Nei giorni scorsi sono stato a Bruxelles per un incontro sul tema degli skill digitali (si usa l’espressione eSkills). Tra le tante cose interessanti che ho sentito e visto, alcuni colleghi mi hanno presentato i risultati preliminari di uno studio fatto a livello europeo sulla composizione e dimensione della forza lavoro nel settore dell’ICT. I risultati sono ancora provvisori. Dovrebbero consolidarli a breve e conto di scrivere un commento dettagliato non appena saranno disponibili. Ma ci sono alcuni trend che sono più che evidenti e assolutamente indiscutibili.
In primo luogo, se si considera la percentuale della forza lavoro in professioni legate all’ICT rispetto al totale di un paese, emerge chiaramente il seguente quadro: ci sono paesi con una percentuale nettamente superiore alla media europea come Svezia, Finlandia, Olanda e, un filo più distaccate, Germania e poi Francia. Ci sono paesi che sono sotto la media europea e tra questi, neanche a dirlo, c’è l’Italia.
Ma un secondo aspetto ancora più interessante è legato alla qualità di questa forza lavoro che opera nell’ICT. Nei paesi della prima fascia, prevalgono competenze ICT di alto profilo ai livelli manageriali e direttivi. In paesi come l’Italia, prevalgono competenze più operative e meno legate alle figure manageriali e di leadership.
E secondo voi – sarà ovviamente un caso! – quali sono i paesi che crescono di più e che hanno meno disoccupazione? E quali sono invece quelli che fanno più fatica?
Mi fermo qui in attesa di vedere i dati di dettaglio.
So che la mia è una provocazione.
Ebbene sì, voglio provocare.
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