Informazione: per AgCom ricavi in calo con Internet in controtendenza, ma investimenti ancora bassi

La crescita esponenziale della piattaforma Internet quale strumento di informazione globale costituisce uno degli aspetti più rilevanti del nuovo ecosistema tecnologico e di mercato.” Di qui la necessità di realizzare una approfondita indagine conoscitiva su Internet e informazione in Italia da parte di AgCom per  “approfondire le caratteristiche e le dinamiche dell’offerta e del consumo di contenuti e servizi di informazione, con specifico riguardo al mutamento delle attività di ricerca, fornitura e fruizione di contenuti informativi indotti dal crescente ricorso ad Internet .”

Dall’indagine emerge una fotografia a 360° dei mutati contesti in cui l’informazione si trova a muoversi per effetto dell’avvento dell’era del digitale, in cui web, social media e mobile, stanno cambiando tutte le regole del gioco, chiarisce AgCom: cambia la nozione stessa di notizia, con ricadute su tutti i Paesi economicamente avanzati, e spinte sia verso la concentrazione del sistema informativo, sia verso la polverizzazione e disintegrazione verticale dei processi (ad esempio, attraverso il ricorso al self-employment e all’aumento del lavoro atipico). Ma cambiano anche il ruolo dei giornalisti e le abitudini di consumo dei consumatori nonchè la struttura reddituale degli editori.

L’informazione
Dall’analisi emerge che il 90% dei cittadini italiani accede alle notizie ancora da un media tradizionale (Tv, quotidiano, radio o periodico), mentre oltre la metà dei giornalisti (il 55%) li usa come fonte di informazioni. Percentuali che si invertono per Internet, laddove le testate online (ed i blog) sono utilizzate, per finalità professionali, da più della metà (57%) dei giornalisti (poco meno di un quarto nel caso dei blog), mentre il 36% dei cittadini italiani (il 9% per i blog) li usa per accedere alle notizie di attualità. Da un lato, i social network sono nati e si sono affermati tra i cittadini come piattaforme di condivisione sociale.
Il loro utilizzo anche a fini informativi si sta velocemente diffondendo tra la popolazione italiana. Questa evoluzione ha reso i social network, da un lato, dei veri e propri mezzi di informazione per il pubblico (nel 2013, il 12% dei cittadini italiani li utilizzava per reperire notizie di attualità), dall’altro lato, li ha posti alla stessa stregua delle fonti istituzionali. Oggi, oltre il 50% dei giornalisti italiani (il 54%) li usa come fonti di informazione per scrivere i propri articoli (su quotidiani, periodici e testate online) o per fare servizi per radio e televisione.

Fonti informazione

In definitiva, “l’online in tutte le sue configurazioni (testate, social network, blog, motori di ricerca), per le sue caratteristiche di immediatezza, copertura in tempo reale della notizia e gratuità, si sta affermando sia come mezzo di informazione al pubblico, sia come fonte di informazione per gli altri media.”

Professione giornalistica

Il progresso delle tecnologie digitali ha prodotto profondi cambiamenti nelle modalità di offerta delle notizie e le sfide aperte dalla diffusione dell’informazione online non sembrano sempre combinarsi con le caratteristiche del giornalismo tradizionale.

I dati raccolti mostrano che l’attività in cui è coinvolta la quota maggiore di giornalisti è la “Redazione di articoli”. Il 76%, infatti, si dedica a tale attività con una diffusione maggiore tra le donne (80,6%) rispetto agli uomini (72,2%). Discorso a parte meritano le attività più propriamente collegabili all’uso di Internet; a parte lo “Sviluppo di web content”, attività svolta da circa il 28% del campione ed in parte collegata alle versioni online delle testate tradizionali, le altre attività tipiche del web, come “Infografica/Data Journalism”, “Social media management” e “Blogger”, sono poco diffuse. Un cenno particolare merita l’attività di “Infografica/Data Journalism”: seppure ancora relegato ad un ambito di nicchia, questo modello di giornalismo rappresenta sicuramente una delle aree più innovative e di maggior fermento del settore.
Nel tempo la tendenza è quella di attribuire sempre più importanza alle fonti tipiche della rete a scapito di quasi tutte le fonti tradizionali; tra queste ultime solo l’importanza delle Fonti dirette personali o interne alla redazione sembra perdurare nel tempo. Come prevedibile, per il 78% dei giornalisti i Social media hanno incrementato le possibilità di interazione con il pubblico, a dimostrazione di un rapporto molto più intenso ed anche di tipo paritario con il pubblico/lettore.

