Il parlamentare dell’Illinois incastrato da un selfie sulla neve

Selfie, post su Facebook, tweet. Che sia voglia di ricordare e condividere un momento particolare della propria giornata o puro narcisismo, tutti ci raccontiamo e raccontiamo la nostra vita sui social media. Al di là delle considerazioni che ognuno di noi può fare a questo proposito – considerazioni che in genere cominciano con discussioni sulla privacy e finiscono in un chissenefrega, specialmente quando si tratta degli altri – siamo o dovremmo essere tuttit più o meno consapevoli che condividendo una foto mentre siamo andati a sciare, o al mare, o del proprio salotto nuovo di zecca, non solo stiamo dichiarando dove siamo o cosa facciamo, ma stiamo anche fornendo una sorta di autorizzazione a “tenere traccia” della nostra vita.

Questo è vero soprattutto nel caso dei personaggi pubblici che, con o senza selfie quotidiano, sono comunque sempre sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Ed è ancora più vero per i politici, sotto un doppio riflettore: essere un personaggio pubblico e, contemporaneamente, aver ricevuto un mandato dai cittadini.

Così, se un politico ha un account Instagram dove pubblica a ritmo incassante le foto dei suoi viaggi, delle sue discese in snowboard e del suo studio arredato come in una famosa serie televisiva non è poi così strano che qualcuno cominci ad approfondire una situazione che, in realtà, è già perfettamente sotto gli occhi di tutti.

È quello che è successo ad Aaron Schock, un repubblicano eletto alla Camera dei rappresentanti per lo stato dell’Illinois. Schock, 33 anni, è piuttosto attivo sui social media. In particolare è attivo su Instagram, dove ha un profilo seguito da oltre sedicimila utenti e numerose foto pubblicate. Non si tratta però soltanto di foto legate al suo ruolo istituzionale o agli eventi pubblici cui partecipa visto che, tra le immagini, spiccano anche molti momenti “ludici”: Aaron Schock tra i ghiacciai durante le vacanze di Natale o un selfie con Steven Tyler, frontman degli Aerosmith. Strategia di comunicazione per avvicinare un politico ai suoi elettori? O semplice autocompiacimento da parte di un parlamentare statunitense che sembra decisamente godersi la vita?

Schock

Quali che fossero le intenzioni di Schock, tutte quelle foto hanno attirato l’attenzione di un gruppo di giornalisti della Associated Press che ha cominciato ad indagare sul suo conto: utilizzando le foto pubblicate da Schock su Instagram e incrociando le date con quelle dei suoi impegni pubblici è saltato fuori l’inghippo. In breve, si è scoperto che gran parte di quei viaggi, concerti e attimi di svago erano stati pagati con i soldi pubblici: 40.000 dollari in quattro anni spesi in biglietti aerei per viaggi privati, acquisti personali messi in nota spese e perfino gli stagisti del suo entourage “imbucati” al concerto di Katy Perry.

Scrive The Verge:

I giornalisti hanno utilizzato i dati di geolocalizzazione delle foto e dei video che Schock aveva pubblicato su Instagram e li hanno incrociati con i dati di FlightAware per disegnare una mappa dei viaggi del parlamentare. Nel novembre 2013, per esempio, Schock stava partecipando a un evento della campagna elettorale a Washington, quando un aereo pilotato da Jeff Green (un finanziatore del partito Repubblicano NdA) è atterrato all’aeroporto Reagan di Washington. Qualche ora più tardi, Schock ha pubblicato su Instagram una foto direttamente dal suo “Schocktoberfest” a Peoria, poco dopo che quello stesso aereo era atterrato nella città dell’Illinois. Quel viaggio è stato messo in nota spese dallo stesso Schock: 11.433 dollari.

Va detto che oggi la legislatura statunitense prevede che i parlamentari possano utilizzare i fondi del partito per i viaggi aerei privati. Tuttavia, tale legge è entrata in vigore soltanto nel 2013, mentre la maggior parte dei viaggi “privati” di Schock sono avvenuti tra il 2011 e il 2012: un piccolo particolare che mette in guai seri quello che è stato definito l’astro nascente del Partito Repubblicano che, per il momento, non sembra aver ancora commentato la vicenda.

Ora. Il punto, qui, non è che un politico sia stato “pizzicato” a usare i soldi del partito per farsi bellamente gli affari propri. Il punto è che è stato tanto ingenuo da metterne le “prove” sui propri profili social senza farsi sfiorare dal dubbio che qualcuno potesse aver voglia di frugare nella “vita privata” di un personaggio pubblico che, per definizione, non ha una vita privata, men che meno quando la mette di sua sponte sul web. Al di là del caso specifico, ciò non significa che i personaggi pubblici debbano astenersi dal pubblicare di tanto in tanto sui propri profili social contenuti non legati al proprio ruolo istituzionale ma, semplicemente, è necessario essere consapevoli che qualsiasi cosa che verrà condivisa sui social media verrà “passata al setaccio” e che diventerà oggetto di critiche anche se non ci sono scheletri dall’armadio da portare alla luce.

Lesson Learned: Sui tuoi profili social sei libero di pubblicare tutto ciò che vuoi. Ma chiunque potrà venire a renderti conto di ogni cosa che tu hai pubblicato. Specialmente se sei un personaggio pubblico.

 

 

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