Antitrust: Ue pronta ad azioni contro Google per abuso di posizione dominante

L’antitrust europeo sarebbe pronto a sporgere denuncia contro Google nelle prossime settimane per abuso di posizione dominante: la lunga indagine sul presunto comportamento anticoncorrenziale del colosso della ricerca sarebbe arrivata ad una conclusione, almeno secondo indiscrezioni riportate ieri dal Wall Street Journal. Secondo il giornale l’antitrust avrebbe chiesto il permesso di pubblicare informazioni ricevute in via confidenziale dalle altre compagnie che in passato hanno additato il comportamento di Google in materia di ricerche online. Il che, secondo le fonti del WSJ, sarebbe il chiaro messaggio che l’indagine si è conclusa e non necessariamente a vantaggio del colosso Usa.

Il documento in preparazione, comunque, è il primo passo che apre ad una ulteriore indagine: una volta depositato, potrebbe dare il via ad analisi più approfondite, contro-dichiarazioni e discussioni e se la società e l’UE alla fine non dovessero raggiungere un accordo, la Ue potrebbe anche imporre sanzioni, restrizioni e persino salatissime ammende: si parla di multare Google fino al 10% dei suoi ricavi annuali. 

Anche se la controversia si risolvesse senza una multa di questa portata, è chiaro, sottolineano analisti americani, che le battaglie antitrust sono una “distrazione importante” per le aziende e rappresentano un fattore di potenziale rallentamento anche del business: i colossi potrebbero iniziare a temere di entrare in nuovi mercati e affrontare ritardi dovuti alla necessità di passare lunghe revisioni legali prima di approdare sul mercato con nuovi prodotti. 

Google è costantemente sotto i riflettori sul tema delle ricerche “falsate”: recentemente il WSJ è incappato in un documento datato 2012, sino ad ora rimasto segreto, della US Federal Trade Commission, in cui si spiegava come Google favorisse propri siti nei risultati di ricerca. Ma avendo Google apportato alcune modifiche alle sue pratiche di ricerca tali, la FTC ha lasciato cadere le accuse.
Lo scorso novembre, invece, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante che suggerisce che Google dovrebbe essere costretta a separare la sua attività di ricerca dal resto del suo business:non è mai stati fatto chiaramente il nome di Google ma il riferimento al colosso del search Usa, era estremamente chiaro.

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