La pila dell’Italia Digitale

E ci risiamo con la polarizzazione: quelli con Coppi, quelli con Bartali.
Lo dico subito: io sto dalla parte di Coppi. Che era quello che pedalava, mentre l’altro pontificava sul “è tutto sbagliato, è tutto da rifare!”.
Bartali e CoppiAnche nel piccolo mondo degli amatori dell’agenda digitale (una setta, praticamente) ci si diverte a raggrupparsi ai poli: i positivi e i negativi; quelli che ci credono e ci lavorano, quelli che si posizionano sul bordo del cantiere come tanti pensionati e, scuotendo la testa, manifestano tutta la loro perplessità e il loro disappunto rispetto all’avanzamento dei lavori.
In mezzo al capannello dei pensionati, debitamente mimetizzato, ci sta il capocantiere mancato: quello che “ah, se avessero scelto me a quest’ora avremmo già finito tutti i lavori”, “ma guarda tu se quelle sono saldature, quello non è capace a tenere in mano neppure una fiamma ossidrica”.
E tutti i vecchietti intorno si grattano la pelata e, borbottando, scuotono la testa indicando i poveretti giù in buca che si massacrano di lavoro.
I negativi, sia ben chiaro, non hanno quasi mai la più pallida idea di come si costruisce un cavidotto: in passato forse qualcuno di loro ha fatto l’impiegato al genio civile e ha sentito più o meno vagamente parlare di lavoro in cantiere. La maggior parte di loro ha un glorioso passato da burocrate; qualche maestro elementare in pensione; un paio di pescatori d’altura. E l’inevitabile contrabbandiere a riposo.
Ma tant’è: a loro piace criticare. Di giorno lo fanno in cantiere, e la sera al bar.
Nella versione 2.0, il cantiere diventa Facebook e ci si sfoga su tutto: l’AgID che non funziona, Buffon che non riesce a parare perché è distratto dalla nuova morosa, l’ultima cravatta di Chicco Mentana.
“Il Wi-Fi sul Frecciarossa, signora mia. Una vergogna.”
“Ma lei pensi che io telefono abitualmente a 35.000 piedi di quota sulla rotta Francoforte-Los Angeles e invece qui non c’è campo a cento metri da San Babila.”
E le mezze stagioni, e persino i barbieri che ormai sono tutti cinesi e chissà cosa ci sarà dentro lo shampoo.

Nel frattempo, il positivo lavora.
Sbaglia, perché per fortuna siamo esseri umani e nessuno ci potrà mai esonerare dalla cretinata quotidiana. Ma lavora. Ci crede, si sforza. Sale sul treno e combattendo col Wi-Fi riesce a scrivere quella mail importante che deve arrivare immediatamente, mentre il negativo bestemmia perché non riesce a scaricare l’ultimo post del polemico di turno sul gruppo segreto di Facebook “Quelli che gli rode abbestia”.
Ma nel frattempo, il positivo lavora. E di amministrazione digitale, adesso, se ne parla persino alla “Domenica Sportiva”. Ma questo fa ancora più imbestialire il negativo, e vai così in una spirale di polemiche che neppure i guelfi e i ghibellini.

Salvo poi che a un certo punto suona il gong, e ci si ferma tutti quanti.
E si recita il mantra: “ah, nessuno ci prende mai sul serio, a noi del digitale”. E ci mancherebbe, che vi prendessero sul serio: se le cose stanno così, aridatece la ceralacca.

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