Bolzano e il software libero: il puzzle che non può restare incompleto

Pomeriggio di domenica d’agosto. Qualcuno tenta di costruire un puzzle di quelli da ventimila piccoli pezzi con il paesaggio montano e mille sfumature diverse di celeste. Il puzzle è quello dell’adozione di software libero in Pubblica Amministrazione e di agevolazione nell’uso di uno stesso formato standard e aperto per un unico territorio. Molto più complesso da costruire del paesaggio montano, tanto per intenderci, visto che occorre non solo trovare i pezzi giusti ma soprattutto farli combaciare affinché il risultato finale per un certo territorio, diventi una risorsa per i cittadini.
Costruire un puzzle in solitudine non è cosa semplice e si decide di chiamare qualcun altro intorno al tavolo per dare una mano nel mettere insieme tanti piccoli pezzi quando, ad un certo punto, uno dei partecipanti non solo fa cadere il pezzo centrale del cielo, ma lo colloca volontariamente sotto il tappeto al fine di lasciare il quadro incompleto.

La storia di questo puzzle incompleto è la storia della migrazione a software libero del territorio di Bolzano che, dal lontano 2011, lavora alla costruzione di un puzzle dove i pezzi a disposizione, costruiti con determinazione e visione d’insieme, si possono descrivere così:

  • il Comprensorio Sanitario che dal 2011 adotta OpenOffice (aggiornandolo poi a LibreOffice) su 2.500 postazioni scegliendo il formato aperto e standard ODF in tempi non sospetti
  • l’accordo, nel 2013, per l’adozione di LibreOffice e di ODF tra Provincia Autonoma, Azienda Sanitaria e Consorzio dei Comuni
  • 4.000 installazioni di LibreOffice del Consorzio dei Comuni
  • 7.000 postazioni con LibreOffice nella Provincia Autonoma di Bolzano che si appresta ad avviare la fase di comunicazione e formazione per tutto il personale dipendente
  • una delibera del 2013 della Provincia Autonoma di Bolzano che impone a tutta la Provincia l’adozione di software libero e la rinuncia al rinnovo di licenze di software proprietario portando ad un risparmio di 500.000 euro già nel 2013 e di 1.000.000 di euro l’anno a partire dal 2014
  • un progetto di creazione di un centro di competenza LibreOffice che verrà guidato dal Free Software Center del TIS Innovation Park
  • il rinnovo dell’impegno del Presidente e della Giunta Provinciale ad adottare software libero al fine di stimolare l’innovazione sul territorio ed instaurare una reale condivisione di soluzioni tra pubbliche amministrazioni in sinergia con le aziende dando continuità alla Delibera del 2013

6 pezzi che combaciano perfettamente, ai quali manca solo un compagno, il settimo: la completa migrazione dell’Azienda Sanitaria bolzanese. Azienda suddivisa nei comprensori sanitari di Bolzano, Merano, Brunico e Bressanone per un totale di 5.000 postazioni utenti. Di queste 2.500 nel 2012 sono migrate a OpenOffice prima e LibreOffice poi mentre per le restanti 2.500 si è scelto nel 2013, proprio quando si stava disegnando il puzzle, di procedere ad un affidamento diretto (in adesione ad accordo quadro/convenzione del valore di € 2.110.892,38) per la fornitura di licenze d’uso Microsoft Enterprise Agreement comprendenti Microsoft Office. Dal 2013 ad oggi gli altri pezzi si sono lucidati, limati, perfezionati per comporre un quadro ancora migliore, sostenuto anche dalla nuova giunta insediatasi nel 2014. Balza all’occhio, però, sempre questo buco centrale, questo pezzo mancante di cielo che rischia di rovinare un intero disegno.

La domanda che anche l’associazione LibreItalia con una lettera aperta all’assessore alla sanità Martha Stocker ha pubblicato in questi giorni è: ma che ne vogliamo fare di questo bel puzzle che con fatica avete costruito? Perché per tante PA che si mettono insieme e, in modo intelligente, costruiscono un quadro unitario, si consente a qualcuno “Microsoft-addicted” di percorrere una strada diversa andando non solo contro a una delibera di contenimento della spesa ma anche alla possibilità di agevolare l’interoperabilità tra Enti e la comunicazione con i cittadini? Perché non si alza il tappeto e non si riscopre il pezzo mancante del puzzle per dar vita ad un accordo che può essere d’esempio per molte altre PA italiane? Perché i cittadini non si risentono di veder spesi soldi pubblici in licenze delle quali probabilmente si può fare a meno visto che i fratelli di Asl hanno migrato a LibreOffice con successo?

Ora rimane solo da capire se l’assessore provinciale alla sanità Martha Stocker risponderà a qualche domanda o preferirà il silenzio seguendo il cattivo esempio del sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Siamo convinti che non sarà così e che sarà brava nel ricomporre i pezzi del puzzle.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here