È un Paese per “smartopardi”

tie-690084_1280Smartopardo, n.m.: Persona, spesso ma non necessariamente con un ruolo politico o dirigenziale, che adotta la terminologia di una tendenza di moda o di una tecnologia, ignorandone volutamente ogni logica conseguenza pratica, se necessario trincerandosi dietro la mancanza di risorse. In questo modo lo smartopardo può atteggiarsi a (e passare per) innovatore quando in realtà è interessato solo alla continuità della propria posizione. Lo smartopardo è il Gattopardo del XXI secolo.

Lo smartopardo finge di cambiare il mondo cambiando le parole; ossia, lo smartopardo domina usando il lessico contro la logica.

Lo smartopardo sociale

Lo smartopardo in ambito sociale è immancabilmente grande ostentatore di linguaggio politicamente corretto, che risponde perfettamente alle sue esigenze di cambiamento limitate al solo livello linguistico. Esempio di smartopardismo in ambito sociale è l’uso ostentato della dizione “diversamente abile”, accompagnato dall’assenza di qualsiasi azione che favorisca integrazione e acessibilità. Altri esempi possono essere “operatore ecologico” per “spazzino”, “Scuola dell’Infanzia” per “asilo”, “educatrice” per “maestra d’asilo”, “ausiliario” per “bidello” e molti altri.

Lo smartopardo tecnologico

Lo smartopardo tecnologico, o smartopardo “2.0”, invece, è campione dell’innovazione di facciata, anche economicamente onerosa. In cuor suo lo smartopardo aborra le tecnologie, Internet, e tutto quanto, muovendo da basi scientifiche, pretenda di anteporre dati e fatti alla retorica, ma è molto abile a ostentarle a ad adottarne lessico e stilemi per darsi un’aura di perenne “giovinezza” e modernità.

Lo smartopardo tecnologico è “digitalizzatore dell’esistente”, ossia della sovrapposizione di uno strato di tecnologia a processi che, pensati per il cartaceo, non vengono mai messi in discussione. Questi processi, le loro inefficienze e soprattutto la distribuzione di potere che creano all’interno dell’organizzazione non solo rimangono immutati, ma si sedimentano ulteriormente sotto il “peso” dello strato tecnologico. Questo garantisce la continuità nel cambiamento che permette allo smartopardo di mantenere il proprio status senza che un reale cambiamento possa minacciarlo.

Esempi di smartopardismo tecnologico si possono vedere nei vari progetti “smart city” dove il focus è tutto sulla tecnologia e poca o punta attenzione viene data alla cittadinanza, alle sue esigenze e perfino a ciò che potrebbe o dovrebbe fare con la tecnologia.

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