#IoT: servono piattaforme standard sul M2M, ecco l’indagine AgCom

Necessità di piattaforme standard per il M2M. E’ l’estrema sintesi dell’indagine conoscitiva condotta da Agcom, e approvata dal Consiglio dell’Autorità di Agcom, sui servizi di comunicazione machine-to-machine (M2M). “Si tratta di una delle prime indagini di questo tipo sul tema a livello europeo” spiega una nota “resa possibile grazie alla partecipazione di numerosi stakeholder interpellati sui fattori che influenzano lo sviluppo e le modalità di utilizzo dei servizi M2M e, più in generale, nell’Internet of Things, individuandone le criticità e le aree di intervento.”

Dall’indagine sono emerse diverse criticità soprattutto relative allo sviluppo dei servizi M2M. Ad esempio, a causa della configurazione del servizio e dell’eterogeneità dei soggetti coinvolti, i servizi M2M stanno modificando le relazioni tra operatori tradizionali di telecomunicazioni che, dal tipico modello Business-to-Consumer (B2C), si stanno evolvendo verso modelli Business-to-Business (B2B) o Business-to-Business-to-Consumer (B2B2C), perdendo la relazione diretta con l’utente finale, che diventa invece prerogativa del “fornitore di servizi M2M”.
Tale fenomeno ha impatti rilevanti in termini di garanzie contrattuali e data protection degli utenti finali. Ancora, è emerso che le infrastrutture ad oggi utilizzate per fornire i servizi M2M sono inadeguate a soddisfare le esigenze trasmissive, così come le soluzioni tecnologiche sono estremamente frammentate e le piattaforme risultano di natura prevalentemente proprietaria: è dunque necessario incentivare lo sviluppo di piattaforme standard, eventualmente anche attraverso l’intervento pubblico.
Altra evidenza: a livello transnazionale, i servizi M2M stanno inoltre spingendo gli operatori mobili a sviluppare importanti alleanze internazionali. Se da un lato forme di consolidamento possono portare a importanti incrementi di efficienza, dall’altro occorre vigilare sui rischi di innalzamento di barriere all’ingresso del mercato, specie a danno di quegli operatori nazionali che sono più deboli nella competizione globale. Dall’indagine è infine emersa anche la necessità di qualificare i servizi M2M rispetto all’attuale regime regolamentare in materia di roaming internazionale, autorizzazioni e numerazione: tutti elementi sui quali sono in corso approfondimenti in vista di eventuali interventi da parte dell’Autorità a livello nazionale ed europeo.

L’indagine di Agid si inserisce in uno scenario complesso, dai numeri crescenti e dalle opportunità altrettanto vaste ovvero tutte quelle rese possibili dall’Internet of Things. Sul fronte dei numeri l’analisi evidenzia come nel mondo “si stimano circa 225 milioni di connessioni M2M nel 2014, di cui il 27% in Europa, con un trend di crescita di oltre il 20% annuo mentre su quello dei servizi, il mondo del M2M include una vastissima serie di servizi di comunicazione elettronica, che vanno dalle connected car, ossia le automobili che utilizzano la connessione per le dotazioni di sicurezza e per i servizi di infotainment, agli smart metering; dalle smart grid nel settore elettrico, fino alle smart city e così via. I servizi M2M possono essere impiegati anche per uso domestico, per la gestione a distanza dei veicoli, sistema sicuro dei pagamenti, insomma per un ampio e crescente insieme di servizi che caratterizzano la cosiddetta ‘digital life’.”

Tra gli strumenti per effettuare gli approfondimenti ed individuare le eventuali azioni regolamentari per favorire lo sviluppo dei servizi M2M, l’Autorità costituirà un apposito Comitato aperto alla partecipazione di tutti i soggetti, istituzionali e non, coinvolti nello sviluppo di tali servizi.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here