Innovazione e PA: #sipuòfarese? Se ne discuterà a #fpa2015!

#sipuòfarese e #sipuòfarecon: sono questi i due hashtag che lanciano l’edizione 2015 di ForumPa, la manifestazione italiana interamente dedicata all’innovazione nella Pubblica amministrazione. Due motti scelti non a caso, ci spiega Carlo Mochi Sismondi Presidente di ForumPa, intervistato a poche settimane dal via ufficiale il prossimo 26 maggio a Roma. “Il Si può fare! è una sorta di tormentone tra le persone più attive della nostra community. Noi l’abbiamo ripreso aggiungendo un “se” – ci spiega –  che non vuole affatto diminuire né fiducia né entusiasmo, ma ricordarci che un reale cambiamento nel nostro Paese si può fare, ma solo a determinate condizioni. Con il#sipuòfarecon, inoltre, vogliamo sottolineare l’importanza della collaborazione, dello spirito di squadra e della condivisione.”

Il cambiamento, dunque, è possibile e ci sono già segnali positivi. Dal punto di vista normativo, ad esempio, l’Italia nell’ultimo anno ha fatto qualche passo in avanti: il disegno di legge delega di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, la “legge Madia”, è passato al Senato e proseguirà ora il suo iter parlamentare alla Camera. Su questo disegno di legge, in Commissione Affari Costituzionali al Senato “c’è stato un passaggio molto importante, ovvero la riscrittura del primo articolo della legge che ha preso il titolo di “Carta della cittadinanza digitale” chiarisce Sismondi. Questo articolo, in particolare, “potrebbe segnare un grande passo in avanti nei diritti dei cittadini e nel processo di ammodernamento della PA, gettando le basi per quello che sarà il nuovo CAD“. Introduce, infatti, diversi principi innovativi che vanno al diritto pressoché universale di cittadini e  imprese ad accedere in modalità digitale a tutti i dati, i documenti e i servizi della PA che siano di loro interesse, ai requisiti minimi di digitalizzazione come la banda larga e l’accesso alla rete per ogni ufficio o unità operativa, passando per la definizione di LEP (ossia livelli minimi di prestazioni) in tema di servizi online e della loro accessibilità, fruibilità, tempestività e qualità e per il concetto di SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). E ancora i due provvedimenti “Piano per la Crescita Digitale” e “Strategia italiana per la Banda Ultra Larga” (approvati appena due mesi fa dal Consiglio dei ministri): “questi ultimi prevedono azioni importanti in tutti i campi della modernizzazione del Paese.”

FORUMPALa speranza è che questi buoni presupposti non siano l’ennesima occasione persa, aggiunge Sismondi “in Italia abbiamo visto il susseguirsi di troppe riforme che hanno provato inutilmente a cambiare la PA, accompagnate da parole un po’ abusate e troppo spesso rimaste sulla carta come dematerializzazione, digitalizzazione e valutazione.” E’ indubbio, infatti, che ci sono problemi di budget, di governance e di competenze nella PA, “per cui le tre cose da fare perché abilitanti tutto il resto del processo, potremmo riassumerle così: investire nelle competenze, attraverso la formazione tecnologica ma anche culturale di chi lavora nelle amministrazioni; definire la governance, individuando chiaramente ruoli, responsabilità e processi (tra politica, amministrazioni, organi tecnici); promuovere la partecipazione attiva di tutta la società a quest’opera di cambiamento, secondo quel modello collaborativo che abbiamo chiamato “Stato partner”.

Per fare innovazione nella PA, dunque, è sempre più urgente passare dalle parole ai fatti superando quelle che Gianni Dominici, Direttore Generale di ForumPa, definisce riduzionismo normativo e riduzionismo comunicativo. “Il primo è tipico della nostra pubblica amministrazione, retaggio di una visione burocratica e gerarchica della PA basata sull’adempimento invece che sul progetto, su norme, leggi e scadenze invece che su obiettivi e risultati. Che questo non funzioni è evidente, anche perché norme, regolamenti e scadenze vengono puntualmente disattesi. Il riduzionismo comunicativo, invece, è da sempre uno dei mali della nostra politica, per cui l’innovazione, sia essa culturale, organizzativa o tecnologica, viene usata troppo spesso come uno slogan da sbandierare quando serve per poi abbandonarlo subito dopo. Questo non è più possibile: basta con gli annunci e le vetrine. La politica deve prendersi la responsabilità di fare scelte consapevoli e durature per l’innovazione e la modernizzazione della PA.”

Per fortuna in Italia ci sono molte energie vitali sul territorio, a partire dalle community informali e dalle associazioni di cittadini che sui temi dell’innovazione vogliono avere un ruolo attivo e anche alcune amministrazioni hanno avviato esperienze e progetti che potrebbero dare ottimi frutti, proprio perché orientate a coinvolgere i territori. “La Regione Lazio, ad esempio, ha appena avviato il progetto Open Data Lazio, che conosciamo bene perché ci vede coinvolti in prima persona, e che non solo ha portato alla realizzazione del portale dati.lazio.it ma prevede anche una serie strutturata di attività di informazione, formazione e assistenza sui territori provinciali. L’obiettivo è proprio diffondere la cultura e la pratica degli open data coinvolgendo istituzioni territoriali, imprese, cittadini, associazioni.”
Quindi Sipuòfarese si “supererà lo schema classico che vede pubblico e privato contrapporsi bipolarmente per entrare in una dimensione di collaborazione (e non competizione) tra soggetti diversi: cittadini (organizzati e non), imprese, istituzioni. E se si adotterà una visione d’insieme orientata a sostenere la partecipazione civica per la creazione di valore pubblico” spiega Dominici.

Anche perchè oggi, a ben vedere, di opportunità di relazione e di offerta ai cittadini ce ne sono moltissime: “Se parliamo di tecnologie è ovvio che ogni giorno si aprono nuove opportunità: se pensiamo, solo per fare esempio, che ormai quasi tutti abbiamo uno smartphone in tasca, possiamo capire il valore aggiunto che i servizi in mobilità potrebbero portare al rapporto tra amministrazioni e cittadini. Pagamenti, servizi informativi, comunicazioni sui social e, in futuro, i servizi legati alla “digital identity” e “mobile identity”. Ancora una volta, però, le tecnologie non bastano, non sono mai fini a se stesse, bisogna saperle sfruttare al meglio. Serve una politica che utilizzi la tecnologia come strumento per definire davvero un nuovo rapporto con i cittadini e le imprese.”

Quest’anno l’edizione di ForumPa sarà ricca di temi e di appuntamenti: si parlerà ovviamente di riforma della PA e crescita digitale, ma anche di programmazione europea 2014-2020 che per Sismondi è “l’ultima occasione per l’Italia di cogliere e sfruttare al meglio le opportunità di finanziamenti pari a circa 100 miliardi in sette anni e che non saranno mai più ripetibili.” Oltre 100 appuntamenti  tra conferenze con i protagonisti della politica e dell’amministrazione di livello nazionale, incontri tematici per fare il punto sullo stato dell’arte sui processi di innovazione e semplificazione avviati o da avviare, e momenti di approfondimento realizzati in partnership con gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. E infine, una novità: il ForumPa Academy, appuntamenti formativi gratuiti dove accrescere competenze e saperi.

Il programma è in aggiornamento, ma è già possibile iscriversi sul sito: http://iniziative.forumpa.it/expo15

 

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