Twitter ha deciso di bannare Politwoops e Diplotwoops in tutto il mondo. Si tratta di due applicazioni che monitoravano automaticamente i presidi digitali dei politici e delle istituzioni al fine di intercettare tweet cancellati che potessero rivelare informazioni di pubblico interesse. A giugno il social network aveva già revocato l’accesso alle API della versione statunitense di Politwoops, lasciandolo però in grado di funzionare negli altri paesi, spiegando che il servizio “viola la policy dedicata agli sviluppatori esterni.“
Le applicazioni sono state sviluppate nel 2010 dall’organizzazione non-profit danese Open State Foundation ed è arrivata a coprire ben altre trenta giurisdizioni oltre gli Stati Uniti, tra cui la Gran Bretagna e il Parlamento europeo. Le piattaforme hanno funzionato correttamente fino a questo fine settimana e in un post sul bog ufficiale la Open State Foundation ha confermato che Twitter ha revocato l’accesso alle API per le ultime versioni di Politwoops e e Diplotwoops.
Come riporta Business Insider, Politwoops e Diplotwoops erano una sorta di “guardiani” dei social media: ogni tanto i tweet cancellati riguardavano solo errori di battitura; altre volte, invece, hanno rivelato che i politici cercavano di prendere distanza da dichiarazioni precedenti o avevano cambiato radicalmente opinione su un determinato argomento.
In una dichiarazione, il direttore di Open State Foundation Arjan El Fassed ha detto che “ciò che i politici dicono pubblicamente è una questione di dominio pubblico anche quando i tweet vengono cancellati, si tratta di una parte della storia parlamentare”. Non una reazione pacifica quella del direttore che ha incalzato: “Quello che dicono i politici in pubblico dovrebbe essere disponibile a chiunque; non si tratta di rilevare gli errori di battitura, ma di comprendere come le intenzioni dei politici eletti possano cambiare senza preavviso”.
Dall’altra parte della barricata, Twitter ha dichiarato che l’Open State Foundation ha deciso di vietare a livello mondiale Politwoops dopo una “attenta riflessione interna e dopo aver approfonditamente considerato una serie di fattori… Immaginate come potrebbe essere snervante – terrificante, anche – se twittare fosse immodificabile e irrevocabile? Tutti gli utenti devono avere la possibilità di cancellare i tweet: l’eliminazione di un tweet, infatti è anch’essa espressione di un utente.”
L’obiezione per cui i politici non sono “utenti normali” ma personaggi pubblici per Twitter non regge.
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