Capgemini: senza big data la competitività delle aziende è a rischio

Nonostante il fatto che le grandi trasformazioni che stanno avvenendo nel mercato siano guidate dai processi legati ai Big Data, due terzi delle organizzazioni (circa il 65%) riconoscono di incorrere nel rischio di attestarsi in posizione di svantaggio rispetto ai competitor se non adotteranno nuove soluzioni per le analisi dei dati: questo è quanto emerge da un rapporto globale di Capgemini in partnership con EMC Corporation.

Il rapporto Big & Fast Data: The Rise of Business Insight-Driven è basato sulle interviste ad oltre 1.000 tra executive e senior decision maker del Nord America, Sud America, Europa e Asia-Pacifico per comprendere il livello di esigenza e capacità di gestione delle aziende dei Big Data. In risposta alle necessità dei clienti, e sulla base del successo della propria Business Information Management Global Service Line (GLS) lanciata cinque anni fa, Capgemini prevede una sostanziale crescita delle capacità di analisi e conoscenza dei dati attraverso la nuova global practice “Insights & Data”, con una maggiore focalizzazione nel supportare i clienti ad accedere a dati e informazioni importanti per gestire le attività decisionali all’interno di tutta l’azienda.

Secondo il 64% delle imprese intervistate i Big Data stanno cambiando i tradizionali confini del business e stanno consentendo a nuove realtà di entrare nei loro mercati. Più di un quarto (27%) ha evidenziato una nuova competition da parte di player di altri settori, mentre la maggioranza (53%) si aspetta di dover affrontare la concorrenza di start-up data-enabled. Questo suggerisce che la padronanza nella gestione e nell’analisi dei Big Data è ormai imprescindibile non solo per il successo, ma anche per la sopravvivenza aziendale.

Gli insight dei dati sono determinanti per le performance aziendali

È ampiamente riconosciuto che i dati in possesso delle organizzazioni stanno diventando una componente fondamentale di valore del mercato (59% dei rispondenti). Questo si riflette anche nel management, con quasi un terzo delle aziende (32%) che ha già introdotto o è in fase di introduzione di nuovi ruoli executive per la gestione delle informazioni. Ulteriori risultati dello studio evidenziano che:

  • il 54% afferma che gli investimenti in Big Data nel corso dei prossimi tre anni supereranno quelli realizzati in passato
  • il 61% riconosce che i Big Data sono un nuovo driver di ricavi a sé stante e che stanno portando valore alle loro aziende, come i prodotti e i servizi già esistenti
  • il 43% delle organizzazioni hanno già o si stanno attrezzando per sfruttare al meglio le opportunità offerte dai Big Data
  • il 36% degli intervistati afferma che, data l’importanza strategica dei Big Data, hanno dovuto fare escalation sui team IT per eseguire le analisi dei dati necessarie per acquisire insight aziendali
  • oltre la metà (52 per cento) degli intervistati ha riferito che l’elaborazione di insight rapidi di dati è stata ostacolata dalle limitazioni nel processo di sviluppo IT
  • un accesso più veloce ai Big Data è presente dove i top executive ravvisano un maggiore valore – il 77 per cento afferma che i decision maker hanno sempre più bisogno di dati in tempo reale.

Alessandro Kowaschutz, Vice President Insights & Data, Capgemini Italia, dichiara: “Abbiamo raggiunto un punto di svolta nel mercato. L’informazione è al centro di ogni decisione di business e le aziende hanno bisogno di abbracciare pienamente le opportunità dei Big Data o il rischio è perdere quote sul mercato. La nostra ricerca ha rilevato che, mentre alcune organizzazioni utilizzano i Big Data per ridurre i costi e migliorare le performance attuali, altre li usano per entrare in nuovi mercati e trarne direttamente un profitto. Ogni azienda deve ora definire un percorso per diventare un’organizzazione insight-driven. Abbiamo sviluppato un insieme di linee guida e creato dei framework di base che aiuteranno le imprese a mettersi in moto e per fruire degli insight nel momento esatto. Per noi questo è l’approccio che rappresenterà un vero e proprio cambio direzionale per aziende e interi settori”.

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