L’offerta informativa
Da questo panorama emerge una offerta informativa che sta cambiando anch’essa, sia in termini di caratteristiche che di modelli di business adottati dagli editori.

Nell’ultimo quinquennio, si è assistito ad una progressiva riduzione in termini di ricavi del settore dell’informazione: il 2010 è stato l’ultimo anno di crescita del settore nel suo complesso, in particolare di tutti i segmenti classici dell’informazione. Internet complessivamente, invece, è l’unico mezzo che mostra un andamento distonico rispetto agli altri, esibendo ricavi in crescita, anche se la sua incidenza sui ricavi complessivi rimane ancora oggi relativa (pari a circa il 15%). Viceversa, emerge con drammatica evidenza la crisi strutturale che sta attraversando il mondo dell’editoria quotidiana che dal 2009 ad oggi ha perso oltre 1 miliardo di euro di ricavi (- 35%).

Ricavi settore info
L’effervescenza del mondo digitale non si traduce però in una valida e sostenibile alternativa nella struttura dei ricavi a sostegno dell’informazione144 , che rimangono ancorati  a forme tradizionali. Si pensi, a titolo di esempio, alle centinaia di editori nativi digitali, che svolgono attività di informazione soltanto attraverso Internet. Si tratta di società la cui costituzione risale in media a meno di 15 anni fa, in prevalenza dal 2007 in poi. Sotto il profilo delle risorse economiche degli editori digitali e, dunque, delle fonti di cui gli stessi dispongono per il finanziamento della propria attività informativa, c’è un andamento crescente (+21% dal 2012 al 2014) dei ricavi, che comunque nel 2014 non raggiungono ancora i 100 milioni di euro. Ad eccezione dei ricavi derivanti dalla vendita di prodotti e servizi sul web (che nel 2014 valgono 21 milioni di euro), tutte le altre voci di ricavo sono aumentate negli ultimi tre anni, in special modo la componente pubblicitaria, il cui valore è cresciuto del 54% dal 2012 al 2014, superando i 60 milioni di euro.

Un ultimo aspetto di interesse generale circa la struttura reddituale dell’informazione riguarda la composizione dei ricavi (Figura 46) tra le diverse forme di finanziamento (pubblicità, pagamento diretto degli utenti, altro). In questo senso, a differenza di quanto si registra in altri contesti europei o extra-europei, in Italia non si rilevano sostanziali modifiche nella composizione delle fonti di finanziamento nel tempo, con la parte pubblicitaria ancora leggermente prevalente (49,3%). All’estero, si affacciano, invece, alcune forme nuove di finanziamento (servizi di marketing, eventi, ecc.) che si affiancano a donazioni, fondazioni, investimenti filantropici. In Italia, al contrario, queste forme di finanziamento risultano marginali (2% nel 2014) e addirittura in diminuzione (rappresentavano il 2,6% cinque anni prima).

Il consumo di informazione

I dati mostrano che, seppure su due campioni estratti da differenti universi, il mezzo televisivo continua ad essere quello più utilizzato per informarsi, sia che si tratti di tutta la popolazione sia che si consideri la sola popolazione che utilizza Internet. Alla richiesta di indicare, in maniera univoca, in termini di importanza, la principale fonte informativa, la televisione resta di gran lunga il principale mezzo utilizzato per informarsi (55%); mentre nel complesso gli strumenti online, con il 27% delle preferenze, rappresentano la seconda fonte di notizie. Tale trend è simile anche in altri Paesi, con le solite differenze dovute alle specifiche caratteristiche socio-economiche.

Mezzo più usato per informarsi

Anche i mezzi di comunicazione online sono ampiamente diffusi tra la popolazione; ben il 77%, infatti, dichiara di utilizzarli. In particolare, i social network ed i blog sono utilizzati da circa il 51% degli italiani; interessante notare come ben il 65% utilizzi i siti di news della stampa tradizionale come mezzo per informarsi, mentre il 28% utilizza aggregatori o motori di ricerca.

Media internet italia

L’uso dei social media come mezzo di informazione assume rilevanza almeno per due motivi; in primo luogo, per la loro forte penetrazione nella vita quotidiana, in secondo luogo per la possibilità di condividere e discutere in tempo reale dei contenuti.

Social media AGCOM

Nonostante questi cambiamenti, i consumatori prediligono ancora le news online in forma di articolo da leggere, una modalità che si avvicina a quella tradizionale. Questa evidenza appare comune a tutti i Paesi, ma in particolare proprio per l’Italia, dove il 60% degli utenti del web ha espresso la sua preferenza in tal senso. Tuttavia, le nuove forme di fruizione iniziano a diffondersi sempre di più.

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