#R2B2015: la ricerca è il “teleobiettivo” delle imprese, l’intervista a Fabio Rangoni

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Fabio Rangoni è il Presidente di Aster

Mondo della ricerca e mondo delle imprese: nella collaborazione tra queste due dimensioni c’è la strada per innovare e modernizzare il Paese. Una sinergia niente affatto scontata, soprattutto in Italia, in cui la storia dello sviluppo industriale associato alla ricerca ha sempre vissuto degli alti e bassi che derivano dalla storia stessa del Belpaese. “La grande parte dell’apparato industriale italiano – ci spiega Fabio Rangoni Presidente di Aster, “origina  le sue radici a partire dal dopoguerra e negli anni successivi quando la impetuosa crescita economica del paese richiedeva produzioni di massa in condizioni di concorrenza molto limitata. E’ a partire dagli anni ’80 che, la globalizzazione dei mercati pone alle imprese del paese un nuovo tema di competitività del prodotto e internazionalizzazione.”

Questa cesura ha imposto un cambio di rotta perchè si è passati alla necessità di “fare prodotti migliori ed ottimizzare i costi. L’innovazione di prodotto diviene centrale per la sopravvivenza e lo sviluppo delle imprese. L’innovazione organica, cioè quella che si può sviluppare con le proprie risorse interne arriva fino ad un certo punto. Nasce il tema del dialogo con le università e i centri di ricerca e del trasferimento tecnologico. Le crisi economiche che dagli anni ‘90 ad oggi ciclicamente colpiscono l’economia portano alla ribalta il tema con maggiore vigore” spiega Rangone.
In Italia questo processo di avvicinamento tra industria e ricerca è stato particolarmente lento e difficoltoso, a causa di diversi fattori: “Le difficoltà stanno nel conservatorismo ancora presente in parte della ricerca che non vuole “sporcarsi le mani” con il capitalismo, e nel conservatorismo di una parte dell’imprenditoria, abituata a sbrigare da sé i propri problemi e che ritiene la ricerca universitaria avulsa dal mondo reale.” Certamente i successi, anche se a macchia di leopardo, si vedono soprattutto “in quelle regioni d’Italia e d’Europa dove il pubblico ha intuito l’importanza di questo percorso e ha messo a disposizione idee, persone e risorse per creare dei canali di comunicazione permanenti tra la ricerca industriale e le imprese. L’Emilia-Romagna è sulla buona strada per potersi candidare come l’Hub della ricerca industriale Italiana, essendo la unica regione che si è dotata di una struttura fissa per la ricerca Industriale: la Rete Alta Tecnologia.”

Quindi, anche se a fatica, i mondi parlano e interagiscono tra loro, e scoprono di avere molto da dare, e da guadagnare, da questa proficua vicinanza: le aziende  Il perchè è presto detto: Le imprese facendo innovazione mediante forti investimenti interni e attivando collaborazioni con centri di ricerca, possono contare su di una visione a più lungo termine, il che significa prodotti con un contenuto di innovazione superiore, più competitivi e vita media più lunga, questo significa maggiori ricavi e maggiore ritorno sull’investimento.”
Chi fa ricerca, dall’altra parte, guadagna in termini di comprensione poichè “si ha una maggiore percezione degli scenari futuri e può aiutare le imprese a fare scelte solide e durevoli. Se dovessi fare un paragone fotografico direi che contare sulla collaborazione di centri di ricerca industriale equivale per l’impresa a mettere un teleobiettivo e vedere meglio cosa sarà all’orizzonte, anticipando rispetto ai concorrenti tecnologie ma anche modelli di uso e quindi mercato.”

Ed è qui che si inserisce non solo il lavoro di chi promuove da anni il dialogo tra ricerca e imprese ma anche quegli eventi “fisici” che fungono da momento di incontro, e di riscoperta, dei vantaggi e delle opportunità che i due mondi possono reciprocamente offrirsi. Come il R2B – Research to Business che si terrà il 4 e 5 giugno 2015 a Bologna. Nell’edizione di quest’anno, che festeggia il suo decennale, si parlerà di Europa, di strumenti e politiche per l’innovazione con relatori nazionali e internazionali, ma anche dei temi della sicurezza alimentare e della ricerca, senza dimenticare l’opportunità concreta dell‘Innovat&Match. “Eventi come R2B hanno l’importante compito di spostare l’innovazione da un mondo concettuale e dialettico ad un mondo estremamente pratico dove le cose non si dicono ma si fanno. I ricercatori possono cercare feedback sui loro temi di ricerca, capire come evolvono i mercati di riferimento e posizionarsi secondo le esigenze della industria. Le imprese possono trovare i famosi teleobiettivi, cioè conoscenze, tecnologie e persone che possono accelerare lo sviluppo di prodotto in una direzione già individuata o addirittura farne intuire nuove.”

Perchè: “l’innovazione è un concetto, un luogo della mente, ma servono anche luoghi fisici dove ricerca e imprese si incontrano per fare innovazione.” 

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