend globale della crescita del BYOD: l’86% dei professionisti italiani porta e utilizza dispositivi personali al lavoro, il 72% porta il proprio smartphone, il 32% un computer portatile e il 32% un tablet. Il 79% ammette di utilizzare il proprio dispositivo aziendale per uso personale: il 32% per svolgere operazioni bancarie e il 27% per lo shopping online, oltre che per le e-mail. E ben due intervistati su tre ritengono che il loro lavoro sia più facile disponendo di più dispositivi connessi.

D’altra parte il 72% dei professionisti italiani ammette di collegarsi a internet da casa almeno una volta al giorno per motivi di lavoro, la maggior parte (63%) lo fa con un computer portatile, il 37% utilizza uno smartphone e il 34% un tablet.

Sul fronte della sicurezza, che è il vero nodo attorno a cui ruotano le tendenze del BYOD,  il 68% dei professionisti italiani è convinto che il proprio datore di lavoro stia prendendo le misure necessarie per proteggere tutti i dati importanti, il 76% pensa che l’azienda sia responsabile della protezione dei dati personali conservati sui dispositivi aziendali e il 63% pensa che la propria azienda stia proteggendo nel modo opportuno la propria identità e i dati.

Infine, la maggior parte dei professionisti italiani (54%) è preoccupata della sicurezza dei propri dati quando si trova al lavoro ma ben poca preoccupazione hanno sulla sicurezza delle connessioni wifi che usano: più di un intervistato su tre (36%) ha ammesso di connettersi a internet con il portatile aziendale tramite Wi-Fi anche se non ha la certezza che sia sicuro.

 

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