Lo stato dell’#IoT in Europa e i prossimi passi da fare: la nuova analisi Ue

Fare una attenta analisi delle condizioni che permettono alle industry europee di partecipare attivamente allo sviluppo dell’ecosistema integrato dell’Internet of things e del cloud computing: è questo uno degli obiettivi dello studio condotto da IDC Emea e TXT e-solution per conto di DG CONNECT della Commissione europea. Lo studio parte da una serie di evidenze che hanno portato i ricercatori, attraverso interviste agli esperti e workshop ad hoc, ad analizzare il panorama futuro dell’Internet of things connesso al cloud computing ma anche ai big data andando a definire prima di tutto una panoramica dell’attuale stato dell’IoT in Ue e poi anticipando suggestioni e visioni nella prospettiva futura. L’analisi è sfociata in un report finale intitolato: “Definition of a Research and Innovation Policy leveraging Cloud Computing and IoT combination” (SMART 2013/ 0037).

Lo scenario
IOTL’IoT, di fatto uno dei quattro pilastri dell’Internet of Everything insieme a dati, persone e processi, non è più solo un trend del futuro ma è la realtà ed è in costante divenire, riferisce il report. E’ una innovazione “disruptive” che cambierà radicalmente i processi di business in tutti i settori produttivi, promettendo di rivoluzionare il panorama a 360°. I principali mercati emergenti nel breve-medio termine saranno caratterizzati da un combinazione di IoT, Cloud Computing e Big Data che creeranno “ambienti intelligenti” dove l’iper-connettività genererà nuovi servizi (anche con altre tecnologie quali la robotica). In Europa l’ecosistema è vero che sta nascendo ma sta già rapidamente evolvendo: gli studiosi prevedono che qui l’IoT si espanderà a tassi di crescita annui di oltre il 20%, in termini di valore, tra il 2013 e il 2020.

Secondo il modello sviluppato dai ricercatori per questo studio, il numero di connessioni IoT all’interno dei 28 Paesi Ue aumenterà da circa 1,8 miliardi nel 2013 (anno di riferimento) a quasi 6 miliardi nel 2020. Sul fronte dei ricavi essi aumenteranno da oltre 307 miliardi nel 2013 a più di 1,181 miliardi nel 2020, per hardware, software e servizi. La crescita coinvolgerà tutti gli Stati membri, ma quelli che possono contare su maggiori investimenti IT e reti avanzate cresceranno più velocemente.

L’ostacolo più forte al realizzarsi di questi scenario, secondo lo studio, è il rischio che l’Europa non colga appieno questa rivoluzione per due motivi: da una parte il rischio potrebbe venire dalla bassa crescita economica dei paesi del sud dell’Europa il prossimo anno, che soffrono di un alto debito pubblico e di alta disoccupazione il che potrebbe far fermare il market revenue dell’IoT a 976 miliardi entro il 2020, a di sotto del 18% che è la cifra indicata dalla ricerca. Mentre una realizzazione piena dell’IoT porterebbe a revenue pari a 1,128 miliardi, solo un 5% in più della previsione. Quindi, conclude lo studio, i potenziali rischi derivanti da uno scenario pessimistico sono più alti che i potenziali guadagni dall’approccio più ottimista. E tra gli aspetti negativi c’è anche l’incapacità delle industrie Ue, soprattutto le piccole e medie, di adottare innovazione IoT su larga scala per mancanza di investimenti e mancanza di interoperabilità e standard.

Sulla base di tali considerazioni, IDC e TXT hanno concluso che vi è la necessità di un’azione politica in Europa che supporti investimenti in Ricerca e Sviluppo, stimolando la crescita della comunità di stakeholder e lo sviluppo di una forte industria di approvvigionamento, senza dimenticare l’importanza della creazione di framework normativo e infrastrutturale ottimale per lo sviluppo del mercato. Un framework però che si estende anche alla necessaria costruzione di competenze, fiducia e l’eliminazione delle barriere normative. IDC ha quindi sviluppato una strategia integrata per la ricerca e l’innovazione su Cloud e IoT in Europa: “nella nostra visione l’ecosistema dell’IoT in Europa, del Cloud e dei Big data dovrebbe evolvere in diversi modi.” Ecco quali.

