E-commerce Forum: mercato da 15 miliardi ma imprese italiane perdono competitività

Prosegue la costante crescita a doppia cifra che caratterizza l’e-commerce in Italia a partire dal 2010, con il mobile che gioca un ruolo da padrone, ma le imprese nostrane perdono ancora troppe opportunità del digitale.
E’ la fotografia in chiaroscuro che emerge oggi dalla decima edizione del Netcomm eCommerce Forum, appuntamento annuale che approfondisce da anni il tema del commercio elettronico a livello nazionale e internazionale. Nei giorni scorsi il Presidente del Consorzio Netcomm che promuove l’evento, ci aveva già descritto un panorama dalle grandi potenzialità ma ancora legato a numeri troppo bassi, specialmente lato imprese e oggi arriva l’ulteriore conferma.

In Italia nel 2015 l’e-commerce registrerà un’ulteriore crescita del 15% che porterà il mercato a superare i 15 miliardi di euro e il mobile commerce si conferma tra i principali fenomeni: gli acquisti tramite smartphone crescono del 78% nel 2014 e stanno registrando un’ulteriore crescita del 68% nel 2015, con un valore triplicato in due anni, da un totale di 610 milioni nel 2013 a 1,8 miliardi di euro nel 2015.

Netcomm

Sempre più interlocutori, finalmente, iniziano a cogliere le opportunità che solo la rete è in grado di assicurare al nostro tessuto imprenditoriale, aiutando e sostenendo le aziende, le startup e i player internazionali qui convenuti a competere con norme chiare e trasparenti“, sottolinea in apertura Roberto Liscia, “Le imprese italiane che vendono online sono oggi solo il 4% del totale, l’accesso alla banda larga rimane carente e la copertura finanziaria per gli investimenti necessari sono ancora un interrogativo non risolto. L’Italia è conosciuta nel mondo per i suoi prodotti di abbigliamento, calzature, accessori, moda, arredo, design, vino e prodotti alimentari-gastronomici di qualità. Tutte le piccole e medie imprese italiane che producono e/o commercializzano questo tipo di prodotti hanno degli spazi di mercato veramente straordinari. Tecnicamente stiamo parlando di una platea di oltre 1 miliardo ci consumatori che abitualmente compra online, affascinata dal Made in Italy in tutte le sue sfaccettature, e di 4,2 miliardi di individui che quotidianamente sono su internet. Ma stiamo perdendo competitività a livello globale e non riusciamo a sfruttare il potenziale di domanda che potrebbe trovare più facilmente sbocchi su questi mercati”.

A livello globale secondo le ultime stime di Ecommerce Foundation, in tutto il mondo le vendite complessive di beni e servizi online si attesteranno sui 2.100 miliardi di dollari a fine 2015 (erano 1.840 miliardi a fine 2014), ovvero il 5% sul totale complessivo delle vendite retail. Sono in media il 75% gli utenti che nel mondo accedono al web tramite dispositivi mobili. Se, poi, analizziamo la sola Europa le previsioni per il 2015 si stima a 470 miliardi di euro il fatturato complessivo di beni e servizi acquistati tramite e-commerce, con una preponderanza del 54% dei beni rispetto al 46% dei servizi. In Europa la popolazione di e-shopper supera i 230 milioni di individui e sono circa 2,5 milioni i posti di lavoro che direttamente o indirettamente l’e-commerce sta generando nel Vecchio Continente. Nel corso del 2014 i 3 Paesi europei in cima all’ideale classifica delle vendite online che catalizzano il 60% delle vendite online sono: UK con 122 miliardi di euro, Germania con 70 miliardi, Francia con 56,8.

In Italia la penetrazione dell’e-commerce sul totale del mercato retail sta crescendo e passa dal 3,6 al 4% nell’ultimo anno”, afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano.“Un ruolo chiave, in questa crescita, ce l’hanno anche settori “emergenti” per il nostro eCommerce, come ad esempio l’Arredamento che raggiunge quota 350 milioni di euro, +75% rispetto al 2014, e il Food&Wine enogastronomico che sfiora i 260 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto allo scorso anno. Ne sta beneficiando sopratutto la vendita di prodotti, che nel 2015 pareggerà quella di servizi, passando dal 46 al 50% delle vendite online da siti italiani.”

Visti i numeri italiani, europei e globali è evidente che si tratta di comprendere che la partita che stiamo giocando coinvolge l’intero sistema Paese e il mio appello va a tutte le istituzioni e forze politiche ed economiche perché agevolino le imprese e i consumatori nella loro vita digitale, semplificando da un lato processi e servizi e rendendo le normative fiscali e legali più rispondenti alla nuova economia digitale”, conclude Liscia. “Non possiamo non cogliere le opportunità che ci si presentano dinanzi. Abbiamo prodotti unici e dobbiamo saperli proporre al meglio nelle arene digitali, lavorando con assiduità sia presso le istituzioni comunitarie con la nostra associazione europea sia presso quelle italiane, come torneremo a fare dopo gli incontri dei mesi scorsi a Roma presso la Camera dei Deputati. Ci aspettiamo che i prossimi 10 anni di Netcomm siano ancora più prolifici dei precedenti 10 che festeggiamo in questo anno.”

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