Datagate, la “stretta” mancata: Obama e le regole che non bloccano la sorveglianza

Non ci sono le novità tanto attese dall’opinione pubblica nelle nuove regole che la Casa Bianca americana ha varato sul tema della privacy, dati e intercettazioni delle comunicazioni dei cittadini: in sostanza gli 007 americani hanno cinque anni di tempo per cancellare tutte le informazioni raccolte su cittadini americani e stranieri che non sono coinvolti in indagini specifiche.

Non è certo la stretta che ci si attendeva dopo la bufera del Datagate, scatenata dalle rivelazioni di Edward Snowden, e che ha creato non pochi imbarazzi e preoccupazioni a Obama dopo la notizia che anche vertici di governi alleati, come la cancelliera tedesca Angela Markel, sono caduti nel  programma di sorveglianza Usa.

La gran parte degli osservatori concorda su un punto: dopo oltre un anno di discussione, la montagna ha partorito un topolino. Resta infatti senza risposta l’esigenza di fermare una raccolta dei dati che di fatto avviene senza regole, ma lasciata alla discrezione dei vertici dell’intelligence e spesso dei singoli 007. Non si affronta il ruolo delle grandi società di telecomunicazioni e dei big di internet, nelle cui banche dati negli anni i servizi hanno pescato a man bassa, incamerando informazioni di ogni genere su telefonate, e-mail, sms, fotografie personali. Una situazione che oggi ha spinto diverse imprese – dalla Apple a Google – a cambiare sistemi operativi e a non svelare più i codici con cui l’accesso alle informazioni su computer, smartphone o tablet viene criptato. “Nel momento in cui continuiamo ad fare i conti con la minaccia del terrorismo e dei cyberattacchi – ha spiegato la Casa Bianca – dobbiamo usare le nostre capacità di intelligence con l’obiettivo di proteggere la sicurezza nazionale, sostenere la fiducia nella nostra politica estera, rispettare la privacy e le libertà civili”. Insomma, certamente si può fare di più, ma le esigenze a cui venire incontro sono tante e vitali. Così per l’amministrazione Obama le decisione prese oggi devono costituire un primo passo. Prevedono in particolare che le informazioni personali raccolte possono rimanere nelle mani degli 007 solo in alcuni specifici casi: caccia alle spie straniere; indagini contro il terrorismo; lotta alla cybersicurezza; contrasto alle minacce rivolte al personale diplomatico o alle forze armate degli Stati Uniti o dei suoi alleati; lotta alla criminalità internazionale.

Per quel che riguarda l’azione di spionaggio dei leader stranieri o di personalità politiche di altri Paesi, le nuove regole istituzionalizzano regolari verifiche da parte della Casa Bianca, che avrà il compito di eseguire un monitoraggio costante.

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