Sicurezza: dopo i CTO, il personale di vendita è il più esposto ad attacchi online

La formazione sulla sicurezza informatica del personale non tecnico non può essere sottovalutata a rischio e pericolo dell’azienda: è quanto emerge da un report di Intel Security in cui si afferma che le aziende sottovalutano i rischi a cui vanno incontro a causa della mancanza di corretta formazione per tutti i dipendenti. Lo studio, basato su interviste ai responsabili delle decisioni IT di aziende basate in Europa, ha rilevato che subito dopo i CTO, il personale di vendita è il più esposto agli attacchi online, a causa dei frequenti contatti con persone che non fanno parte dello staff. Tuttavia, il 64% delle aziende intervistate non offre formazione di alcun tipo sulla sicurezza informatica al proprio staff di vendita.

Il numero degli URL sospetti è aumentato dell’87% tra il 2013 e il 2014 e con esso è aumentato anche il rischio che personale inesperto selezioni link pericolosi e scateni involontariamente un attacco browser contro la propria azienda è in aumento. Inoltre, il personale che ha spesso contatti online con il pubblico in generale, inclusi addetti al ricevimento e team del servizio al cliente, non ha ricevuto una formazione essenziale sulla sicurezza. Il 64% delle aziende non ha formato il proprio team di servizio ai clienti, mentre il 72% non forma il personale addetto alla reception. 

L’ultimo report di Intel Security, ‘Dissecting the Top Five Network Attack Methods: A Thief’s Perspective’, identifica i principali metodi di attacco alle reti che minacciano oggi le aziende: gli attacchi browser, l’abuso della rete, gli attacchi stealth, le tecniche di evasione e gli attacchi SSL (che si nascondono nel traffico crittografato dell’azienda), sono tutti una minaccia crescente per le aziende, rappresentando complessivamente oltre 83 milioni di attacchi di rete ogni trimestre. 

Intel securityIl report ha rilevato che gli attacchi stealth avanzati, che si camuffano per intrufolarsi nelle reti aziendali, sono in aumento e Intel Security rileva 387 nuove minacce ogni minuto. Rispetto a questo rapido sviluppo delle minacce da parte degli hacker, il report ha rilevato che le aziende valutano la propria strategia di sicurezza in media ogni otto mesi, mentre circa il 30% verifica la propria strategia di sicurezza una volta all’anno o ancor meno di frequente. Nonostante ciò, il 74% degli esperti IT ritiene che la strategia di sicurezza della propria azienda includa anche le minacce più recenti. Tuttavia, la ricerca indica che il 74% ammette che lo stato complessivo della sicurezza della loro azienda trarrebbe beneficio da una strategia di sicurezza che prenda in considerazione le soluzioni e le tecniche che collaborano proattivamente per condividere informazioni su quanto rilevato.

Gli attacchi Distributed Denial-of-Service (DDoS), che vengono spesso distribuiti da hacktivisti o criminali con l’obiettivo di distrarre un’azienda, mentre si intrufolano furtivamente e si appropriano di dati, si sono rivelati una minaccia importante. Secondo il report inoltre gli abusi della rete, inclusi gli attacchi DDoS, nella prevalente forma di attacchi di rete, rappresentano il 45% di tutti gli attacchi di rete. Tuttavia, solo il 20% dei professionisti IT intervistati ritiene che gli attacchi DDoS rappresentino la minaccia più grande per la rete della loro azienda. Progettati per imporre un’interruzione di rete, gli attacchi DDoS spesso includono una richiesta di riscatto. Tuttavia, solo il 22% degli esperti IT crede che il ransomware rappresenti una minaccia reale per la rete della propria azienda, mentre solo il 4% pensa che sia la maggior minaccia per la sicurezza della propria rete.

Marcello Romeo, Presales Manager di Intel Security ha commentato: “È fondamentale che i professionisti IT si prendano del tempo per acquisire una reale comprensione di come il panorama degli attacchi alla rete stia evolvendo e quali le minacce a cui la loro azienda deve dare la priorità per sconfiggerle.” Infine, ha concluso Romeo, dato il numero di URL sospetti particolarmente in aumento, le aziende non possono permettersi di sottovalutare il personale non tecnico quando si tratta di formazione sulla sicurezza, dal momento che proprio tali persone sono spesso le più vulnerabili a minacce online.” 

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