App e smartphone trainano il #MobileCommerce in Italia: i dati Criteo

Il mobile commerce ha raggiunto il 34% delle transazioni di commercio elettronico in tutto il mondo: è quanto afferma Criteo che ha analizzato lo stato del mobile commerce nel secondo trimestre del 2015. Il mercato statunitense, che ha conosciuto un leggero calo nel primo trimestre, sta recuperando terreno attestandosi al 30% delle operazioni di e-commerce  da dispositivi mobili.

Il mercato asiatico registra, invece, un altissimo livello di utilizzo per le transazioni cross-device, anche se lo smartphone è di gran lunga il dispositivo più utilizzato(quest’ultima tendenza, in realtà, sembra essere globale a causa del sempre più evidente calo di utilizzo dei tablet): in dettaglio, Giappone e Corea del Sud vedono oltre il 40% delle transazioni di commercio elettronico effettuato tramite device mobili.

Non c’è conformità di utilizzo, invece, nei consumatori europei e le tendenze sono molto differenti tra un paese e l’altro. A dominare la classifica europea è Il Regno Unito, il quale ha registrato la più alta percentuale di transazioni da mobile attestandosi al 45% del totale, la Germania al 31% e la Francia al 20%; inoltre, in Germania si è registrato il più alto tasso di transazioni cross device (49%), seguita dal Regno Unito (45%) e dalla Francia (40%). E l’Italia? In leggera crescita, anche se si trova ben al di sotto della media globale.

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Italia: il mobile commerce cresce in (quasi) tutti i settori

Secondo la ricerca di Criteo, l’Italia continua la sua crescita nel mobile commerce, arrivando ad una media di transazioni effettuate da device mobili del 27% rispetto a tutte le transazioni che avvengono su e-commerce, una crescita dell’1,7% rispetto al primo trimestre; un altro dato interessante è che tra gli e-commerce più frequentati dagli utenti, la media arriva addirittura a toccare il 36%.

Analizzando queste percentuali bisogna considerare che un’operazione su tre di tutte le transazioni avviene per i prodotti domestici e sugli e-commerce dei grandi retailer, i quali hanno visto storicamente un lento sviluppo ma che ora registrano una rapida crescita. Inoltre dai dati di Criteo emerge anche che il settore del Fashion & Luxury e quello dei grandi retailer registrano una crescita che va di pari passo con il tasso di penetrazione degli smartphone.

Infine, si può notare anche una crescita in praticamente tutti i settori tranne che per un piccolo calo per quanto riguarda gli e-commerce orientati agli articoli sportivi e quelli dedicati alle vacanze e agli itinerari di viaggio.

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In crescita smartphone e app in tutta la penisola

La maggior parte delle transazioni che si registrano da dispositivi mobili in Italia avviene tramite smartphone, che ha raggiunto la quota del 57% in questo trimestre rispetto al 43% registrato dai tablet: bisogna tener presente, però, che i tassi di conversione da smartphone sono inferiori rispetto al desktop o al tablet, ma generano più operazioni a causa del traffico di utenti significativamente più alto.

 Questo dato si spiega grazie all’arrivo di smartphone dagli schermi più grandi come ad esempio l’iPhone 6 e gli ultimi Samsung Galaxy: i consumatori trovano che i cellulari possano essere un modo più conveniente e veloce per completare gli acquisti, anche e soprattutto in mobilità. Inoltre è bene sottolineare la crescita delle transazioni che avvengono tramite app: le aziende che hanno deciso di lavorare sulle proprie applicazioni per dispositivi mobili stanno registrando forti entrate proprio da quel canale (le applicazioni, infatti, generano in media il 47% di tutte le entrate da mobile).

Infine, in Italia il tasso di conversione delle app rispetto ai browser mobili è nettamente superiore: questo dato rivela che evidentemente l’user experience sulle app è di livello più alto e i clienti riescono a consultare meglio i prodotti e ad affrontare in modo più semplice i processi di scelta e di acquisto. Come si vede dal seguente grafico, infatti, i tassi di conversione tramite app sono addirittura tre volte superiori a quelli da browser mobile.

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In conclusione, nonostante l’Italia sia al di sotto della media globale per quanto riguarda lo sviluppo del mobile commerce (e si deve dire anche che non siamo soli, grazie alla compagnia di Francia e Spagna), i dati in crescita lasciano sperare in un futuro sempre più luminoso per il settore: in particolare, le aziende dovranno concentrarsi sempre di più su app e smartphone per non restare indietro rispetto ad altre che, in questo senso, si sono già attrezzate.

Il mobile commerce, infatti, si inserisce nel preoccupante panorama segnalato di recente da Roberto Liscia, Presidente di Netcomm: quando si parla di commercio su internet solo il 4% delle imprese italiane, contro la media Ue che supera il 15%, ha scelto strada della trasformazione digitale e poche imprese, circa 30.000, vendono solo online contro una media Ue che ormai è vicina alle 745mila unità.

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