  • L’Europa deve investire nello sviluppo di tecnologie per l’integrazione di IoT, cloud e big data, per gestire la complessità, fornire scalabilità, garanzia usabilità e preservare la privacy dei cittadini by design.
  • L’Europa deve colmare il divario tra la ricerca e il mercato: “abbiamo individuato tre grandi sfide dell’innovazione: la costruzione della competitività dell’industria europea, migliorare la disponibilità dell’IoT, garantire alle PMI la possibilità di entrare in questo mercato.”
  • L’Europa deve promuovere e sostenere l’adozione dell’internet degli oggetti agendo in modo tale da creare una massa critica di utenti necessari per incoraggiare gli investimenti e l’adozione su larga scala.
  • Infine, l’Europa deve creare condizioni quadro favorevoli per lo sviluppo dell’ecosistema dell’IoT mettendo in atto diverse azioni: sviluppare le competenze, costruire la fiducia verso le potenzialità e i vantaggi dell’emergente mercato IoT, eliminare le barriere normative e incoraggiare la cooperazione internazionale.

Le Raccomandazioni per la Ue

IOTDa questa analisi gli esperti hanno desunto un elenco di Raccomandazioni per la Ue, di natura strategica e operativa, pensate per rispondere a tali sfide e procedere con l’elaborazione di linee strategiche a supporto dell’IoT.

  • Aumentare la priorità dell’IoT nel programma Horizon 2020 e dare priorità agli investimenti nello sviluppo di tecnologie che integrino IoT, Cloud e Big Data, identificata questa come la priorità principale per soddisfare le esigenze della domanda nel periodo 2016-2018.
  • Aumentare gli investimenti nel settore della ricerca e dell’innovazione IoT e Cloud per supportare l’innovazione e l’adozione delle azioni e accelerare il mercato e lo sviluppo dell’ecosistema.
  • Promuovere lo sviluppo di piattaforme aperte al fine di superare la potenziale frammentazione del mercato UE e sostenere lo sviluppo di un settore della fornitura competitiva e di un ecosistema equilibrato.
  • La Ue dovrebbe prestare particolare attenzione al coinvolgimenti di PMI innovative e delle start-up in progetti di innovazione, incentivando la loro partecipazione attiva per fare in modo che essi accedano alle piattaforme tecnologiche necessarie per sviluppare applicazioni e servizi.
  • La Ue dovrebbe attuare progetti pilota su larga scala, o altre azioni di innovazione, all’interno dei maggiori mercati emergenti per l’IoT, privilegiando l’energia, i trasporti, la produzione e il settore pubblico. “Secondo i principali risultati del nostro studio e la consultazione delle parti interessate, i casi d’uso che potrebbero essere trattati nei progetti pilota potrebbero essere i seguenti: Smart Energy, trasporti intelligenti, Smart Manufacturing, Smart Governo, smart health.”
  • La Ue dovrebbe promuovere lo sviluppo delle competenze per la leadership dell’IoT, attraverso l’analisi e l’identificazione dei principali requisiti per le nuove competenze utili all’adozione attuale e futuro dell’internet degli oggetti.
  • La Ue dovrebbe contribuire alla promozione dell’IoT valutando i principali requisiti tecnico-economici e infrastrutturali per prevenire il potenziale rischio di divario digitale in tutta Europa.
  • L’Europa dovrebbe aiutare a sviluppare un single market interno per servizi e applicazioni IoT, promuovendo l’adozione di standard aperti e soluzioni interoperabili.

Le raccomandazione per governi e imprese

L’IoT non è un tema che riguarda solo l’attore istituzionale rappresentato dalla Ue ma è anche, e soprattutto, governi nazionali e imprese. IDC e TXT forniscono, quindi, una serie di raccomandazioni a tali attori.
I governi dovrebbero contribuire allo sviluppo e l’attuazione della strategia di R&I coordinando i loro programmi nazionali con le iniziative Ue e devono collaborare ancora di più con la Commissione europea per l’armonizzazione dei mercati e la rimozione di ostacoli normativi potenzialmente ostativi per lo sviluppo ecosistema IoT.

Alle grandi imprese, invece, l’analisi raccomanda di aumentare il livello complessivo degli investimenti di R&S per i prossimi cinque anni, di sviluppare offerte globali per servire non solo gli utenti del mercato europeo, e poi  impegnarsi nell’ulteriore sviluppo di ecosistemi aperti basati sulla collaborazione tra grandi e piccole imprese. Infine, contribuire attivamente a iniziative a sostegno di start-up innovative e di PMI ad alto livello tecnologico, sul modello di quanto realizza Cisco.

L’intero documento è disponibile qui.

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